Italians do it better: Chelsea e Italia, una storia vincente

Gabriele Ambrosetti. Marco Ambrosio. Marco Amelia. Fabio Borini. Pierluigi Casiraghi. Carlo Cudicini. Samuele Dalla Bona. Valerio Di Cesare. Roberto Di Matteo. Emerson Palmieri. Jorginho. Luca Percassi. Christian Panucci. Jacopo Sala. Gianluca Vialli. Davide Zappacosta. Gianfranco Zola. E ancora: Carlo Ancelotti. Antonio Conte. Claudio Ranieri. Maurizio Sarri.

21 nomi per un rapporto speciale. Quello che lega l'Italia ed il cuore blu di Londra. Una relazione che non è stata, ne potrà mai essere, banale. Una storia contraddistinta da vittorie, record e trionfi, ma anche da lacrime, sconfitte e battaglie legali. Un racconto reso tale da 21 uomini, tra giocatori e allenatori, il cui percorso ha incrociato il destino di Stamford Bridge. Alcuni di loro li conoscete bene, altri forse vi sfuggono. Andiamo a ripercorrere il tutto, partendo da quel 25 maggio 1996, il giorno in cui Londra iniziò a colorarsi di azzurro.

Gianluca Vialli - The player manager

L'attaccante italiano, da poco laureatosi campione d'Europa con la Juventus( con compagno di squadra Antonio Conte..), sfrutta la appena istituita "legge Bosman" per svincolarsi dai bianconeri e accettare il ricco triennale londinese; la società di Ken Bates non è una squadra di prima fascia nella, allora chiamata, first division, ma affascina il 31enne centravanti per ambizioni e per il signore che siede in panchina: Ruud Gullit. La figura dell'olandese sarà di fatto decisiva nell'avventura oltremanica del nativo di Cremona, ma nella modalità più inattesa: dopo una ottima prima stagione condita da reti e da un trofeo riportato a casa dopo 27 anni (Fa Cup n.d.r), nel febbraio 1998, dopo una serie di risultati insoddisfacenti, Bates esonera Gullit e investe l'italiano del doppio ruolo di giocatore/allenatore.

Il diffuso scetticismo generale assume sembianze trionfalistiche in soli sessanta giorni, quelli che servono al nuovo mister per conquistare due trofei( Coppa di Lega e Coppa delle Coppe); fu solo l'incipit di un percorso che portò a Stamford Bridge una Supercoppa Europea( contro il Real Madrid) e una seconda Fa Cup(vittoria sull'Aston Villa), prima del divorzio il 13 settembre del 2000. Vialli divenne l'allenatore più vincente nella storia del club( fino all'avvento di Mourinho) e quello più giovane a vincere una competizione europea( record poi sottrattogli da Villas Boas con il Porto). Una storia che cambiò la mentalità del club. Ma che Vialli non scrisse da solo, ma insieme ad altri due connazionali.

Gianluca Vialli(1996-2000): (da giocatore) 88 presenze e 40 reti, (da allenatore) 143 panchine: 76 vittorie/38 pareggi/29 sconfitte). 6 trofei.

Chelsea
Chelsea nostalgico - Photo by Bleacher Report

Roberto Di Matteo - The italian job

Si perchè l'arrivo dell'attaccante a Londra procura un effetto domino che trasferisce vari calciatori dalla serie A alla Premier League: da Ravanelli a Festa, da Carbone a Di Canio, sono tanti a scegliere l'Inghilterra come prossima, ricca, tappa della carriera. Tra questi c'è Roberto Di Matteo, che raggiunge Vialli al Chelsea dopo l'assegno versato alla Lazio di quasi 5 milioni di sterline; nessuno, quel giorno, avrebbe potuto immaginare cosa l'acquisto di quel ragazzo di Sciaffusa, avrebbe poi significato nella storia del club.

Il centrocampista difatti, insieme a Vialli e a Zola( ne parleremo subito dopo) contribuirà al periodo di maggiori successi della storia del club, dando vita al cosiddetto "The italian job"; l'ex biancoceleste oltre a segnare nel debutto assoluto in maglia blues, mette la propria firma nelle tre finali vinte( due di Fa Cup, una di Lega). Tanto, ma nulla rispetto a quello che farà, da allenatore, dieci anni dopo: Napoli, Lisbona e Barcellona le cartoline a far da cornice all'impresa di Monaco di Baviera che, il 19 maggio 2012, cambia per sempre la storia del club. La concquista della prima ( e finora unica) Champions garantisce all'italiano un posto eterno nell'olimpo del club, che il successivo esonero non scalfirà minimamente.

Roberto Di Matteo(1996-2002/2012): (da giocatore) 175 presenze e 15 reti, (da allenatore) 42 panchine: 23 vittorie/10 pareggi/9 sconfitte). 8 trofei.

Chelsea
Roberto Di Matteo con la maglia del Chelsea - Photo by chelseafc.com

Gianfranco Zola - The Magic Box

L'italiano per eccellenza. Così si potrebbe riassumere, in poche parole, cosa rappresenta Gianfranzo Zola per il Chelsea Football Club. Un rapporto nato, guarda il destino, grazie ad un altro connazionale che avrebbe poi anch'esso lasciato un segno a Fulham Road: Carlo Ancelotti. Il giovane tecnico allora alle guida del Parma, trova infatti difficoltà nel collocare il genio del fantasista nel suo 442, dogma assoluto e imprescindibile evinto dal maestro Sacchi; così, nella finestra di mercato invernale, il ragazzo è "costretto" a cambiare aria e acquisisce un biglietto destinazione Londra, dove ad attenderlo a braccia aperte ci sono Vialli e Di Matteo.

Sarà l'atto iniziale di un idillio durato sette anni sui campi da gioco ma eterno nei cuori blues: un diario di vittorie, di giocate e reti spettacolari sempre con la 25 sulle spalle( unico numero disponibile al suo arrivo e ritirata poi al suo addio). L'importanza di tutto ciò, nel suo caso, non lo esprime "solo" quello espresso e vinto in campo, ma i premi assegnatigli "fuori": nel 2004 viene nominato dalla Regina Elisabetta "Ufficiale dell'ordine dell'Impero Britannico", nel 2006 inserito nella" Hall of Fame del calcio inglese" ed un anno dopo viene eletto( dai tifosi) "The best ever Chelsea player". Simply..The Magic Box.

Gianfranco Zola(1996-2003): 311 presenze - 80 reti. 6 trofei.

Gianfranco Zola
Gianfranco Zola con la maglia del Chelsea - Photo by Last Word on Football

Carlo Cudicini - The penalty stopper

"Mi ha chiamato Vialli. E subito ho sperato che la trattativa si concretizzasse: questa e' un' occasione importante per la mia carriera". Queste le parole con cui il 20 luglio 1999 Carlo Cudicini, figlio d'arte di Fabio, "il ragno nero", portiere del Milan campione d'Europa e del mondo nel 1969, commenta il suo sbarco a Londra: il suo non è "un salto qualsiasi", perchè il ragazzo passa dalla allora chiamata serie C1 con il Castel Di Sangro a Londra e alla Premier League. Vialli pensa difatti a lui per il ruolo di secondo alle spalle di Ed de Goeij; ma il destino aveva in serbo altri piani così, dopo poche giornate, il portiere olandese subisce un serio infortunio che spalanca una porta che il portiere milanese, di fatto, non lascerà più. Sino al 2004 e all'arrivo a Stamford Bridge di un ragazzo di 1.95 proveniente dalla lontana Plzen.

L'esperienza londinese di Cudicini durerà dieci anni, lasso di tempo in cui l'estremo difensore oltre a vincere titoli con il club, si toglierà la soddisfazione di ottenere successi personali come il "Chelsea Player of the year(2002) e il "Premier League Goalkeeper of the year(2003). Per i supporters però sarà ricordato per la indiscussa dote di "para-rigori", come dimostra la invidiabile statistica di sei penalty parati sui 12 subiti. Come detto l'arrivò di Cech cambiò il futuro dell'azzurro che, dopo alcuni anni vissuti come secondo, lasciò il club. Fu solo un arrivederci, perchè nel 2016, un anno dopo esser divenuto "ambasciatore del club", Cudicini torna a Cobham come assistente nella avventura inglese di Antonio Conte.

Carlo Cudicini(1999-2009): 216 presenze. 8 trofei.

Chelsea
Carlo Cudicini con la maglia del Chelsea - Photo by metro.co.uk

Samuele Dalla Bona - Baby Sam

Un talento cristallino, un futuro campione. Così viene etichettato dalla stampa Samuele Dalla Bona, centrocampista dell''Atalanta, quando viene acquistato, a soli 17 anni, dal Chelsea nell'ottobre del 1998: l'inizio dell'avventura oltremanica non fa che confermare le aspettative, con sedici reti nella squadra riserve che gli valgono prima la conquista del titolo "Chelsea's Young player of the year", poi il debutto in prima squadra sotto la conduzione tecnica di Vialli. Ma sarà con l'arrivo successivo di Ranieri che Dalla Bona troverà ancor più spazio, divenendo a tutti gli effetti un titolare( con il vizio del gol). Tutto fa presupporre per una grande carriera, che invece, non arriverà.

Il Venezia di Zamparini vuole il ragazzo e mette sul tavolo una offerta importante che il club di Bates accetta; il giocatore però non è d'accordo,si oppone alla cessione portando la società, indispettita dall'accaduto, a metterlo fuori rosa; ci vorrà solo l'intervento del mister italiano per reintegrarlo, ma il passo ormai è segnato e il giocatore, che non accetta il rinnovo, non trova più spazio e lascia Londra dando vita ad un girovagare che lo "porterà dovunque e da nessuna parte". Non ne sentiremo praticamente più parlare, se non per una finestra nel parco di "Zemanlandia" in quel di Lecce; un lento declino ed un triste epilogo per un ragazzo che sembrava destinato ad avere un grande futuro. Paradossalmente, andrà meglio ad un altro suo compagno, fuori dal campo di gioco..

Samuele Dalla Bona(1998-2002): 73 presenze, 6 reti. 2 trofei.

Luca Percassi

Si, perchè nella operazione che porta Dalla Bona a Londra, viene inserito anche un altro giovane del vivaio nerazzurro, Luca Percassi: il giovane milanese, seppure in grado coprire più ruoli nell'area difensiva, non riesce a sfondare, collezionando alla fine due sole presenze( entrambe da subentrato). La sua carriera calcistica sarà breve, visto che dopo Monza, Alzano e Spezia, appende gli scarpini al chiodo, a soli 24 anni; la vita per Luca ha altri progetti, quelli di seguire le orme paterne dedicandosi all'imprenditoria. Un viaggio che lo porta oggi, come CEO dell'Atalanta, ad essere uno dei manager più apprezzati e di successo a livello continentale. Ne ha fatta di strada quel ragazzino che si allenava con le squadre riserve, insieme ad un certo John: "Giocavo insieme a Terry nella seconda squadra, al lunedì. Lui è un esempio di come in Inghilterra si vive il calcio. Prima della partita, si riempiva di cioccolato e coca cola. Io lo guardavo e pensavo che sarebbe entrato in campo rischiando di morire, invece andava a mille”.

Luca Percassi (1998-2000): 2 presenze.

Pierluigi Casiraghi - The unlucky one

8 novembre 1998. Chelsea - West Ham. Minuto 24: palla lunga di Zola alle spalle della difesa hammers, sulla sfera si fiondano Rio Ferdinand, Hislop, (rispettivamente difensore e portiere degli ospiti)e Pierluigi Casiraghi, nuovo centravanti che i blues hanno acquistato tre mesi prima dalla Lazio. La palla la intercetta il difensore, i "due contendenti" invece, impossibilitati nel fermare lo slancio, si scontrano: l'impatto è drammatico, con il corpo di Hislop(90kg) che frana sulla gamba destra dell'attaccante. Che rimane a terra. Un secondo di silenzio. Poi l'urlo atroce di dolore. Chi era presente a Stamford Bridge giura, ancora oggi, che quel grido non lo dimenticherà mai. Quel giorno sancì la fine della carriera di Pierluigi Casiraghi, alla giovine età di 29 anni.

Il racconto dell'avventura inglese del centravanti brianzolo non può che partire, purtroppo, dal suo tragico infortunio; eppure il suo inizio in blues era stato promettente, con un titolo vinto( Supercoppa Europea con il Real n.d.r) appena dieci giorni dopo il suo sbarco. Resterà di fatto l'unico ricordo positivo dell'esperienza inglese del ragazzo, che terminerà con un numero maggiore di interventi chirurgici( 10 nei successivi 20 mesi) che presenze(10) e con la lettera di licenziamento da parte del club, due anni prima del termine del contratto, per impossibilità fisiche a rispettare lo stesso. Un finale grigio e inaspettato per una storia, in realtà, mai cominciata; “Mi chiedono spesso cosa farei se potessi tornare indietro, a qualche secondo prima di quel terribile scontro. Con il senno di poi avrei dovuto fermarmi, rallentare la corsa ed evitare l’impatto che mi ha distrutto il ginocchio, ma poi penso se lo avessi fatto non sarei stato Pierluigi Casiraghi !”

Pierluigi Casiraghi(1998-2000): 10 presenze, 1 rete. 2 trofei.

Casiraghi
Pierluigi Casiraghi con la maglia del Chelsea - Photo by chelseafclatestnews.com

Gabriele Ambrosetti - The italian answer to Ryan Giggs

"I don't want to put him under pressure but he and Ryan Giggs both play in the same position and physically they are quite similar." Luglio 1999. Sono parole d'enfasi quelle di Vialli che accompagnano la conferenza stampa di presentazione del nuovo acquisto blues, Gabriele Ambrosetti, appena arrivato dal(ex)"Vicenza dei miracoli"; è un ingaggio fortemente voluto dal manager blues, che conosce bene il giocatore è che ne è rimasto ammaliato nella doppia semifinale di Coppa delle Coppe di un anno prima, in cui l'ala sinistra di Varese fa letteralmente diventare matto Dan Petrescu. Dopo una presentazione del genere, le aspettative sono inevitabilmente alte. Purtroppo per l'italiano, saranno totalmente disattese.

Saranno infatti solo sedici le presenze totali( di cui solo tre da titolare) del ragazzo che non si ambienterà mai realmente in una realtà così diversa da quella della provincia vicentina; se con Vialli riesce comunque a "vedere il campo", togliendosi anche la soddisfazione dell'esordio in Champions, successivamente con Ranieri sparisce totalmente dai radar sino all'inevitabile divorzio a fine stagione. Una breve apparizione per un ragazzo intelligente e obiettivo: “Giggs non aveva eredi allora e non ne ha neppure ora. È chiaro che essere accostati a certi fuoriclasse non semplifica le cose, ma non credo che questa vicenda abbia influito nel mio rendimento."

Gabriele Ambrosetti(1999-2001): 16 presenze. 2 trofei.

Claudio Ranieri - The Tinkerman

Dopo Vialli il Chelsea continua a parlare italiano, con Bates che sceglie Claudio Ranieri come nuovo allenatore per la stagione 2000/2001: per il tecnico è la prima avventura nel Regno Unito, ma non la prima fuori confine, dopo le esperienze spagnole a Valencia prima e Madrid(Atletico) dopo. Quello tra il Chelsea e Ranieri sarà un sodalizio longevo(quasi quattro anni), privo di trionfi ma ricco di contenuti , che lascia al tecnico romano uno spazio speciale nel cuore di ogni tifoso blues, grazie ad un aplomb e ad una signorilità non passate inosservate dalle parti di Stamford Bridge.

Ma guai a sottovalutare il lavoro sul campo del mister, che nel quadriennio londinese inizia a mostrare quella conoscenza e acume tattico( da qui il soprannome "tinkerman") che, non più tardi di dieci anni dopo, saranno cruciali nell'impresa calcistica dell'ultimo ventennio, sempre in terra di Albione. Il nome di Ranieri, insieme a quello di Jesper Gronkjaer, è anche legato alla partita che, più di tutte, ha cambiato per sempre la storia del club: 11 maggio 2003, il Chelsea, grazie alla rete del danese, batte il Liverpool e ottiene l'ingresso in Champions. Senza quella vittoria e la conseguente qualificazione, infatti, il matrimonio tra Roman Abramovic ed il Chelsea, quasi certamente, non si sarebbe mai consumato. Una delle più grandi "sliding doors" dell'intero universo calcistico.

Claudio Ranieri(2000-2004): 199 panchine(107 vittorie/47 pareggi/45 sconfitte). 0 trofei

Chelsea
Claudio Ranieri allenatore del Chelsea - Photo by The Mirror

Christian Panucci

Il 10 agosto del 2000 la colonia italiana del Chelsea si arricchisce di un nuovo tassello, con l'arrivo dall'Inter, in prestito secco, del terzino Christian Panucci; il giocatore, non nuovo a problemi legati ad un carattere, diciamo, vivace, cerca fortuna a Londra dopo l'esperienza poco fortunata con l'Inter e Lippi. Disgraziatamente però anche in terra inglese le cose non andranno meglio, tanto che il rapporto si chiuderà prima del previsto , a gennaio, quando il calciatore trova l'accordo con il Monaco.

Christian Panucci(1999): 8 presenze. 0 trofei.

Valerio Di Cesare

"E' stata l’esperienza più bella che io abbia mai fatto professionalmente, se avessi avuto l’opportunità sarei rimasto al Chelsea tutta la vita, ero estasiato da quel mondo e di quel modo di vivere il calcio". Valerio di Cesare nel Chelsea non giocherà una partita, ma il ricordo di quella esperienza è ancora vivido nell'attuale capitano del Bari. Il passaggio del 18enne difensore centrale nell'estate 2001, dalla Lazio al Chelsea, finisce sulle cronache per la lamentela del club romano di un comportamento scorretto dell'agente sportivo a carico del traferimento.

No, il giovane non vedrà il campo, questo è vero, ma le doti mostrate nella preseason, inducono il club ad inserirlo in pianta stabile nella prima rosa( numero di maglia 19). Difficile però ritagliarsi spazio quando davanti nel tuo ruolo hai giocatori del calibro di Desailly, Lebouef ed un giovane Terry; così, dopo più di tre anni, lasso di tempo in cui subisce un serio infortunio al ginocchio che lo lascia otto mesi lontano dai campi, il ragazzo capisce che il suo futuro è nella terra natia. Ma Londra non andrà più via dal suo cuore.

Valerio Di Cesare(2001-2004): 0 presenze.

Marco Ambrosio

"Sono davvero felicissimo: ho l'occasione di fare una bella esperienza, di giocare la Champions League e prenderò una barcata di soldi. E' un sogno". Parole e musica di Marco Ambrosio che, dopo Jurgen Macho e Glen Johnson, diviene il terzo acquisto del magnate russo; l'arrivo del portiere bresciano a Stamford Bridge stupisce un pò tutti, si perchè Ambrosio vanta appena dieci presenze nella massima serie italica a confronto di una carta d'identità che narra 30 primavere. Insomma, non un ragazzino, con poca abitudine a calcare certi palcoscenici. Eppure è lui, dopo due anni da dodicesimo di Lupatelli nel Chievo di Del Neri, ad essere scelto come terzo portiere alle spalle di Carlo Cudicini e Neil Sullivan. Beh, ma si potrebbe obiettare, "terzo portiere, non giocherà mai!". E invece..

Dopo un primo gettone in Coppa di Lega contro il Notts County( vittoria per 4-2, con l'estremo difensore protagonista in negativo su una delle segnature avversarie) e una presenza in Premier contro il Bolton, (dove ottiene un "clean sheet"), arriva l'OCCASIONE: quarto di finale di Champions contro gli acerrimi rivali( e a quei tempi "Invincibles") dell'Arsenal, Cudicini e Sullivan sono out per infortunio. Tocca ad Ambrosio. Sarà 1-1 a Stamford Bridge e vittoria blues(2-1) ad Highbury, con il Chelsea che vola in semifinale grazie anche alle buone prove dell'ex Chievo. Il portiere sarà titolare anche nella gara di andata delle semifinali a Monaco(3-1 per i francesi), dove la prestazione sarà meno convincente; al ritorno tornerà Cudicini e in finale andranno i monegaschi, ma nessuno mai potrà togliere al bresciano quel mese di gloria, targato blues.

Marco Ambrosio(2003-2004): 8 presenze. 0 trofei.

Jacopo Sala

L'asse Bergamo-Londra si riscalda nuovamente otto anni dopo, quando il Chelsea mette sotto contratto la promettente ala destra Jacopo Sala: l'offerta inglese è di quelle irrinunciabili e il ragazzo di Alzano Lombardo, appena quindicenne, accetta entusiasta. La sua avventura londinese però si limiterà all'anticamera della prima squadra, con una "Youth League" vinta da protagonista nel 2010 con l'under 18 di cui poi diverrà capitano; ma siamo certi che anche solo gli allenamenti del giovedì pomeriggio, quelli condivisi tra under 23 e prima squadra, siano valsi il prezzo del biglietto. Allenarsi con i vari Terry, Lampard e Drogba non è una esperienza che tutti possano menzionare nel diario della propria vita.

Jacopo Sala(2007-2011): 0 presenze.

Fabio Borini

Andrà meglio ad un altro ragazzo italiano che il Chelsea prende nella stessa estate, dalle file del Bologna: Fabio Borini. L'attaccante emiliano diviene difatti il capocannoniere della squadra riserve del club( 10 reti in 11 partite), arrivando il 20 settembre 2009 al debutto in prima squadra, nella vittoria nel derby con il Tottenham. Nonostante ciò, vista anche l'importante e folta concorrenza nel reparto offensivo, il ragazzo colleziona solo qualche altro spezzone di gara prima di lasciare il club, destinazione Galles, allo Swansea. Sarà la prima tappa di un tour che lo vedrà girare campionati e città; storia di un giramondo , divenuto uomo sui campi di Cobham.

Fabio Borini(2007-2011): 4 presenze.

Carlo Ancelotti - A calm leader

Portoghese, israeliano, brasiliano e olandese. Dopo cinque anni di linguaggi diversi, il Chelsea torna a parlare italiano il 1 giugno 2009, data in cui Carlo Ancelotti viene annunciato nuovo allenatore del club di Abramovic. E' la prima volta fuori dai confini italiani per il tecnico emiliano, bisognoso di nuovi stimoli e contesti dopo le otto (vittoriose)stagioni rossonere. Ancelotti e il Chelsea ci mettono due mesi per dimostrare di essere un connubio indovinato, quelli che servono per alzare il primo trofeo( "Community Shield" contro lo United n.d.r). Sarà solo l'inizio di una stagione che vedrà i blues conquistare anche il "double", con la Premier acquisita ufficialmente dopo il pirotecnico 8-0 sul Wigan e la Fa Cup alzata al cielo dopo il successo sul Portsmouth. In nove mesi il Chelsea vince tre trofei, stabilisce il nuovo record di segnature in una stagione(103) e Ancelotti diviene il primo allenatore italiano a vincere il campionato inglese, nonchè primo nella storia dei blues a conseguire il double Premier League-FA Cup.

Fare meglio di così richiede solo una cosa, il desiderio (mai nascosto) più bramato dal propietario del club: la Champions League. Ma l'avventura europea dei blues termina ai quarti con i rivali del Manchester United, gli stessi che gli impediscono il bis in campionato. Lo zero alla casella "trofei" gli costa l'esonero nonostante un contratto ancora di un anno; ma il periodo lontano dalla amata panchina durerà poco, per il tecnico emiliano è pronto un tour nelle altre città più belle d'Europa: un viaggio che lo condurrà direttamente nella storia.

Carlo Ancelotti(2009-2011): 109 panchine( 67 vittorie/20 pareggi/22 sconfitte). 3 trofei.

Chelsea
Carlo Ancelotti allenatore del Chelsea - Photo by Daily Express

Marco Amelia

Stagione 2013-14. Dopo una annata da secondo in "Casa Milan" Marco Amelia, campione del mondo nel 2006, decide di chiuderla con il calcio, o perlomeno con quello a grandi livelli. A soli 32 anni infatti firma con la società dilettantistica romana del Rocca Priora, mentre un anno dopo gioca in Lega Pro con la Lupa Castelli Romani, di cui è anche presidente onorario. Tutto pare "tranquillo", sino al 6 ottobre quando, durante un Chelsea - Manchester United, Cortouis riporta un infortunio in uno scontro con Sanchez; il mercato è chiuso e Mourinho vuole un portiere sicuro alle spalle del "superstite" Begovic. Amelia è svincolato e il matrimonio si consuma in un attimo. Il portiere romano però, complice anche il rapido rientro di Cortouis, non scenderà mai in campo con la maglia blues.

Marco Amelia( 2015-2016): 0 presenze.

Antonio Conte - The Godfather

Il tifoso italiano medio identifica il rapporto tra Antonio Conte e il Chelsea nel numero 30, quanti sono i milioni costati al club l'esonero del tecnico pugliese e del suo staff dopo la querelle tra le due parti al termine della seconda stagione dell'ex ct azzurro alla guida della squadra. Niente di più errato, o meglio, non corretto: perchè se la seconda annata risulta a dir poco tribolata (spogliatoio ormai poco tollerante i rigidi dettami del mister, caso Diego Costa gestito, obiettivamente, in maniera discutibile), ma conclusasi comunque con un trofeo (Fa Cup, ancora con lo United), la prima stagione, quella dell'esordio del tecnico pugliese nel campionato inglese, resta trionfante. Forse, indelebile.

"Lavorare duro", durissima preparazione( che da molti giocatori sarà definita la più difficile della carriera) e un cambio radicale dell'alimentazione; lo sbarco in terra inglese dell'allenatore italiano è un uragano per ambiente poco propenso al cambiamento, in più la squadra viene da un decimo posto e il mercato non pare aver portato nomi succulenti. In pratica, ad agosto nessuno crede nei blues. L'inizio poi non è dei migliori e alla sesta giornata, dopo il primo tempo orribilante con l'Arsenal, Conte cambia: entra Marcos Alonso( unico giocatore da lui espressamente voluto) che con la mano indica il tre. Si torna, per Conte, all'antico. Sarà la svolta. Quel Chelsea ne vincerà 13 di fila (record), non incasserà praticamente più reti e farà sua la Premier con due giornate di anticipo: 93 punti( secondo punteggio più alto nella storia del club), 30 vittorie su 38 gare disputate( record battuto lo scorso anno dal Liverpool di Klopp). Un capolavoro, specialmente dal punto di vista tattico e un legame con i tifosi che il coro "Antonio!Antonio!" certifica in tutta la nazione.

Antonio Conte(2016-2018): 106 panchine( 69 vittorie/17 pareggi/20 sconfitte). 2 trofei

Davide Zappacosta - From Sora to London

Nella sua esperienza londinese Conte viene raggiunto, il 31 agosto 2017, da Davide Zappacosta, laterale destro del Torino; il ragazzo di Sora ha il suo nome legato a quello del tecnico pugliese che, dopo averlo fatto esordire in Nazionale non più tardi di quattordici mesi prima, ne richiede l'acquisto al club londinese: i 25 milioni (più bonus) versati al club granata risultano ai più spropositati, ma alla fine il rendimento del ragazzo sarà l'unico sufficiente di una campagna acquisti che si rivelerà successivamente disastrosa( Morata, Bakayoko, Drinkwater..).

Ma solo la prima stagione, quella con il "suo allenatore", sarà positiva: con l'arrivo di Sarri prima e Lampard poi, infatti, il ragazzo perde minutaggio e visibilità, vedendosi "costretto" al ritorno in prestito in Italia( Roma prima e Genoa poi). Nonostante questo la cartolina londinese racconta ricordi positivi e indelebili, come il debutto con rete in Champions League, la Fa Cup alzata al cielo di Wembley e l'Europa League vinta a Baku.

Davide Zappacosta( 2017-2019): 52 presenze, 2 reti. 2 trofei.

Emerson Palmieri

Il brasiliano naturalizzato italiano sbarca a Londra il gennaio del 2018, divenendo la prima alternativa a Marcos Alonso sull'out sinistro nel 352 di Antonio Conte; la cifra spesa all'epoca non è banale (alla Roma alla fine vanno quasi trenta milioni), per un giocatore, giovane si, ma che 24enne conta appena una cinquantina di gettoni tra i professionisti. Il tempo non ha del tutto dissipato i dubbi dell'epoca, se vero è che nella esperienza( finora) triennale con i blues, le presenze sono appena 63, solo la metà da titolare, molte delle quali di dubbia qualità. Era lecito attendersi di più? L'esborso è stato eccessivo? Qualunque sia la risposta, la carriera di Emerson a Stamford Bridge ha corso, corre e (probabilmente) correrà su binari secondari. Quelli che non lasciano un segno.

Emerson Palmieri( 2018- in corso): 63 presenze, 1 rete. 2 trofei

Maurizio Sarri - The unseen Sarriball

14 luglio 2018. Dopo Conte il Chelsea parla ancora italiano, con l'ufficialità di Maurizio Sarri come nuovo tecnico dei blues: le tre stagioni vissute sotto l'ombra del Vesuvio, hanno convinto il club londinese della bontà del lavoro del tecnico, che arriva a Londra firmando un ricco contratto triennale: "Spero che riusciremo a far divertire i tifosi e a essere competitivi per vincere trofei alla fine della stagione", le sue prime parole da allenatore del Chelsea. L'operazione sarà compiuta, ma solo a metà, perchè se il trofeo a fine stagione arriverà, con la vittoria dell'Europa League, il bel calcio tanto atteso latiterà( "Il gioco del Napoli aveva affascinato l'Inghilterra, ma al Chelsea non si è mai visto", scriveva il Times). Non basterà infatti la vittoria di Baku, ne il terzo posto finale in Premier, per mantenere fede al contratto, con il tecnico che tornerà poi in Italia sulla panchina della Juventus.

Cosa non ha funzionato? Perchè il Chelsea e Sarri si sono separati dopo un solo anno, seppur i risultati non siano stati negativi? Domande lecite, risposte non facili. La verita è che il mondo Chelsea, glam, modaiolo e fashion, mai si è sposato con le genuina semplicità del mister azzurro, personaggio non facile da "incastrare" in dei canoni, estetici e non, che l'ambiente del sud-ovest londinese "richiede". Questo insieme ad un football tanto atteso ma non mostratosi e alla mancata connessione con uno spogliatoio mai avuto realmente in mano( dall'ostracismo verso senatori come Fabregas e Cahill, fino al "caso Kepa"), hanno portato ad un addio che nessuna delle due parti ha vissuto con dolore. E questo, forse, è la spiegazione di tutto.

Maurizio Sarri( 2018-2019): 63 panchine( 39 vittorie/13 pareggi/ 11 sconfitte). 1 trofeo.

Jorginho

Lo stesso giorno dell'avvento ufficiale di Sarri, a Londra sbarca anche "il suo fedelissimo" Jorginho, uomo ritenuto fondamentale nel codificare il gioco del nuovo allenatore, ribattezzato subito dalla stampa inglese con il nome di"Sarriball". La nomea di "pupillo del tecnico" non facilita l'ex centrocampista di Verona e Napoli che però, aiutato dall'ottima partenza della squadra( 5 vittorie nelle prime cinque gare), mostra buone cose nelle prime gare. A novembre però i primi problemi, la squadra fatica nei risultati e nell'atteggiamento in campo, con il regista che si torva a gestire spazi e ritmi per lui inusuali. Un copione tattico che denigra le qualità del brasiliano e ne evidenzia tutti i limiti. Dirà di lui Rio Ferdinand: "Non è bravo a difendere. Non corre, quindi non riesce a darti niente in fase difensiva e non riesce a darti niente neanche nella metà campo avversaria".

Le parole dell'ex centrale della nazionale inglese sono volontariamente provocatorie, ma rispecchiano il pensiero di molti addetti ai lavori e di una frangia della tifoseria che mai ha perdonato al calciatore lo stretto rapporto con Sarri, ne tantomeno i 63 milioni di euro spesi per il suo acquisto( fatto di cui ovviamente il ragazzo non ha colpe). Nonostante l'addio dell'allenatore italiano, anche con Frank Lampard il centrocampista troverà inizialmente spazio e considerazione(è il vice capitano della squadra), per poi scivolare nelle gerarchie e nella considerazione del tecnico. Oggi, con alle viste un europeo che probabilmente giocherà da protagonista con la maglia azzurra, il presente del regista è a Londra, ma più per mancanza di offerte che per dedizione alla causa. La sensazione è che in estate, la valigia riposta nell'armadio tre anni or sono, verrà tirata fuori..

Jorginho( 2018-in corso): 115 presenze, 13 reti. 1 trofeo.

Con l'attuale numero 5 dell'organico di Lampard, si chiude la nostra disamina sugli allenatori e giocatori italiani "vestitosi di blues", con la consapevolezza che sarà una cerchia destinata ad allargarsi; perchè Chelsea ed Italia è, e sarà per sempre, una storia che si riscriverà. Con un pallone sottobraccio ed il "blues" sullo sfondo.

di Pierluigi Cuttica