Man City – QPR 3-2: la folle partita che ha cambiato il futuro della Premier
C’è una data che, molti se non tutti, i tifosi del Manchester City nella storia recente del club non dimenticano facilmente. Siamo anche sicuri che forse, i più accaniti, questa data ce l’abbiamo anche tatuata sulla pelle oltre che in testa. E’ il 13 maggio del 2012, il giorno che ha dato la vittoria della Premier League ai citizens dopo 44 anni.
Quel giorno si gioca l’ultima partita di quel pazzo campionato, pazzo perché a giocarsela sono le due squadre di Manchester, lo United e il City appunto, pazzo perché l’epilogo siamo sicuri ha fatto venire il crepa cuore a diversi.
La vigilia di quel giorno è trepidante, Manchester ha gli occhi dell’Inghilterra se non del mondo addosso. Le due squadre sono entrambe appaiate in testa al campionato con 86 punti. I Red Devils giocano in trasferta contro un Sunderland che ha ormai poco da dire al campionato, a differenza della squadra di Roberto Mancini che invece deve giocare in casa contro il Queens Park Rangers per una partita tutt’altro che facile.
Gli Hopps, quell’anno allenati da Mark Hugges, per la prima volta in Premier League dopo quindici anni sono immischiati nella lotta per non retrocedere insieme al Bolton sotto di due punti e all’Aston Villa più avanti di una posizione.
Se per lo United sembra essere poco più di una passeggiata, la vera sfida invece si preannuncia essere l’altra nel più classico dei testacoda tra chi ambisce di mettere le mani sul titolo e chi di rimanere nella massima serie anche la prossima stagione.
All’Etihad Stadium inizia la partita e il City cerca subito di buttarsi in avanti, il compito non è però facile, lo 0-0 resiste fino a pochi minuti dall’intervallo quando Zabaleta porta in vantaggio i citizens. Per Mancini e compagni sembra filare tutto liscio ma all’inizio della ripresa, in poco più di dieci minuti, avviene qualcosa di clamoroso. Il QPR alla prima vera occasione della partita trova il pari con Cissé e il raddoppio con Mackie.
In mezzo a quei due gol l’episodio, anch’esso storico, che fece arrabbiare il telecronista di Sky Marianella, con il bad boy Joey Barton che sferrò un calcio ad Aguero, tentò un testa a testa con Kompany, oltre a il fallo iniziale su Tevez che era già considerato condotta violenta lasciando il QPR in dieci.
I minuti sul cronometro passano veloci, all’Etihad si respira un clima irreale, il City, dopo una stagione in lotta per il titolo, vede sfumare il sogno perdendo in casa con una squadra della parte bassa della classifica. Sull’altro fronte, lo United a Sunderland sta vincendo 1-0 e sembra a un passo dal mettere le mani sulla seconda Premier consecutiva.
Si arriva quasi allo scadere, sono tutti attaccati a radioline e smartphone, arriva la notizia che il Bolton ha pareggiato contro lo Stoke e gli Hopps sono ufficialmente salvi. Mancini, da esperto allenatore, prova ad approfittare del momento di debolezza degli avversari e allora tenta il tutto per tutto, mette dentro l’artiglieria pesante con l’ingresso di Dzeko e Balotelli.
È l’attaccante bosniaco a siglare al 90’ il pari e a regalare ancora qualche minuto di speranza ai suoi. Passano 4’ minuti e succede l’incredibile fino a un attimo primo, il pallone arrivo sui piedi di Balotelli che apre in area avversaria ad Aguero che non ci pensa due volte e calcia a rete per il 3-2 finale. Con questo risultato e grazie alla differenza reti +8, il Manchester City si laurea campione d’Inghilterra.
Il City conquista la Premier dopo 44 anni, lo fa all’ultima giornata e contro i cugini, l’inizio di un sogno iniziato quel 13 maggio del 2012 che ha cambiato per sempre la storia e la vita del club e di molti tifosi citizens.
di Lorenzo Petrucci