Qui Tottenham. Giù le mani da Mourinho: testa a Stoke e pedalare
D'accordo, il Tottenham ha fallito gli ultimi esami di maturità, probabilmente la prova del nove. Liverpool e Leicester restano maledizioni storiche, stregoneria che solo il calcio britannico riesce a narrare, 1 punto in 3 partite e Spurs che scendono momentaneamente fuori dalle Top4 vittime di una classifica evidentemente ancora troppo contratta. 6 punti da un Liverpool tornato a gonfie vele e far la voce grossa, soprattutto a Palace. Ma non è tutto da buttare. Ok qualche allarmismo, ma disfattismo non esiste. S'è corso troppo, troppo entusiasmo nell'ambiente (inteso come tifoseria), soprattutto dopo un trionfante North London Derby, soprattutto quando gli esami di maturità erano appena iniziati ed un calendario così incredibilmente tosto e contratto avrebbe riproposto sfide delicate e scontri diretti mediaticamente importanti nel giro di pochi giorni.
Ma adesso non deve esistere disfattismo: qualche allarmismo è ben accetto, brusii anti Mourinho e disfattismo mai nella vita. Perchè la strada tracciata, quella di un Tottenham compatto e ambizioso, che portò fior fior di risultati importanti tra ottobre e novembre, non va distrutta. E anzi, va valorizzata. Perchè indipendentemente da qualsiasi filosofia calcistica o stile di gioco, Jose Mourinho resta uno dei manager più vincenti della storia di questo sport e qualche capello bianco di troppo può solo ingannare i più ingenui, chi ne mastica di meno, certamente non chi mastica calcio britannico e internazionale da sempre. E s'è qualcuno per abbattere maledizione e stregoneria, cambiare mentalità, conquistare trofei e cambiare storia recente del club, nessun uomo nella storia di questo sport è meglio di Jose Mourinho. Perchè è costato tanto, ai tifosi stessi e Daniel Levy, con l'esonero di uno dei tecnici più amati della storia del club, Mauricio Pochettino. E se parcheggiare il bus non dovesse soddisfare i fini palati del Tottenham Way, il tempo sarà comunque galantuomo. A Jose.
Il percorso di Jose è appena iniziato. D'altronde l'ha sempre detto, avrebbe voluto costruire qualcosa di importante negli anni, con una società che attenda successi nel tempo, come Guardiola ma soprattutto Jurgen Klopp a Liverpool, per anni e anni in panca senza discussioni nonostante nel progetto di costruzione di un team poi nel tempo straordinario non abbia praticamente vinto alcun trofeo nei suoi primi 2 addirittura 3 anni di gestione. Per questo sognare di lottare per il titolo, arrivare magari a maggio secondi a soli 3/4 punti dai Reds, soddisferebbe pur una grande stagione del Tottenham Way, ma magari, come spesso accaduto nella storia recente del club, non porterebbe ad alcun trofeo. Quindi, nonostante le ultime due sconfitte, il Tottenham resta lì, nel suo habitat, la lotta al quarto posto, la sua dimensione. Ma star lontano a febbraio/marzo dal sogno titolo, potrebbe portarla a concentrare le sue energie su Carabao, FA Cup, Europa League stessa. Trofei, trofei, trofei. Non impossibili. Quei trofei che un club del genere che non vince nulla dal 2008 ha bisogno di sollevare. Quelli che poi alla fine restano nelle memorie dei sostenitori, quelli che restano impressi nella storia. Perchè storia sarà: Jose Mourinho è garanzia.
di Simone Dell'Uomo