Ambizione e compattezza: così Jose Mourinho ha ricostruito il Tottenham Hotspur
Eravamo stati profetici, concedetecelo. Un mese e mezzo fa titolammo "nacque a Burnley l'era Mourinho, quella vera". Osammo. Difendendo il Tottenham e l'operato di Jose nel momento più complicato: dopo un'annata di transizione serviva una partenza sprint, invece fu falsa partenza, qualche punto perso di troppo ma soprattutto quel drammatico 3-3 interno col West Ham, clamorosa rimonta dei martelli concessa nel finale. Sembrava il solito Tottenham vecchie maniere, bello ma che non balla, bello e incompiuto, più come quello di Redknapp che come quello di Pochettino. Perchè Poch resta chi ha ricostruito il Tottenham dalle sue fondamentale e a cavallo tra uno stadio, Wembley e l'altro, sfiorò due Premier e una Champions League. Qualcosa di mai visto. E anche se mancò la firma col sangue, quella sui titoli, per raggiungere vette del genere devi avere attributi su attributi.
SQUADRA VERA Questo Tottenham ha tanto del secondo Tottenham di Pochettino. Un gruppo di ragazzi guidati da senatori, tutti uniti a giocare e muoversi da squadra vera, compatta, unita, soprattutto d'intenti. Quella di seguire istruzioni e soprattutto perseguire ambizioni del suo allenatore. Una squadra vera, una squadra con la S maiuscola, gruppo vero, amici che in campo andrebbero tra le fiamme per difendere i loro compagni. Perchè vogliono vincere e seguono il messia giusto, il migliore, il migliore che mai potessero trovare: the Special One. Kane e Son diventati grandi, sono star planetarie, letteralmente "World-Class players": hanno sposato gli Spurs, ma vogliono vincere, non sono rimasti a perdere tempo. Ed è un Tottenham che sa ignorare l'estetica per perseguire il risultato, sa voltare le spalle all'espressione e al Tottenham Way stesso per nutrire fame di vittorie. Perchè vincere aiuta a vincere e da un mese mezzo i risultati stanno arrivando, eccome.
IL MURO E tra i protagonisti assoluti di questa prima parte d'annata c'è sicuramente uno straordinario Hojbjerg. Calciatore vero, leader vero, sacrificio e mentalità a disposizione dei suoi compagni. Sempre il primo a trainare, a guidare le linee, a spingere e supportare i compagni, a guidare e leggere qualsiasi attimo tecnico come se fosse un allenatore nel rettangolo di gioco. Con Dier e Alderweireld dietro, compone il vertice alto di un triangolo straordinario, le nuove colonne, quelle del nuovo ciclo, quelle del Tottenham di Mourinho. A valorizzare Hojbjerg c'è una presenza però determinante, quella di Sissoko, che con le sue leve arriva e pulisce laddove gli altri non arrivano. Così il Tottenham è tornato muro, compatto, fisico, motivato, determinato. Sono loro la nuova essenza.
COMPATTEZZA Jose ha sostanzialmente trovato quadra, compattezza e risultati col suo 433, basso e denso. Difesa a 4, Hojbjerg schermo e metronomo, fisicità e aggressione Sissoko, qualità sempre comunque e puntualmente fisica chiamata Ndombele o motorino Lo Celso. Non c'è più spazio per il fallimento Alli o quel leggerino di Harry Winks. Le squadre di Mourinho non sono quelle che vanno a vincere 6-1 all'Old Trafford, le squadre di Mou sono quelle che tra Man City, Chelsea e Arsenal ti portano a casa 7 punti tramite soli 4 gol fatti ma tramite, soprattutto, 0, e ribadiamo 0, gol subiti. Il Tottenham è la miglior difesa del torneo. Già, fa effetto ma è così: la miglior difesa. Soli 9 gol subiti, 3 tra l'altro nel derby col West Ham, dramma e quindi svolta dell'annata. Quando perdo imparo, il mantra dei vincenti. E così fu, perchè come detto proprio a Burnley cambiò la musica: di lì in poi 16 punti su 18, 1 gol subito in 6 partite, qualcosa di pazzesco. Gli Spurs hanno arretrato il raggio d'azione: malgrado la partenza a questo punto lecita, naturale, anagrafica di Jan Vertonghen ormai 33enne, Dier è diventato un onesto e grintoso centrale, al fianco di sicurezza Alderweireld non si passa più. Aurier ha meno margine per le sue amnesie, Davies equilibrio e cultura, Doherty arriverà e Reguilon esploderà.
NUOVO CICLO E si respira veramente aria da nuovo ciclo. Anche dall'ultimo, ennesimo, post social di Jose, un What a Team ad immortalare proprio Hojbjerg, Bergwjin, Lo Celso, Reguilon, tutti che corrono ad abbracciare una delle star mondiali, probabilmente il calciatore asiatico più forte di tutti i tempi, come Heung-Min Son. E adesso sì, li ha plasmati, danno l'anima, i risultati schizzano e Jose s'è conquistato il Tottenham, il Tottenham inteso come ambiente, environment, tifoseria, stampa, Hotspur Way e addetti ai lavori. "Chi meglio di lui per vincere?" ha spiegato Kane; eco Dier "Il primo serioso quando c'è da spingere, il primo a scherzare quando c'è da scherzare". Tra risultati, curriculum e carattere s'è preso quindi tutto il mondo Spurs, malgrado lo scetticismo generale tra cui arrivò un anno fa, gente che per colpa di qualche capello bianco e un'esperienza al Man United finita malissimo l'aveva dato erroneamente per fine. Ma sottolineiamo: erroneamente. Jose è intramontabile, stratega e vecchia volpe migliore del calcio moderno. L'arte di vincere: tutto è orientato a titoli e trofei, qualsiasi sia il materiale a disposizione. E l'impressione netta è proprio che vincerà pure con gli Spurs. D'altronde è stato scelto e prescelto, chi meglio di lui e quale matrimonio migliore per cambiare la storia del club.
di Simone Dell'Uomo