Father and Son


Nato in Gambia, piccolo Stato dell’Africa occidentale che prende il nome dal fiume che ne determina clima e morfologia, Saidou Kahn è un giocatore del Chesterfield, club della National League, quinta serie del calcio inglese. Membro di una numerosa famiglia, Saidou ha vissuto la difficile infanzia sperimentata da tanti ragazzi che nascono nei luoghi più poveri dell’Africa; eppure un sogno, un obbiettivo quasi impossibile da raggiungere ed una passione trasmessa da un padre amorevole hanno illuminato le sue giornate fin dall’infanzia.
Dopo le lunghe giornate di lavoro, suo padre riuniva l’intera famiglia per guardare le partite di calcio trasmesse dalla TV di Stato del Gambia, fu così che Saidou sviluppò una viscerale passione per il calcio, specialmente quello inglese, e divenne, a causa dell’ammirazione per Frank Lampard, un tifoso del Chelsea. Nonostante le ristrettezze economiche, la famiglia Kahn divenne proprietaria dell’unico pallone da calcio di tutto il quartiere e Saidou e i suoi fratelli trascorrevano interminabili pomeriggi in un polveroso campetto della zona rincorrendo quel preziosissimo oggetto.
Come accade a tanti ragazzini, Saidou sognava di vivere in Inghilterra e di indossare i colori, se non del Chelsea, di una di quelle storiche squadre delle quali seguiva le gesta in Premier League e in FA Cup; tuttavia, come egli stesso ha confessato, era un po’ come sognare ad occhi aperti qualcosa che, in un minuscola casa nella periferia di una città del Gambia, sembrava realisticamente irraggiungibile, un sogno fanciullesco che presto si sarebbe scontrato con la dura realtà. Ed infatti il sogno sembrò accartocciarsi su se stesso quando, in rapida successione, Saidou perse il padre a causa di un tumore e assistette attonito all’uscita del Gambia, contrariamente alla volontà popolare, dal Commonwealth per mano di un governo nazionalista che presto avrebbe distrutto il Paese. Fu allora che, nell’estate del 2010, mentre scontri a carattere etnico funestavano la regione, il quattordicenne Saidou raccolse i propri averi e cercò asilo in Inghilterra assieme alla propria famiglia.

La Grande Occasione


Nel giro di tre settimane Saidou e la sua famiglia trovarono ospitalità in un villaggio del Surrey e il giovane aspirante calciatore si iscrisse ad una scuola nel sud di Londra. La macchina dell’accoglienza funzionò talmente bene che tutti i fratelli e le sorelle Khan poterono presto praticare uno sport; fu ovviamente Saidou ad eccellere, prima con la squadra di calcio della scuola, poi nel settore giovanile del Tooting & Mitcham United. Mentre completava il percorso della scuola dell’obbligo e dava i primi esami per una laurea in psicologia, debuttò nella non league con il club bianco-nero del Borough di Merton, salvo poi cambiare spesso squadra negli anni seguenti per trovare più spazio dal primo minuto. Fu per due volte scartato dall’MK Dons, così indossò le maglie di Carshalton, Kingstonian e Chipstead, lavorando nel frattempo in un piccolo supermercato di Camden Town e conseguendo la laurea in psicologia.
Il calcio era sempre stato per Saidou una passione prima ancora che una prospettiva di lavoro, eppure un sottile senso di inquietudine si insinuò nell’animo del gambiano quando, all’età di ventiquattro anni, si rese conto che nessuna squadra professionistica lo aveva ancora preso in considerazione. Fu allora che, come un piacevole fulmine a ciel sereno, arrivò con incredibile tempismo la chiamata del Maidstone United, club semiprofessionistico del Kent, nel quale Khan si ambientò talmente bene ed in fretta che l’allenatore gli affidò una maglia da titolare dopo poche settimane di allenamento con la squadra.
Dopo un lungo e fastidioso infortunio alla caviglia ed il cambio di allenatore, il club cambiò modulo di gioco e, non potendo più garantire un posto da titolare al giovane gambiano, lo girò in prestito al Dagenham & Redbridge, dove il talento di Saidou sbocciò negli ultimi mesi della stagione 2020-2021, tanto che il Chesterfield, pronto a forgiare una squadra per puntare al ritorno tra i professionisti della EFL, si fiondò su di lui, mettendolo sotto contratto e persino offrendo un lavoro nel Derbyshire alla più giovane delle sue sorelle. All’ombra della celeberrima guglia ritorta, Khan è diventato una pedina tattica fondamentale per gli Spireites, soprattutto grazie alla duttilità tattica; il gambiano può infatti ricoprire i ruoli di seconda punta, interno di centrocampo ed esterno offensivo su entrambe le fasce.

Anima Blue


Si può solo immaginare cosa possa aver provato l’ormai ventiseienne Saidou quando, in una fredda sera di dicembre, il suo Chesterfield si è visto abbinare al Chelsea nel terzo turno di FA Cup. In un istante Saidou ha compreso che avrebbe visto Stanford Bridge, che avrebbe potuto calpestarne il manto erboso e che avrebbe potuto scrivere, anche se da avversario, una piccola grande pagina della storia del calcio sul rettangolo verde della sua squadra del cuore, in quello stesso stadio che aveva imparato ad amare nelle serate trascorse con suo padre a gustarsi le prodezze di Lampard e soci.
L’arrivo a Stanford Bridge, l’ingresso con gli occhi lucidi per l’emozione, il riscaldamento sul campo del Chelsea, quel tunnel percorso spalla a spalla con i campioni d’Europa in carica, avversari per una sera, il boato del pubblico dei Blues e la certezza che tra i cinquemila arrivati dal Derbyshire c’era una madre gambiana orgogliosa di suo figlio; tanti fattori che hanno reso la giornata dell’8 Gennaio 2022 indimenticabile per Saidou Khan. Poco importa che i Blues di Londra abbiano superato comodamente il Chesterfield per 5-1, restano solo la consapevolezza che talvolta i sogni apparentemente impossibili possono realizzarsi e che non esistono competizioni in grado di regalare emozioni quanto la FA Cup.
diMichele Mele