Un mito


Lo scorso 23 Febbraio è scomparso John Motson, leggendario telecronista, radiocronista e presentatore britannico, da sempre legato al mondo del calcio nelle sue mille sfaccettature. Nominato OBE dalla regina Elisabetta II, dotato di carisma ed umorismo, ha accompagnato milioni di appassionati per decenni, commentando più di duemila partite e ventinove finali di FA Cup.

La svolta


Nato a Salford, Greater Manchester, il 10 Luglio del 1945, figlio di un pastore metodista, visse buona parte della fanciullezza tra il Lincolnshire e l’East Anglia. A soli diciott’anni iniziò a lavorare come giornalista in una testata locale di Chipping Barnet per poi accettare un’offerta di lavoro nello Yorkshire, si trasferì a pochi passi da Hillsborough e diventò editorialista sportivo per lo Sheffield Morning Telegraph.
Nel 1968 fu assunto come radiocronista della BBC e ben presto, dopo il debutto radiofonico in un match tra Derby County ed Everton, diventò uno dei volti più famosi della TV britannica grazie al programma cult Match of the Day. La svolta arrivò nel 1972, quando per la sua prima telecronaca televisiva fu assegnato alla telecronaca della sfida di FA Cup tra Hereford United e Newcastle United, una delle più grandi sorprese della storia della competizione.
Il suo commento in quell’occasione è considerato una delle pagine più importanti della storia dei media e lo incorona come il primo grande telecronista della storia del calcio. Al pareggio di Ronnie Radford, anch’egli scomparso di recente, l’allora ventiseienne Motson pronunciò le famose parole: “Oh what a goal! Radford has scored!”.

La classe non è acqua


I tempi perfettamente calibrati, il vocabolario forbito ma mai pretenzioso ed i modi affabili ne fecero il più amato giornalista sportivo della sua epoca. Sue alcune delle telecronache che hanno fatto la storia del calcio, inclusa la finale di Champions League del 1999 che incoronò il Manchester United di Sir Alex Ferguson campione d’Europa e la mitica finale di FA Cup del 1988 in cui il Wimbledon sconfisse il Liverpool ed in cui Motson, al fischio finale, pronunciò la storica frase “And there it is: the Crazy Gang have beaten the Culture Club”.
Un altro passaggio di una sua telecronaca che molti ricordano con simpatia e che dice molto sulla cultura e sulla preparazione di Motson arrivò alla fine della finale di FA Cup del 1977: quando Martin Buchan, capitano del Manchester United, vittorioso 2-1 sul Liverpool, si accinse a salire i 39 scalini del vecchio Wembley per ricevere il trofeo, il mitico cronista disse che il fatto che un uomo di nome Buchan salisse i 39 scalini era decisamente appropriato, ovvio riferimento al romanzo “The 39 Steps” di John Buchan.

Numeri e curiosità


Dal 1979 al 2008, ad eccezione del 1995 e del 1996, tutte le finali di FA Cup furono commentate in diretta da John Motson, così come innumerevoli altre sfide che hanno scritto la storia del calcio. Ha inoltre pubblicato diversi libri, tra cui uno splendido volume del 1972 sulle grandi squadre del secondo dopoguerra intitolato “Second to None”.
Famosa è anche la sua abitudine di indossare una giacca foderata di lana, un’abitudine nata nel 1990 quando, in occasione di una partita tra Wycombe Wanderers e Peterborough United, si trovò ad affrontare delle forti raffiche di vento accompagnate da intenso nevischio. Le sue giacche sono diventate uno dei suoi simboli, nonché il suo portafortuna in molte circostanze, tanto che l’espressione “a Motson” è talvolta oggi usata per denotare questo specifico capo di abbigliamento. Qualche anno fa, Motson e Radford si incontrarono in TV ed il giornalista, rivolgendosi all’ex calciatore, lo ringraziò per il poderoso slancio che con quel suo goal del 1972 aveva dato alla sua carriera, un altro aneddoto che dimostra la profonda umanità e l’umorismo del re dei telecronisti sportivi.
diMichele Mele