1 Ottobre 1996

Il primo ottobre del 1996 a Londra era una giornata come un’altra, ma lassù al Nord, nei pressi del Drayton Park, a un tiro di schioppo da Highbury, si scrisse una delle pagine più importanti nella storia del club. Quello fu il giorno in cui il francese Arséne Charles Erners Wenger, ex allenatore del Monaco e scopritore di talenti del calibro di George Weah, si insediò nel mondo dei Gunners. Quello di Wenger fu l’Arsenal più tifato di tutti i tempi e una delle squadre più famose al mondo. Grazie alla professionalità e alla dedizione di Arséne Wenger, nel 1998 i londinesi tornarono a vincere la Premier League.

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Il suo primo successo

L’allenatore francese bissò il suo primo successo, conquistando un altro campionato nel 2002, ma il capolavoro assoluto fu la Premier League vinta nel 2004, in cui l’Arsenal non perse nemmeno una partita: 26 vittorie, 12 pareggi e nemmeno una sconfitta. L’Arsenal degli invincibili divenne l’unica squadra nella storia del calcio inglese a detenere questo record, assieme al leggendario Preston North End del 1888/1889. Altri tempi, altro calcio. In quegli anni Wenger fece anche incetta di FA Cup, vincendo le edizioni del 1998, 2002, 2003 e 2005. L’allenatore transalpino ebbe il grande merito di trasformare giovani sconosciuti in autentiche leggende del calcio mondiale: tra tutti Patrick Vieira, Cesc Fàbregas e Robin Van Persie. Nell’edizione della Champions League 2005/2006 Wenger stabilì
il nuovo record di imbattibilità, collezionando dieci partite su tredici senza subire gol.

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Estrema intelligenza

La difesa dell’Arsenal fu costruita con estrema intelligenza, spendendo solo cinque milioni di sterline. Dopo così tante soddisfazioni arrivò un tremendo dispiacere, che tolse al popolo londinese e a Wenger la gioia più grande. Infatti, nella finale di Parigi del 17 maggio 2006 i Gunners uscirono sconfitti 1-2 contro il Barcellona. Non bastò purtroppo la rete di un’altra leggenda vivente, Thierry Henry.

 

Arsenal-Wigan

Fu proprio lo stesso Henry a realizzare una tripletta d’autore qualche settimana prima di quella maledetta finale, precisamente il 7 maggio del 2006, in quello storico Arsenal-Wigan. Quella fu l’ultima volta in cui i ragazzi di Wenger calcarono il prato dello stadio di Highbury. Quell’impianto affascinante e magico era troppo piccolo per la grandezza che l’Arsenal si era costruito in quegli anni.
Dopo quella maledetta serata di Parigi ci fu un cambiamento epocale e iniziò un lungo periodo senza vittorie, che durò la bellezza di nove anni. I filosofi contemporanei diedero la colpa al nuovo stadio e all’atmosfera poco british.

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Il timone della nave

Sessantamila persone erano meglio di quarantamila ma solo ed esclusivamente a vantaggio di introiti e merchandising, perché l’aria che si respirava tra i seggiolini di Highbury non si poteva comprare, nemmeno con tutti i soldi del mondo. Wenger, nonostante il digiuno di vittorie, rimase al timone della nave e il 22 marzo 2014 tagliò il traguardo delle 1.000 presenze sulla panchina dell’Arsenal, ma la festa fu rovinata dal Chelsea di José Mourinho, che umiliò l’Arsenal in un London Derby finito 6-0 per
i Blues. Due mesi dopo quella tremenda scoppola Wenger si consolò con l’ennesima vittoria dell’FA Cup, vincendo una sofferta finale contro la rivelazione Hull City.

 

Ancora FA Cup

L’anno dopo fu ancora vittoria in FA Cup, la seconda consecutiva, battendo in finale l’Aston Villa, in scioltezza, con un dilagante 4-0. Il 27 maggio 2017 Wenger glissò il successo contro i Villans e fu ancora vittoria dell’FA Cup, battendo proprio quel Chelsea che gli aveva rovinato la festa qualche anno prima.

Nostalgia

Wenger divenne così l’allenatore ad aver vinto più volte il trofeo. Raggiunse e superò Alex Ferguson, fermo a 810 panchine in Premier League e decise di lasciare per sempre i Gunners il 20 aprile 2018, dopo quasi ventidue anni di carriera, un’eternità. Nostalgia, Arséne Wenger.

di Antonio Marchese