Quando un’opera d’arte determina il soprannome di un club
I peculiari soprannomi delle squadre britanniche sono da sempre una delle note più dolci all’orecchio dei veri appassionati del football d’oltremanica. Molti di essi, come “The Blues” o “The Reds”, sono ovviamente riferimenti ai colori delle divise, molti altri, come “The Potters” oppure “The Cod Army”, sono legati alle produzioni tipiche delle aree geografiche da cui provengono i club, tanti altri sono legati a leggende locali, curiosi aneddoti o altre insospettabili fonti. Tra le squadre inglesi si può tuttavia circoscrivere una sorprendente categoria, quella dei club i cui soprannomi derivano da opere d’arte o da speciali produzioni artistiche. Non che le ceramiche di Stoke-on-Trent, i tappeti di Kidderminster o un fish and chips con merluzzo di Fleetwood non siano opere d’arte, ma in questo breve articolo saranno presentati alcuni soprannomi derivanti da opere d’arte, intendendo queste ultime secondo l’accezione più comune della locuzione.
Procedendo oltre Derby sulla linea centrale delle ferrovie britanniche in direzione di Sheffield, si può facilmente scorgere una bizzarra figura, come un cappello di strega, in corrispondenza della stazione di Chesterfield. La città, porta orientale del Parco Nazionale del Peak District, il più visitato in Europa ed il secondo al mondo, deve la propria fama alla torreggiante guglia ritorta della chiesa medievale situata nella piazza centrale. La terribile pestilenza della metà del XIV secolo, la famosa Black Death che funestò l’Europa intera, aveva decimato la popolazione locale, privando l’intera regione della sottile arte di tutti i mastri architetti della contea e delle aree limitrofe. I lavori di restauro della guglia, che già da più di un secolo svettava sulla piazza del mercato e sui vicoli di Chesterfield, fu affidata con buona probabilità, non appena la pestilenza allentò il morso, ad un giovane apprendista. Questi fece sostituire alcune tegole alla base della guglia, scegliendo, per inesperienza o forse a causa delle ristrettezze economiche conseguenza dell’epidemia, un materiale diverso da quello inizialmente impiegato. È questa la ragione per cui la guglia della chiesa di Chesterfield iniziò ad inclinarsi ed a ruotare su se stessa, assumendo la curiosa posizione in cui possiamo vederla ancora oggi.

I giocatori della locale squadra di calcio, il Chesterfield F. C., club della National League, quinta serie del calcio inglese, sono pertanto soprannominati “The Spireites”, traducibile come “i monelli della guglia” nella parlata un po’ arcaica della zona. Un adagio, probabilmente alimentato dai rivali del Mansfield Town, vuole che la guglia tornerà dritta soltanto il giorno in cui il Chesterfield F. C. conquisterà il titolo di Campione d’Inghilterra. Nell’antica città di Lincoln, nelle East Midlands, sorge la spettacolare cattedrale inserita dall’UNESCO tra i siti patrimonio dell’umanità. All’interno di questo maestoso edificio è possibile osservare una statua che sporge poco più in alto di uno degli elaborati capitelli: essa raffigura il Lincoln Imp, un folletto dispettoso che una leggenda locale narra essere stato pietrificato da un angelo fuoriuscito da un libro di preghiere.

Il soprannome del Lincoln City F. C., squadra che milita attualmente in League One, terza serie del calcio inglese, è pertanto “The Imps”. In molti ricorderanno l’avanzata prodigiosa del Lincoln City nella FA Cup 2016-2017, competizione nella quale i biancorossi, all’epoca in quinta serie, divennero la prima squadra dilettantistica a raggiungere i quarti di finale dal 1914, dopo aver battuto a sorpresa, da veri folletti dispettosi, club delle serie superiori come l’Ipswich Town, il Brighton and Hove Albion ed il Burnley.
Una storia analoga a quella del Lincoln City riguarda un club molto meno conosciuto. Nella cattedrale di Ripon, edificata in epoca altomedievale nel centro dello Yorkshire, oggi piccola municipalità, ma all’epoca importante polo culturale e commerciale, è conservato un coro ligneo del XII secolo; tra le numerose decorazioni sulla sua superficie vi è anche uno dei simboli della cittadina, un intarsio che raffigura un simpatico maialino nell’atto di suonare una cornamusa. I rossoneri del Ripon City F. C., che oggi militano nella West Yorkshire Association Football League Second Division, tredicesima serie del calcio inglese, sono da sempre soprannominati “The Pipers”, cioè “i suonatori di cornamusa”, in omaggio ad una figura che spesso riesce a strappare un sorriso in un luogo così solenne.

Durante il medioevo ed i primi secoli dell’età moderna, la contea del Nottinghamshire si guadagnò fama internazionale grazie alle opere d’arte in alabastro che vi si producevano, talmente richieste che più del novanta per cento di esse veniva commissionato da estimatori all’estero, molti anche in Italia. Tra i centri di produzione di questi raffinati manufatti c’era Ruddington, cittadina di circa settemila abitanti in cui sono tuttavia rimaste poche testimonianze che ricordino questa lucrosa attività artistica. Purtroppo molte opere furono vendute per battere cassa durante la crisi economica causata dall’epidemia della fine del XVI secolo.
Nonostante oggi il turismo in questo centro del Nottinghamshire sia maggiormente legato all’altrettanto antica produzione tessile della cittadina, la cultura popolare non ha dimenticato gli artigiani dell’alabastro, tanto che la locale squadra di calcio, il Ruddington Village F. C., che gioca nella Nottinghamshire Senior League Division Two, tredicesima serie del calcio inglese, ha la maglia arancione, colore del pigmento più utilizzato per decorare l’alabastro, ed i suoi giocatori sono soprannominati “The Curvers”, termine che indica i maestri dell’arte che rese la cittadina e la contea prospere e famose.
di Michele Mele