Più o meno tutti ricordano la partita fra Manchester City e Chelsea del febbraio 2019. Il tonfo più fragoroso del Chelsea di Sarri a contrasto con uno dei momenti di maggiore esaltazione dell’esperienza inglese di Guardiola. Fa un effetto strano rivedere gli highlights di quel 6-0, specie pensando che sabato prossimo Manchester City e Chelsea giocheranno contro in finale di Champions: e comunque in quel caso i Blues – che in quella stagione hanno poi vinto l’Europa League – almeno si portavano dietro l’attenuante di aver affrontato una squadra tra le più forti del mondo.

Facciamo un passo indietro. Prendete quella terribile sensazione che deve aver provato un tifoso del Chelsea nel vedere la propria squadra sconfitta 6-0 e portatela indietro di quasi 28 anni. Siamo ad aprile 1991, in uno dei pomeriggi peggiori della storia dei Blues, quello in cui vennero sconfitti per 7-0 dal Nottingham Forest di Brian Clough. A differenza del City di Guardiola, però, in quegli anni i Tricky Trees erano tutt’altro che vicini al picco del proprio storico ciclo – anzi, erano una squadra di metà classifica lontana undici anni dalle due vittorie consecutive in Coppa dei Campioni.

Le squadre

Certo, avranno pensato i lettori più attenti, il Chelsea prima di Abramovich non era il Chelsea di Abramovich. Vero, se non fosse che effettivamente la stagione 1989-90 per il Chelsea era stata molto positiva: la squadra aveva chiuso al quinto posto in First Division. Nell’estate successiva erano arrivati i primi acquisti da più di un milione di sterline nella storia del club e c’era grande fermento intorno al club londinese in quel periodo – pensate quanto siamo lontani nel tempo. La stagione dei Blues però non aveva mantenuto le promesse estive e alla terz’ultima giornata di campionato il Chelsea non aveva più niente da chiedere, tanto da aver vinto solo una delle sette partite precedenti.

Il Nottingham Forest, invece, aveva iniziato un lento declino. Rispetto a quella che era stata, nei fatti, la miglior squadra d’Europa all’inizio degli anni Ottanta, Clough aveva perso diversi elementi di spessore: il culmine di queste difficoltà arriverà solo nel 1993, con la retrocessione in Championship. In quegli anni quindi il Forest galleggiava a metà classifica, mostrando alcuni grandi valori ma facendo fatica ad esprimerli con continuità. Pensate che fino a poche settimane prima dell’incontro col Chelsea, il Nottingham era stato addirittura pericolosamente vicino alla zona retrocessione. Quella coi Blues però fu la seconda di cinque vittorie nelle ultime sei giornate, che permisero ai biancorossi di chiudere il campionato all’ottavo posto.

Chelsea
Quando il Nottingham Forest di Brian Clough sconfisse il Chelsea 7-0 - Photo by Nottingham Forest.co.uk

La partita

La partita, dunque. Come prevedibile, è un monologo sull’idea di calcio di Clough. Il Nottingham Forest fin dai primi minuti attacca con convinzione lo spazio alle spalle dei terzini del Chelsea. Su questo pattern si sviluppano le azioni dei primi due gol, firmati da un giovanissimo Roy Keane e da Garry Parker nei primi dodici minuti di gioco. Al 25esimo Ian Woah ha vita facile nell’appoggiare in porta il terzo gol di giornata, su una bella discesa di Sinclair dalla destra. Nel secondo tempo si scatena Psycho Pearce: il centrale del Nottingham prima mette l’assist per Nigel Clough – figlio dell’allenatore Brian – e poi si mette in proprio con una spettacolare doppietta, col secondo gol segnato direttamente da calcio di punizione. Le sofferenze del povero portiere Dave Beasant terminano solo all’84esimo, quando Keane firma la sua doppietta personale.

Sono immagini lontane, ben impresse nella memoria dei tifosi del Nottingham Forest, squadra che al momento vivacchia in Championship senza nessuna credibile speranza di tornare in Premier League. La storia del Chelsea, dopo quegli anni bui, ha invece avuto una grande svolta: e oggi magari persino i tifosi Blues possono sorridere rivedendo la gioia del giovane Roy Keane o ripensando al portiere Beasant, che ha fatto registrare la sua ultima presenza in una partita di calcio regionale addirittura nel 2013, alla veneranda età di 54 anni. Lui non potrà certo dimenticare quel tremendo pomeriggio al City Ground – e noi con lui.

di Gianluigi Sottile