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Cinque mesi dopo il Chelsea torna a Bramall Lane e la speranza del "Mondo Blues" è che il risultato possa essere diverso: l'11 luglio scorso, infatti, i ragazzi di Wilder sconfissero 3-0 la compagine di Lampard, confermando uno straordinario torneo che avrebbero poi chiuso a ridosso della zona europa. Ne sono cambiate di cose da quella calda notte di luglio, lo Sheffield è in una crisi netta di risultati che la classifica testimonia senza pietà: ultimo posto, solo undici punti fatti, appena tre vittorie, con la zona salvezza lontana oggi ben dodici punti.

Anche a Cobham ne sono successe di cose, con il faraonico mercato estivo, un ottimo inizio di stagione, susseguiti poi da una crisi a cavallo tra dicembre e gennaio costato l'allontanamento di Frank Lampard. Oggi il Chelsea è di Thomas Tuchel, il cui impatto sulla panchina dei blues è stato positivo, sia sul campo( sette punti su nove disponibili), che fuori( l'atteggiamento del tedesco sta riscuotendo consensi in tutto il mondo blues). L'obiettivo è quello di riavvicinarsi alla "zona Champions " ed i risultati degli ultimi turni tendono una mano ai londinesi: oggi non c'è risultato diverso dalla vittoria. Per raggiungere l'obiettivo, Tuchel presenta il modulo delle prime uscite, affidando a Christensen una difesa orfana dell'infortunio Thiago Silva e confermando a centrocampo la coppia Jorginho-Kovacic; sulle fasce James e Chilwell, mentre davanti scelto Giroud come terminale offensivo affiancato dalla coppia Mount-Werner.

Partono meglio le blades, poi escono i blues

Al tecnico tedesco bastano quaranta secondi per capire la difficoltà della gara, quelli che impiega lo Sheffield per sfiorare la rete, quando Burke, ben servito da McBurnie, spreca non trovando la porta di Mendy. L'azione è il manifesto di una prima parte di frazione che arride ai locali, capaci di affrontare meglio una gara impostata su aggressività e pressing; gli uomini di Wilder usufruirebbero anche di un tiro dagli undici metri, quando Chilwell stende Lundstram, ma il rigore viene poi negato dal VAR per fuorigioco dello stesso centrocampista.

Il Chelsea con il passare dei minuti prende coraggio e, approfittando di un calo del pressing avversario, riesce a esprimere le prime trame: la manovra dei blues si poggia molto su Mount e Werner, volenterosi nell'allargare una manovra che non riesce a coinvolgere Giroud, ben controllato da Egan. La prima chance per gli ospiti arriva dopo la mezz'ora e porta la firma di Chilwell, abile a deviare di testa il cross di Azpilicueta, ma la conclusione del nazionale inglese terminerà oltre la traversa. Jorginho e Kovacic continuano a guadagnare campo e la manovra degli uomini di Tuchel, inevitabilmente, aumenta in pericolosità; l'azione migliore dei blues sarà quella decisiva, quando, al minuto quarantatre, Kovacic allarga per Chilwell, il cui passaggio in profondità troverà il movimento di Werner, abile a servire prontamente per l'ottimo impatto di Mount. Tre tocchi mancini per il vantaggio con cui il Chelsea chiude il primo tempo.

Succede tutto nei primi quindici minuti

Partenza subito in salita per i blues che, dopo dieci minuti, subiscono il pari grazie ad una autorete di Rudiger, con il tedesco che tocca il pallone verso una porta da cui era però appena uscito Mendy. I padroni di casa non vogliono però mancare di ospitalità, ricambiando l'omaggio con l'infausto retropassaggio di Bryan che apre una autostrada per Werner che, atterrato da Rasmdale, guadagna un rigore che Jorginho realizza con freddezza.

Il Chelsea gestisce il nuova vantaggio con pragmatismo, come testimoniano i cambi, tra cui quello Kante/Werner che tramuta il modulo iniziale in un robusto 352; i blues di fatto non creeranno più nulla, concedendo poco ad uno Sheffield che vedrà le sue azioni pericolose sventate da interventi di un Rudiger in modalità " ricerca del perdono" dopo l'errore di inizio frazione. Lo Sheffield avrà però l'occasione del pareggio al minuto 94, ma sulla bellissima rovesciata di Sharp, Mendy si farà trovare pronto timbrando la vittoria dei suoi: tre punti per continuare la scalata ad una classifica che, questa sera, pare meno malvagia.

Pierluigi Cuttica