La diciassettesima giornata di campionato mette di fronte Crystal Palace e Sheffield United, nella cornice romantica di Selhurst Park. Entrambe le squadre a caccia di riscatto: padroni di casa reduci da settimane non proprio eccelse, dove hanno lasciato tanti punti per strada. Blades giunte già al punto di non ritorno. Staccatissime dalla zona salvezza. Quindi con più di un piede in Championship, quando manca un tiro di schioppo al giro di boa.

Hodgson e Wilder si affidano agli uomini migliori in rosa. Il Palace con Zaha in attacco accanto a Benteke. E Townsend e Schlupp esterni del 4-4-2, modulo classico dei south londoners. Risponde lo Sheffiled con un 3-5-2, che più coperto non si può. In realtà c'è solo McGoldrick a fare da punto di riferimento offensivo, con tanti, forse troppi centrocampisti ad ingolfare la zona nevralgica. Bogle, Mousset, Fleck, Norwood. Davvero tanti.

L'arbitro fischia l'inizio della gara, gli ospiti non riescono neppure a sistemarsi sul terreno di gioco, che dopo 4' si trovano in svantaggio. Furbo e lesto Schlupp, il quale si avventa su una palla vagante in area e fredda il portiere avversario. Blades che si trovano a rincorrere. D'altronde, qual'è la novità? E l'aggravante, per gli uomini di Wilder, è la totale mancanza di reazione. Il Crystal Palace si limita a controllare il possesso palla sterile degli avversari, e di rimessa crea occasioni da gol. Prima Townsend, poi Zaha e Benteke accarezzano il raddoppio. Che arriva nel recupero, con Eze - subentrato all'infortunato Schlupp - che in slalom, in versione 'Alberto Tomba' dei giorni migliori, si mangia un'ampia porzione di campo, salta uno, due, tre avversari e centra il pallone nella cruna dell'ago, per il 2-0 che accompagna le squadre negli spogliatoi. Un gol meraviglioso, che rivedremo a lungo. Eagles in controllo totale della partita. Grigio, il primo segmento di gara dello Sheffield, proprio come il cielo che sovrasta Selhurst Park.

Fonte: official Twitter Crystal Palace

Hodgson ritrova il sorriso, ma una smorfia gli sfigura il volto quando perde per infortunio Benteke. Che sommato a quello di Schlupp diventa carico pesante. Poi quando Zaha si scaviglia e resta dolorante a terra, quasi c'è bisogno del defibrillatore per la guida delle Eagles. Per fortuna di Zaha, di Hodgson e di tutto il Crystal Palace, l'attaccante si rimette in piedi e riprende il suo posto in attacco. La contesa perde d'intensità. Per evidenti demeriti degli avversari. Che ruminano per il campo in attesa del triplice fischio dell'arbitro. Mancano idee, organizzazione, voglia. Manca un pò tutto tra gli uomini oggi in tenuta rosa. E il Palace gioca sul velluto, rischiando praticamente zero. Guaita con popcorn e pinta in mano è spettatore non pagante, di uno spettacolo peraltro tutto tranne che entusiasmante. C'è spazio per Ayew da una parte, per Brewster ed il sedicenne Hackford dall'altra, che per un'inerzia non bagna con un gol l'esordio in campionato. Ma il risultato non cambia. Inseriamo nella raccolta - scarna - di emozioni odierna, solo la conclusione larga di Townsend, ed il duello tra Zaha e Bogle che mette un pò di pepe al finale molto, ma molto anonimo di partita.

di Andrea Indovino