Nato nel 1993 nell’antica città di Bath, Somerset, Tyrone Mings è oggi un apprezzato difensore centrale che gioca nel più completo e competitivo campionato al mondo; eppure la sua vita non è stata facile. Non ricorda esattamente come e quando, ma suo padre, calciatore di buon livello, lasciò la moglie ed il Paese per trovar fortuna al di là dell’Atlantico e sua madre dovette sobbarcarsi l’onere del sostentamento dei due figli. Ben presto Tyrone, sua madre ed i suoi fratelli furono costretti a trasferirsi in un alloggio statale per senzatetto nella zona orientale della contea: all’epoca Mings era regolarmente iscritto alla Primary School, l’equivalente della scuola elementare italiana, e faceva parte dell’Academy del Southampton.

Photo by Thetimes.co.uk

Il calcio fu la sua salvezza, un sogno come un soffio d’aria fresca nella minuscola stanza dove Tyrone si addormentava sognando il calcio dei grandi, la Premier League con i suoi colori sgargianti, i trofei e la fama. Non furono però i Saints a trasformare i suoi sogni in realtà poiché a quindici anni Mings si ritrovò fuori dai progetti societari della squadra dell’Hampshire. Senza una squadra, iniziò a guardarsi intorno e, grazie agli ottimi voti scolastici, si preparava a trasferirsi negli Stati Uniti per una scholarship quando il suo antico amore tornò a bussare alla sua porta. Il piccolo Yate Town F. C., squadra dilettantistica che all’epoca militava nell’ottava serie inglese, gli offrì una chance, una stagione con la maglia bianca del club del Gloucestershire. I risultati furono al di là di ogni previsione ed all’esperienza con le Bluebells seguì una stagione al Chippenham Town F. C., sesta serie inglese.

Ovviamente giocare per un club dilettantistico non assicura un guadagno economico sufficiente al sostentamento, così Mings trovò un impiego dietro il bancone del White Hart Pub di Chippenham, un nome altisonante che sembrava richiamare uno degli storici impianti londinesi, un rettangolo di gioco che Tyrone non poteva allora immaginare avrebbe un giorno calcato. Fu proprio durante il suo periodo nella cittadina del Wiltshire che Russell Osman, leggenda dell’Ipswich Town ed ora osservatore per il club, notò le ottime performance di Mings e lo portò all’attenzione del manager dei Tractor Boys Mick McCarthy. Il club del Suffolk lo tesserò rapidamente e Tyrone si ritrovò catapultato dalla sesta serie al Championship, da un piccolo stadio di provincia immerso nel verde al mitico Portman Road, da un pubblico di al massimo due o tre migliaia di spettatori ai trentamila di un impianto della seconda serie, curiosamente indossando i colori della squadra dove suo padre aveva raggiunto l’apice della carriera.

Photo by The Boot Room

Durante i tre anni nell’Inghilterra orientale il talento di Bath conquistò un’ottima reputazione, specialmente grazie alla grinta mostrata in campo ed al carattere bonario fuori dal terreno di gioco; inoltre cambiò ruolo, passando da terzino sinistro a difensore centrale. Eddie Howe, all’epoca manager dell’A. F. C. Bournemouth, sempre attento ai talenti delle serie inferiori, si accorse di Mings e, dopo un estenuante tira e molla con l’Ipswich Town, riuscì a mettere sotto contratto il ventiduenne Tyrone. Quanto deve essergli sembrata lontana la stanzetta dell’alloggio per senzatetto, quanto deve aver pensato a sua madre ed ai suoi sacrifici, quanto deve aver sorriso pensando alle numerose ore passate in palestra per trasformare il ragazzo gracilino di Bath nel colosso che conosciamo oggi, quante emozioni contrastanti devono aver affollato la mente di Tyrone Mings il 28 Agosto 2015, il giorno del suo debutto in Premier League in un match casalingo pareggiato 1-1 contro il Leicester City. Soltanto lui però conosce il dolore che provò quello stesso giorno quando riportò la rottura del crociato anteriore, un infortunio che lo terrà lontano dai campi per un anno intero.

Photo by Transfermark

Lontano dal campo, Mings tornò ad avere dubbi sul proprio futuro professionale, la depressione lo avvolse a lungo prima che l’ineguagliabile abbraccio materno ed il successo della complessa operazione chirurgica a cui fu costretto a sottoporsi gli facessero intravedere la luce in fondo al tunnel. Con il sostegno del suo allenatore Eddie Howe e della società, che seppe attendere il ritorno del proprio talento senza affrettare i tempi del recupero, Tyrone risalì le gerarchie dell’A. F. C. Bournemouth e conquistò un posto da titolare in Premier League. Dal 2019 Mings veste la gloriosa maglia dell’Aston Villa e con essa ha conquistato il ritorno.

Dal 2019 Mings veste la gloriosa maglia dell’Aston Villa e con essa ha conquistato il ritorno in Premier League di questo leggendario club, nonché il cuore dei tifosi del club delle Midlands e la convocazione nella nazionale Inglese, debuttando con la maglia dei Tre Leoni nell’Ottobre 2019 nel roboante trionfo 0-6 dei britannici in terra slava. Nonostante i fischi ed i cori razzisti dei tifosi bulgari, la partita di Tyrone fu esente da errori, una delle motivazioni che hanno portato Southgate a convocarlo ancora in nazionale.

Sebbene abbia raggiunto il successo, Mings non dimentica il proprio passato ed è coinvolto in numerose iniziative di beneficenza in supporto dei senzatetto. Nel Dicembre 2019 ha addirittura acquistato un biglietto per un suo fan, un bambino la cui famiglia viveva un periodo di forte indigenza, arrivando anche a sostenerne le attività sportive di tasca propria. La storia di Tyrone Mings è un commovente scorcio nella pura essenza del calcio inglese, nella sua anima romantica ed immortale che solo i veri amanti del football sanno cogliere, ed un perfetto esempio di come umiltà, perseveranza e duro lavoro possano sconfiggere ogni avversario, finanche la povertà e la sfortuna.

di Michele Mele