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Oggi la gara tra Manchester City e Chelsea non è una semplice gara di Premier. Non può esserlo. Si gioca si, per una classifica che (virtualmente da settimane) è pronta a celebrare gli uomini di Guardiola come nuovi campioni d'Inghilterra, si gioca si per una graduatoria in cui il Chelsea necessita punti per assicurarsi un posto nella maggiore competizione continentale della prossima stagione. Ma si gioca, soprattutto, con un pensiero fisso che va oltre l'erba del Etihad Stadium, attraversata figurativamente fino ad atterrare allo stadio Ataturk. Il 29 maggio e la finale di Champions sono lontani, eppure Istanbul, oggi, sembra così vicina..

In attesa del quarto (e più importante) incrocio stagionale in terra turca, cityzens e blues oggi si scontrano per la terza volta, con un bilancio per ora di assoluta parità: vittoria a Stamford Bridge( 1-3) ad inizio gennaio per gli uomini di Guardiola, affermazione( pochi giorni addietro) per quelli di Tuchel nella semifinale di Fa Cup di Wembley. Per la gara odierna il City cambia ben nove uomini rispetto alla vittoria sul Psg( confermati solo Ederson e Dias), affidandosi ad un 352 in cui spicca la coppia d'attacco Aguero-G.Jesus; meno rotazioni nei londinesi con Tuchel cambia sulle fasce, dove ritrovano spazio dal primo minuto James ed Alonso, fa rifiatare Jorginho per il giovane Gilmour e rilancia Ziyech e Pulisic nel tridente offensivo. Turno di riposo per Thiago Silva e Mount, nemmeno in panchina.

Sterling per il vantaggio dei cityzens

Nessuno si aspettava un grande ritmo nel match odierno, per le enormi energie fisiche e mentali spese dalle due compagini nelle rispettive vittoriose "campagne europee" della settimana: e la gara, praticamente per tutta la frazione, narra un incontro in cui vige il rispetto, l'ordine tattico, una circolazione della palla se possibile sempre a terra e poco altro. Le due collaudate fase difensive non impiegano fatica a a bloccare attacchi sterili e poco convinti: qualche pallone arriva ai due portieri, ma sempre sottoforma più di carezza che altro. Di fatto, tutto quello da annotare della frazione accade a cavallo degli ultimi due minuti: i padroni di casa prima vanno in vantaggio con Sterling, abile a sfruttare l'assist di Sterling dopo una errata lettura difensiva di Christensen( che peraltro si infortuna nella azione), poi guadagnano un rigore per fallo di Gilmour su Gabriel Jesus quando gli ospiti sono ancora in inferiorità numerica: dal dischetto però il cucchiaio di Aguero sarà una brutta figura per l'attaccante argentino, con Mendy che farà sua la sfera.

La pareggia Ziyech, la vince Alonso

La ripresa si discosta poco dai primi quarantacinque, il ritmo rimane basso e le squadre gestiscono con parsimonia le energie: all'improvviso, però, il Chelsea cambia marcia e prima va vicino alla rete con Pulisic, che spreca dal limite, per poi trovarlo poco dopo Ziyech, chirurgico con il suo sinistro nel rendere letale il passaggio di Azpilicueta. Dopo il pareggio i blues continuano il buon momento, andando vicini in un più di circostanze al vantaggio( annullata una rete per fuorigioco a Hudson-Odoi), mentre per i padroni di casa l'occasione maggiore è una deviazione di Foden sul cross di Mendy ce termina la sua corsa al lato del palo sinistro dell'altro Mendy. Quando la gara sembra oramai indirizzata verso il pari, arriva il vantaggio londinese: verticalizzazione di James per Werner, cross basso del tedesco su cui arrivano contemporaneamente Hudson-Odoi e Alonso: il tocco finale sembra quello dello spagnolo che trafigge Ederson e regala una vittoria importantissima ai suoi. Il Chelsea ora è terzo in classifica. Il Manchester non può( ancora) festeggiare il titolo.

La tavola è apparecchiata, Cityzens e Blues. Ci si vede a Istanbul.

Pierluigi Cuttica