Chelsea - Burnley: preview


L'undicesima giornata di Premier vede i campioni d'Europa affrontare a Stamford Bridge il Burnley di Sean Dyche: gara che chiude una serie di incontri per i blues contro squadre, con pochi punti in classifica, ma difficili da affrontare per un atteggiamento tattico molto pragmatico e poco propenso a "libertà di pensiero calcistico". I clarets rappresentano infatti il team più british del campionato inglese, squadra caratterizzata da una spiccata fisicità e da un furente impeto agonistico; a tutto ciò aggiungete la sapienza tattica di Dyche, mescolate bene e capirete il motivo della quinta presenza consecutiva della squadra della contea del Lancashire nella maggiore lega inglese (seppure spesso con rose poco adeguate).
Trasferta a Londra che peraltro gli uomini di Dyche affrontano dopo il primo successo nel torneo, ottenuto con il l 3-1 rifilato al Brentford in quel di Turf Moor; per cercare di replicarlo o quantomeno per portare via un punto in casa della capolista, Dyche si affida al consueto 442, con la coppia Cornet-Wood addetta a portare pericoli alla difesa locale. Tuchel cambia invece quattro giocatori rispetto alla gara di Malmo: James e Chilwell riprendono titolarità delle rispettive fasce, Kantè torna nel cuore del campo a dar manforte a Jorginho e Barkley (alla prima presenza da titolare in campionato) affianca Hudson-Odoi e Havertz nel tridente offensivo. Arbitra il Signor Marriner.

Blues Vs Pope


Il Chelsea parte fortissimo, cingendo d'assedio l'area di rigore ospite e creando subito tre nitide occasioni da rete: la prima con Hudson-Odoi, poi con James ed infine, su azione di calcio d'angolo, con il colpo di testa di Christensen. Ad eccezione di quest'ultima, le prima due vedranno come protagonista Nick Pope, abilissimo a respingere/deviare qualsiasi cosa arrivi dalle sue parti. Sarà in fondo il leitmotiv della prima frazione, che i blues passeranno in pianta stabile nella metà campo avversaria, incapaci di tramutare in rete la mole di gioco creata, un pò per la reattività del portiere inglese, un pò per la mancanza di precisione nei metri finali.
Tutto questo sino al minuto trentatré quando un Havertz, lasciato inspiegabilmente solo nel cuore dell'area, rende letale il millimetrico cross di James; la segnatura è il giusto premio per quarantacinque minuti ben giocati dagli uomini di Tuchel, sempre in controllo del match ed in grado di sciorinare piacevoli trame. Il primo tempo dei clarets è di tanta sofferenza e fatica, con una fase difensiva discreta, ma troppo bassa, che non permette mai agli uomini di Dyche l'illusione di poter rientrare in gara. Servirà un secondo tempo diverso per recuperare lo svantaggio.

Goal sbagliati, goal subito


Le squadre invertono i campi, il buio scende su Londra, ma il copione della partita non cambia: i blues continuano ad attaccare la difesa del Burnley, torvando nel lato destro quello preferito per svolgere una manovra quasi sempre avvolgente. Il povero Taylor non riesce ad arginare la forza di un inesauribile Reece James che, dopo aver messo un pallone sulla testa di Thiago Silva (palo), ne porgerà un altro ad Havertz, con la conclusione ravvicinata del tedesco che sorvolerà la traversa di Pope. Il portiere inglese ci mette il piede qualche minuto più tardi per dire di no al tiro di Hudson-Odoi, mentre pochi secondi dopo la conclusione di Barkley si perde nelle tribune di Stamford Brdige.
Il Chelsea continua a non trovare il raddoppio e viene punito da una delle più vecchie regole non scritte nel calcio: al minuto ottanta, al primo tiro in porta, il Burnley trova il pari con il neo entrato Vydra, che gira di testa in rete l'assist di Rodriguez. Tuchel le prova tutte, inserendo Mount e Pulisic, ma il risultato finale non cambierà: una beffa per i blues, che mantengono la vetta ma che rischiano domani di essere avvicinati dal Liverpool, ospite del West Ham. Non il migliore dei modi per affrontare la sosta per le Nazionali.
 
 
Pierluigi Cuttica