Devo iniziare con una nota personale, per far sì che questo reportage abbia un senso per chi lo legge. Dopo 15 anni di Londra, vissuti prima a Rotherhithe, a 15 minuti dal mitico Den del Millwall e poi a Sidcup, a 15 minuti dallo stadio del Bromley, abbiamo deciso che la grande città non era quello che la nostra famiglia e i nostri figli, avessero bisogno. Mentre cerchiamo la nostra nuova casa, stiamo passando un periodo in un grande casolare in North Wales, alle porte di Snowdonia. Il cambiamento non potrebbe essere più radicale. Campagna e boschi tutto intorno, fiumi che scorrono rapidi, campi di pecore e mucche.

La Welsh Premier League


Lo stadio più vicino è quello del Bala Town FC, squadra di Welsh Premier League. Per trovare il calcio inglese, bisogna arrivare a Wrexham, a quasi un’ora di macchina. Onestamente non ho ancora capito il principio per cui alcune squadre gallesi giochino nelle leghe inglesi, come per esempio lo Swansea, che negli scorsi anni ha militato in Premier o il Cardiff, da qualche anno ormai siede stabile in zona playoff della Championship. Forse è una di quelle regole britanniche nate da eccezioni, tipo il fatto che agli Europei e Mondiali giocano Inghilterra, Galles e Scozia, ma poi alle Olimpiadi ci va la Gran Bretagna. Sta di fatto che ora è norma e che il Wrexham milita nella National League inglese.

Forse è stato questo fattore o forse no che ha influito nel destino di questa squadra. Il Wrexham l’anno scorso ha fatto notizia, non tanto per i risultati calcistici, ma per il fatto che sia stata acquisita da Ryan Reynolds, il Deadpool di Hollywood e Rob McElhenney, altro Hollywood VIP. Una scelta che ha sorpreso molti, visto che Wrexham e Hollywood non hanno molto in comune. Non il clima (se “it’s always sunny on Sunset Boulevard”, it’s mostly rainy in Wrexham High Street…), non la fama mondiale e neanche la lingua, almeno in parte. Wrexham è una delle roccaforti della protezione della lingua gallese, con la sua università con corsi in lingua locale, i cartelli stradali in gallese prima ed inglese poi e l’onnipresente Croeso i Gymru, benvenuti in Galles, in pub, manifesti pubblicitari e locandine.

L’onnipresente Croeso i Gymru


La diciassettesima giornata prevede la visita del “mio” Bromley al Racecourse Ground. Lo stadio di Wrexham l’ho visto mille volte da fuori, perché è di fianco a Wrexham General, la stazione dei treni con collegamenti per Londra. È uno stadio con una capienza di 10000 persone, non poche per una squadra di quinta divisione, con le tribune con i sedili rossi che si vedono dalla strada. Ho comprato il biglietto la settimana scorsa, su Ticketmaster, per assicurarmi un buon posto. Quinta fila, praticamente sulla linea di centrocampo, nella Lager Stand. Sono emozionato. Da dopo il lockdown, ogni partita che riesco a vedere è un’emozione.

La ricevuta dell'acquisto del biglietto


Come faccio di solito da quando sono in terra d’Albione, il giorno prima della partita, controllo le previsioni del tempo, per capire, come in una vecchia barzelletta, se farà freddo o freddo freddo. Vedo che c’è una red alert per la tempesta Arwen che è prevista nella notte tra Venerdì e Sabato, con venti oltre i 100 km/h e neve. Preparo la giacca pesante per il giorno dopo e vado a dormire. Intorno a mezzanotte un boato ci sveglia, seguito dal baby monitor che dice che ha perso la connessione con la telecamera. Blackout. A stento, usando le torce dei cellulari scendiamo e usciamo. Il vento è freddissimo e forte. Il buio è completo. Fiocchi di neve ci sbattono sulla faccia, quasi aggressivi. Non capiamo cosa sia successo. Ma dopo 10 minuti arriva mio cognato, con il suo quad. Uno degli alberi lungo il ruscello sul viale che porta all’A5, la strada principale, è caduto per il vento. Era uno degli alberi centenari. Cadendo ha probabilmente buttato giù un traliccio della corrente. Dobbiamo aspettare fino a domattina per fare qualcosa. C’è ancora troppo vento e si rischia che altri rami o alberi cadano. E l’oscurità non aiuta. Torniamo a dormire in una casa stranamente silenziosa e buia, che diventa più fredda, minuto dopo minuto.

La mattina arriva, fredda e ventosa, ma almeno con un timido sole. Quando arrivo dove è caduto l’albero, c’è già mio cognato in un trattore che prova a spostare il tronco, che è semplicemente immenso. Nonostante spinge a tutto motore, questo gigante caduto non si muove di un millimetro. Le radici sono tutte esposte e la chioma, ormai quasi senza foglie in questo periodo dell’anno, è adagiata su alberi dall’altro lato del viale. Per fortuna, a parte staccionate e ringhiere, non ha fatto molti danni materiali. Ovviamente se non consideriamo i cavi elettrici spezzati e due tralicci che da colonne dritte ora formano una X. Avrei voluto fare una foto, ma ovviamente il cellulare è scarico…
diIvo Furano