A spasso per Londra: amici, birre, partita e un incontro inaspettato
Il The Valley
Una squadra di calcio non si limita a fruire la frequentazione di uno stadio, una squadra di calcio “abita” il proprio stadio fino a farne la propria casa e lo onora festeggiandone degnamente ogni ricorrenza, come ha fatto il Charlton Athletic nel 2019, in occasione dei 100 anni del The Valley, che ospitò la prima partita degli “Addicks” il 13 settembre del 1919 e che, nel 1974, ha ospitato anche i The Who in concerto.
Quattro amici
Così, con quattro amici, il mattino del 28 settembre 2019 ci muoviamo da Notting Hill alla volta di Charlton, salendo prima su un double decker (il n. 94, fino a Bond Street) per poi passare alla Jubilee Line e alla DLR fino agli Island Gardens dell’Isle of Dogs e imboccare il Greenwich Foot Tunnel, che corre per 370 metri sotto il Tamigi, per poi arrivare a calpestare il Meridiano Zero.
Guinnes e tè col latte (senza zucchero)
Dopo esserci rifocillati con un abbondante pasto a base di bacon, salsicce e pesce fritto annaffiato da pinte di Guinnes (per gli uomini) e di tè col latte e senza zucchero (per me), saltiamo sul bus 53 che da Charlton Road ci conduce nei pressi di quel piccolo stadio incastonato tra file di case pittoresche, talvolta decorate con murales che sembra vogliano gridare ai tifosi che passano di qui quanto siano orgogliose delle proprie origini e dell’appartenenza a questo quartiere dove, per la precisione in Charlton Church Lane (una delle strade che si percorrono per arrivare alla dimora degli Addicks), tra il 1903 e il 1913 (quindi prima della costruzione del The Valley), ha abitato anche Italo Svevo.
Il cofanetto
Entrare al The Valley è come aprire un cofanetto, un portagioie prezioso rivestito di un morbido velluto verde che ben s’intona con il cielo grigio che si intravede sullo sfondo, dietro alle file di alberi e di case circostanti.
La partita che siamo qui per vedere oggi vede contrapposti il Charlton, appunto, e il Leeds United, allenato nientepopodimeno che dal pittoresco Marcelo, “el Loco”, Bielsa che, se si ha la fortuna di essere posizionati sopra alle panchine, da solo vale il biglietto! Siede sulla panchina opposta e non su di uno sgabello Lee Bowyer, impeccabile e distinto, anche senza giacca, solo in camicia e cravatta. Da segnalare in campo, tra le fila del Leeds United, Kalvin Phillips, approdato in nazionale prima che in Premier League, di cui abbiamo fatto la conoscenza in occasione dell’Europeo da poco conclusosi.
Non chiedetemi come sia finita la partita… sinceramente non lo ricordo.
Un’esperienza bellissima
Uscire dallo stadio, da qualsiasi stadio inglese, per recarsi al pub, piuttosto che a “casa”, piuttosto che altrove, è sempre un’esperienza bellissima; camminare tra file di tifosi di ogni età e di diversa provenienza, tutti raccolti sotto la medesima bandiera ha qualcosa di magico e d’altri tempi, rimanda a una condivisione che accomuna e per la quale si è tutti uguali, lì raccoltisi a sostenere la propria squadra!
Westmoor Street
Noi cinque si decide di imboccare Westmoor Street che ci conduce fino a quel capolavoro ingegneristico che sono le chiuse sul Tamigi e io erroneamente pensavo che la parte calcistica del nostro, ahimè, ultimo week-end londinese fosse finita, quando invece, lunedì mattina, dopo essere stati a colazione da Pellicci su Bethnal Green Road ed aver visitato la piccola stanza sita al primo piano che ospita i ricordi degli anni gloriosi che hanno annoverato tra i clienti abituali del locale addirittura i gemelli Kray, criminali gentiluomini attivi nell’East End londinese nella seconda metà del secolo scorso, inaspettatamente, in Brick Lane, uscendo dal negozio Classic Footbal Shirts, chi vedo dall’altro lato della strada??!! Andy Carroll!!!!
Sbandamento
Ho un attimo di sbandamento, chiedo il sostegno del mio amico Andrea, che in quel momento era al mio fianco, prendo il coraggio a quattro mani e, dopo aver avuto conferma della sua identità (peraltro sarebbe impossibile non riconoscerlo, alto e bello com’è), gli chiedo di poter fare una foto con lui…
Questo week-end londinese non poteva avere un esito migliore.
diLaura De Bernardi