È recente la notizia dell’avvistamento nel centro d’allenamento del Como 1907 di un personaggio abbastanza insolito per una società neo promossa in Serie B. Il personaggio in questione è niente popò di meno che l’ex stellina dell’Arsenal Jack Wilshere, giocatore che fino a pochi anni fa si pensava sarebbe diventato uno dei più importanti per la squadra del North London. A portarlo sulle sponde del lago reso famoso da Alessandro Manzoni con l’incipit deI Promessi Sposi, è stato l’ottimo rapporto che lo lega a Dennis Wise, ex colonna del Chelsea e oggi amministratore unico proprio del club comasco.

Uno dei più precoci


Parlare di Jack Wilshere significa parlare di uno dei più grandi rimpianti degli ultimi anni in casa Arsenal ma non solo. Il ragazzo nato il giorno di Capodanno a Stevenage (circa trenta minuti di macchina da Londra) ha infatti rappresentato una assoluta speranza anche come possibile erede nel centrocampo della nazionale inglese di nomi come Frank Lampard e Steven Gerrard.
Entrato nell’Academy dei Gunners nel 2001 a soli nove anni, Jack comincia a far stabilmente parte della prima squadra nell’estate 2008. Dopo aver esordito in Premier League a 16 anni, 8 mesi e 12 giorni, nel 2009 arriva il primo prestito al Bolton con il quale il 6 marzo 2010 segna al West Ham il primo gol nel massimo campionato inglese.

La notte della consacrazione


Tornato alla base, la stagione 2010-2011 è quella della consacrazione per un calciatore che abbina classe e sostanza come raramente si è visto fare a un teenager. Giocando stabilmente da titolare in un centrocampo assortito con la fisicità di Song e il genio di Cesc Fàbregas, nel novembre 2010 Wilshere trova il suo primo gol in maglia Arsenal nella vittoria 4-2 al Villa Park. Ma a rimanere negli occhi dei tifosi e di tutti gli amanti del calcio è soprattutto la prestazione da Man of the Match regalata nell’andata degli ottavi di Champions League contro il Barcellona di Messi e Guardiola: un mix di quantità e qualità che lo fa conoscere definitivamente al grande pubblico.

Sprazzi illusori


Tristemente però, da lì in avanti la sua parabola è in continua fase discendente. A giocare un ruolo decisivo in negativo nella carriera del talento di Stavenege è una serie infinita di infortuni (soprattutto alle fragilissime caviglie) che lo tengono lontano dai campi per tutta la stagione 2011-12. Dopo aver ereditato la 10 di Robin van Persie, passato al Manchester United, nel 2013 sembrano intravedersi alcuni lampi di ripresa come lo spettacolare team-goal messo a segno contro il Norwich su assist di Olivier Giroud. Sono però solo alcuni fuochi di paglia come la spettacolare rete nell’ultima giornata della Premier 2014-15 all’Emirates Stadium contro il West Brom e quella della vittoria per 3-2 messa a segno con la maglia della nazionale inglese nel giugno 2015 in Slovenia.

A Como da extracomunitario


Negli ultimi cinque anni di carriera ci sono per Jack Wilshere solamente un prestito al Bournemouth, il passaggio al West Ham e nuovamente uno al Bournemouth, questa volta a titolo definitivo. Il ragazzo, neanche trentenne, è ora svincolato ed è approdato a Como per allenarsi con la squadra. In Lombardia è però solo di passaggio perché in quanto extracomunitario (per effetto della Brexit) non può essere tesserato dal club. Ha dichiarato di non voler guardare al passato e di volersi mettere di nuovo in gioco. Chissà che proprio l’Italia, magari in Serie A, non possa essere un nuovo trampolino di lancio...
diCarlo Ferrero