Il Fulham di Roy Hodgson, dalla retrocessione alla finale di Europa League
Un freddo dicembre
In un freddo dicembre del 2007 dalle parti di Putney Bridge arrivò Mister Roy Hodgson, allenatore nato a Croydon, sobborgo ubicato nel Sud di Londra. Tecnico classico inglese, con uno stile di gioco conservatore e basato su una difesa arcigna e un centrocampo di quantità. Quella vecchia volpe di Roy fu chiamata per risollevare le sorti del Fulham Football Club.
Partenza in salita, molto turbolenta e condita dalle sconfitte contro West Ham, Chelsea e Arsenal.
Scelte coraggiose
L’allenatore cambiò le carte in tavola, prendendosi
la responsabilità di alcune scelte, che all’inizio fecero parecchio discutere.
Steven Davies, eletto giocatore dell’anno nella stagione
precedente, fu ceduto al Glasgow Rangers, le gerarchie nello spogliatoio furono ribaltate e vennero messi in discussione alcuni capi saldi e giocatori di talento. La stagione fu durissima ma il metodo Roy ebbe gli effetti desiderati e dopo un finale al cardiopalma il Fulham ne uscì indenne conquistando una salvezza d'altri tempi. Alla terzultima partita il Fulham, virtualmente retrocesso e sotto di due reti contro il Manchester City, riuscì
ad acciuffare il risultato, grazie a una doppietta pazzesca di Diomansy Kamara. Sulle ali dell'entusiamo la squadra avanzò il baricentro e si spinse in avanti, realizzando all’ultimo respiro il gol della vittoria del 3 a 2. I ragazzi di Hodgson vinsero anche la partita successiva contro il Bimingham City e si presentarono sul campo del Portsmouth con la consapevolezza di potercela fare. Il gol della salvezza arrivò a tredici minuti dal novantesimo con Danny Murphy.
Il contratto di Roy Hodgson fu esteso anche per stagione seguente in cui i Cottagers, al termine di un’annata formidabile, si piazzarono in settima posizione, che significò qualificazione all’Europa League. I tifosi si stropicciarono gli occhi e si fregarono le mani, immaginando già l'atmosfera del Craven Cottage nelle notti europee. Il Fulham finì nel girone E, non impossibile ma molto ostico. I Cottagers riuscirono nell'impresa arrivando secondi, alle spalle della Roma ma davanti a Basilea e CSKA Sofia. I londinesi si fecero valere, conquistano 11 punti, frutto di tre vittorie, due pareggi e una sconfitta. Gli ottavi di finale erano già una conquista e quando dall'urna dei sorteggi uscì la Juventus, in molti dissero la classica frase: l’avversario peggiore che potesse capitare.
Sentenza
Nel match di Torino non ci fu partita e i londinesi uscirono sconfitti per 3
a 1. L’eliminazine sembrava ormai una sentenza già scritta. Il 18 marzo 2010 accadde l’impensabile. Il Craven Cottage era gremito e ribolliva come una pentola a pressione pronta a esplodere, ma purtroppo arrivò, dopo appena due minuti, la doccia fredda, con il gol del francese David Trezeguet, che spense l’entusiasmo. I ragazzi di Mister Roy non si diedero
per vinti e al nono minuto Bobby Zamora, sfruttando un’ingenuità della difesa, pareggiò i conti ridando un senso alla partita. A metà della prima frazione venne espulso Fabio Cannavaro e i padroni di casa iniziarono a giocare con più intensità. Al minuto trentanove arrivò il sorpasso, ad opera
dell’ungherese Zoltán Gera, che si infilò tra le maglie della difesa juventina portando in vantaggio il Fulham. Delirio al Craven.
Nella ripresa la squadra di Hodgson alzò il baricentro del gioco e trovò il terzo gol, con la doppietta personale di Gera su rigore, guadagnato da Damien Duff che fece carambolare la palla sulla mano di un avversario. Il pubblico andò in estasi. A quel punto bastava un solo gol. Gli ospiti, più esperti, chiusero tutti gli spazi e, proprio quando la partita si avviava verso i tempi supplementari, arrivò la zampata di Clint Dempsey.
Giocata strepitosa
Il giocatore statunitense si inventò una giocata strepitosa e con un pallonetto formidabile scavalcò il portiere avversario Antonio Chimenti. Furono attimi di tensione pura, la palla lemme lemme s’insaccò in fondo al sacco facendo dondolare dolcemente la rete. Le vecchie tribune dello stadio tremarono. Quella sera l’intero quartiere si riversò in strada per cantare e festeggiare. L’impresa controla Juventus fu solo il preludio a quello che successe nel proseguo della competizione. Il Fulham superò i quarti di finale eliminando il Wolfsburg.
A un passo dal sogno
La squadra di Roy ci prese gusto e in un personalissima battaglia calcistica Inghilterra-Germani fece fuori anche i tedeschi dell’Amburgo in semifinale. A un passo dal sogno. Il 12 Maggio 2010, proprio in quel di Amburgo i Cottagers si trovarono a un passo dalla storia. Le squadre spagnole storicamente danno filo da torcere sempre e comunque, ma il buon vecchio Roy sapeva il fatto suo e imbrigliò a dovere l'Atletico Madrid. Al 31' però Diego Forlan castigò i londinesi e gettò nello sconforto Roy, che con una smorfia eloquente lasciò trasparire tutto il proprio disappunto. Era fondamentale non prendere gol. L'Atletico si riversò in avanti per chiudere il match, ma dopo appena cinque minuti ecco Davies che come nelle favole pareggiò i conti. E Roy sorrise. Partita tiratissima, carica di tensione che si trascinò sino agli odiati tempi supplementari. Purtroppo a quattro minuti dalla fine del secondo tempo supplementare arrivò il gol dell’uruguaiano Diego Forlan, ancora lui. La coppa andò agli spagnoli.
La delusione fu indescrivibile, lo scoramento e le lacrime versate, tra cui quelle del tifoso illustre Hugh Grant, lasciarono però spazio agli applausi scroscianti del popolo del Fulham. La squadra si rese comunque protagonista di un’impresa. Una della annate più belle della storia, considerando che dalla retrocessione in Championship alla finale di Europa League è un attimo, sì, quei maledetti quattro minuti che purtroppo furono fatali. Raccontare e tessere e tessere le lodi di una vittoria è doveroso ma parlare delle sconfitta fa sempre bene, perchè le favole anche se non hanno sempre il finale a lieto fine, sono sempre delle favole.
Il 13 luglio 2013 ci fu un cmabio ai vertici del club e iniziò l’era Shahid Khan, già proprietario dei Jacksonville Jaguars, squadra che militava in National Football League. Ma questa è un'altra storia.
di Antonio Marchese