Arsenal - Chelsea 3-1: dopo la finale di Fa Cup dello scorso luglio, Arteta batte di nuovo Lampard e allontana momentaneamente una crisi che sembrava senza fine. Per il Chelsea un grande passo indietro.

Preview

Il derby londinese tra Arsenal e Chelsea, da sempre ricco di storie e tradizione, oggi risulta ancor più affascinante perchè incastonato in quella magnifica pietre miliare nota come "Boxing Day"; il 26 dicembre è un giorno di festa in tutti il mondo, lo è ancor più di più per chi ama questo sport, le sue origini e quel profumo di magia che si sente solo a pronunciarlo.

Le due squadre della capitale inglese arrivano alla gara con stati d'animo opposti, con gli uomini di Frank Lampard che dopo due sconfitte consecutive hanno avuto la meglio, seppur senza brillare, sugli hammers; ben più complessa la situazione della squadra di Arteta, a secco di vittorie da ben sette turni di campionato, eliminata martedì dalla Coppa di Lega e con una classifica che dice 14 punti in altrettante gare, solo quattro sopra la "relegation zone".

Sorprese nei due indici iniziali con Arteta che, per motivi legati alla pandemia, deve rinunciare a Gabriel(in isolamento e assente anche nei prossimi tre incontri)e agli ex David Luiz e Willian( entrambi non al top, ma recentemente risultati negativi); il tecnico spagnolo lancia dal primo minuto( esordio assoluto in Premier) il giovane Smith Rowe a formare il trio offensivo con Lacazette e Martinelli. Lampard recupera a sorpresa i due terzini titolari( James e Chilwell), proponendo così la difesa ormai titolare: a centrocampo Kovacic e Mount ai fianchi di Kante', in attacco Abraham vince il ballottaggio con Giroud, affiancato da Pulisic e Werner.

Arsenal al comando grazie a due calci da fermo

L'inizio gara risulta piacevole, condito da buon ritmo ma privo di occasioni: per ciò è necessario attendere dodici minuti, quelli che occorrono a Mount per scheggiare il palo direttamente da calcio di punizione; gli uomini di Lampard spingono specialmente sulla fascia destra con James che offre palloni interessanti su cui i compagni sono però in ritardo. I gunners si fanno vivi al venticinquesimo, quando creano la prima grande occasione della gara: percussione sulla fascia destra di Bellerin, palla al centro per Smith Rowe, con il giovane inglese che manca il tocco decisivo solo davanti a Mendy. Sarà solo il preambolo per il vantaggio che i padroni di casa trovano poco dopo la mezz'ora: grande apertura di Xhaka per Tierney, dribbling secco su James che stende il laterale scozzese per il rigore che Lacazette trasforma con freddezza. Il Chelsea accusa il colpo e subisce dopo dieci minuti il raddoppio grazie a Xhaka, chirurgico nel trasformare con il suo sinistro una punizione dai venticinque metri. Si va negli spogliatoi con il doppio vantaggio gunners. Molto male i blues.

Tanta confusione per i blues, Gunners in controllo

Lampard ad inizio ripresa cambia( e non poteva essere altrimenti) inserendo Jorginho per Kovacic e Hudson-Odoi al posto di un evanescente Werner; ma il risultato dell'operazione è solo tanta confusione e poche idee che porta i Blues ad attaccare si, ma senza creare pericoli. L'Arsenal, invece, ogni volta che lo fa procura dolore agli avversari, come al minuto cinquantacinque quando, su azione iniziata da Bellerin, Saka riceve palla e con un destro (casuale/voluto) beffa un Mendy in "Kepa-mood" per il tris dei suoi. L'entusiasmo volteggia dalla parti nord di Londra con i Gunners che vanno ancora vicini alla rete, specialmente con Martinelli su cui questa volta Mendy è reattivo.

Nel frattempo il Chelsea continua la sua scriteriata gara con una fase offensiva basata esclusivamente su palle alte( con Giroud in panchina) gettate in mezzo all'area, con ringraziamenti sentiti della coppia Holding-Pablo Mari, che domina incontrastata. L'Arsenal si difende con ordine e senza patemi, quasi incredula di fronte alla facilità di una gara assai temuta in un momento sportivamente drammatico. I padroni di casa "rischiano" più volte di vedere aumentare il proprio "score": prima Lacazette, poi Elneny ed infine Holding mancano la segnatura che invece trova, vana, a cinque dalla fine Abraham, che tramuta in rete il cross di Hudson-Odoi. Gli uomini di Arteta cercano di complicarsi la vita regalando un rigore agli avversari in pieno recupero, ma Leno dice di no alla conclusione di Jorginho.

Sarà l'ultima emozione di una gara che L'Arsenal fa sua con merito, ottenendo tre punti di importanza vitale: per la classifica, per l'orgoglio e per Arteta. Per una nuova partenza. Quella che deve effettuare subito, tra due giorni, il Chelsea di Lampard, troppo brutto per essere vero. Ma attenzione: tre sconfitte nelle ultime quattro gare, sono un biglietto da visita ben poco incoraggiante.

Pierluigi Cuttica