Nuove storie da raccontare


La magia delcalcio londinesefa sognare sempre grandi e piccini, come nelle favole. Un giorno come tanti capita di passeggiare nelSud della città, dove le volpi scorrazzano tra i sali scendi diNorwood, dove le case hanno i tetti a graticcio e le porte colorate. Da queste parti non si usano le tende alle finestre, la luce del sole non è certo un pericolo costante. Attraverso i vetri si sbircia sempre volentieri, la curiosità alimenta sempre nuove storie da raccontare.

Un grande lampadario


Si intravede un grande lampadario, una sedia a dondolo e una credenza vecchio stile, avrà almeno trent’anni.Roseè un’anziana signora, che vive all’incrocio conHolmesdale Road, crocevia di bandiere e colori il giorno della partita.
Il suo abbaino somiglia tanto a una torretta, come vuole la tradizione delle vecchie case vittoriane, che nel tempo hanno conservato intatto quel fascino meraviglioso. Dalla finestra Rose ha una vista provilegiata suSelhurst Park, pentola a pressione che ribolle di passione.

Il caffè allungato


Il caffè allungato con il latte di soia è un rito del Sabato, perchè dopo il pranzo a base dimashed potatoepollo al curryci si rilassa sulla vecchia poltrona verde. La gente inizia ad affollare la strada, c’è chi per andare allo stadio apre solo la porta di casa, attraversa la strada e si mette in coda ai cancelli dello stadio. Poesia.

Missione impossibile


Rosescende le scale, apre la porta e sbircia fuori, giusto per farsi un’idea dell’aria gelida che tira, con il vento che non sembra voler dare tregua neanche oggi. Quando gioca ilCrystal Palacel’atmosfera diventa frizzante, il profumo delFish & Chipsancora caldo penetra nelle narici, resistere è una missione quasi impossibile.

La tradizione


ll baracchino che vende imatch-programmeè sempre al solito posto, come vuole la tradizione 3,50£ cadauno. Tutti con la birra in mano, anche più di una. I nonni tengono per mano i nipotini, bardati di tutto punto con sciarpa e cappello di lana delle Eagles.


Senza volume


Roseaccenna un timido sorriso, saluta qualche tifoso che transita appena fuori da casa sua, poi respira a pieni polmoni e tenendosi alla maniglia richiude la porta. Tifosa del Palace da una vita intera, lo stadio è dall’altra parte della strada, ma Rose da un paio d’anni le partite preferisce guardarle in televisione. Ovviamente senza volume, aspettando il boato del pubblico che le farà tremare le pareti della cucina. Come sempre.