Jorginho il professore
"Ho cercato di dimenticare ciò che avevo intorno per fare quello per cui mi sono allenato. Ho respirato cercando di rimanere tranquillo". Le parole di Jorginho al termine della gara con la Spagna, hanno il sapore di gioia, di orgoglio e di sollievo: quella sfera, posizionata ad undici metri dalla porta di Unai Simon, raccoglieva in essa speranze e timori di un popolo intero, specialmente quello presente nel tempio di Wembley, da tempo lontano dalla propria terra natia. Eppure, vedendo la tranquillità dell'esecuzione, il rigore calciato dal centrocampista del Chelsea assumeva le sembianze di una formalità. Di una consuetudine. Un gesto che ha mostrato al mondo l'importanza del giocatore che è divenuto. Eppure, il Jorginho campione d'Europa poco più di un mese fa e tanto decantato oggi, ha vissuto anche pagine scure in una annata che, vada come vada domenica, per lui resterà indimenticabile. Jorginho trasforma un calcio di rigore contro il Crystal Palace - Photo by Chelsea Basterebbe riposizionare la lancetta della stagione a sette mesi fa, in un cupo inizio di novembre londinese, per rendersi conto di che piega stesse prendendo l'annata dell'ex regista del Napoli: dopo un inizio che lo vede spesso titolare, Jorginho scende nelle gerarchie di di Lampard, perdendo campo e minuti; l'unica certezza rimane il ruolo di rigorista principe della squadra, titolo meritato sul campo nel corso delle prime due stagioni londinesi. Ma, dopo i primi due errori dal dischetto in maglia blues( Liverpool e Krasnodar), il 4 novembre, nello scontro interno con il Rennes, nonostante il centrocampista azzurro sia in campo, i due rigori assegnati ai londinesi vengono calciati( e realizzati) entrambi da Timo Werner. "Ho parlato con Jorginho ed è stato un grande professionista: non gli interessa chi tira i rigori, l'importante è che si segnino". Le parole di Lampard al termine della gara sembrano di circostanza per quello che sembra un vero e proprio passaggio di testimone. La storia non sarà d'accordo. Lampard andrà via e con lo sbarco di Tuchel a Londra, il Chelsea intraprenderà un nuovo cammino che porterà i blues ad alzare la coppa più importante nella serata di Porto: Jorginho sarà pilastro( e rigorista) di una cavalcata che eleverà il nome e l'importanza del giocatore a livello mondiale. Reputazione strameritata visto il livello dell'europeo che il calciatore sta disputando con la nazionale di Mancini: leader silenzioso, ma insostituibile, di un gruppo che ha stupito tutti. Italia compresa. Che guiderà, ancora una volta, nella sua Londra, domenica 11 luglio, per l'atto finale dell'europeo. E lì, ancora una volta, "ci sentiremo tutti un po' più Jorginho". Il professore. Sguardo fisso sul portiere. Rincorsa lenta. Saltello e... Facile no...? Pierluigi Cuttica