Uno dei più discussi

Contestato, odiato, amato, Dimitar Berbatov è sicuramente uno dei calciatori più discussi degli ultimi vent’anni. 
Figlio del calcio dell’est degli anni ‘80, cresciuto a Sofia in Bulgaria col mito di Stoichkov che nel 1994 stupiva al Mondiale americano. Una gavetta nel CSKA e poi un girovagare per mezza Europa a suon di gol e trasferimenti discutibili.

Premier League
Dimitar Berbatov con la maglia de Manchester United - Photo by Football London

Lazy player

Affermatosi in Germania ed esploso in Inghilterra, qui ha dovuto lottare con l’etichetta di “lazy player”, per il suo modo di giocare distaccato se non addirittura pigro, distante dall’ideologia di gioco britannica.
Nel 2006 il Tottenham decide puntare su questo ragazzo del Bayer Leverkusen, sborsando nelle casse del club tedesco 16 milioni di euro, facendo di lui il calciatore bulgaro più costoso della storia. A Londra rimarrà per due anni segnando la bellezza di 50 gol in due campionati, vincendo il premio come miglior giocatore del Tottenham e un posto nella squadra dell’anno in Premier League. Nonostante questo però i tifosi Spurs non lo ricordano con particolare amore. 

Tottenham
Dimitar Berbatov con la maglia del Tottenham - Photo by Goal.com

 

Tottenham

In quegli anni il Tottenham non riusciva a competere per alte posizioni a discapito di un Manchester United che vinceva e stravinceva in patria come in Europa. Nell’estate del 2008 giornali e tv sportive inglesi non parlavano di altro, del certo trasferimento di Berbatov ai red devils di Sir Alex Ferguson. Seguirono settimane di continue smentite da entrambe le parti, il Tottenhamaddirittura denunciò lo United al board della Premier League.
La telenovela Berbatov-United si concluse il 1° settembre, ultimo giorno di mercato, quando sul sito dei reds comparve un comunicato che già nel titolo lasciava intendere una trattativa che andava avanti da tempo: Finalmente, Berbatov ha firmato”. A Manchester rimase per quattro anni segnando 56 gol di cui 21 nella stagione 2010/11, quella della vittoria del titolo di capocannoniere del campionato. 

Fulham
Dimitar Berbatov con la maglia del Fulham - Photo by Sportsmole.co.uk

 

Tribuna in finale di Champions

Sembrava filare tutto liscio ma la decisione di Ferguson di lasciarlo in tribuna durante la finale di Champions League di quell’anno, preferendolo a Owen, e il poco spazio l’anno successivo, complice l’arrivo in squadra di Van Persie dall’Arsenal, portò Berbatov a chiedere e ad ottenere il trasferimento. 

 

Fulham

Ad acquistarlo fu il Fulham dopo una trattativa che tenne in ballo ben tre club nel più classico dei triangoli amorosi. Ai tre lati c’era la Fiorentina, con cui sembrava in procinto di firmare, la Juventus, che dalla sua aveva messo sul piatto un’offerta più importante, e il Fulham. L’aereo su cui viaggiava l’attaccante, prima di atterrare a una Firenze in visibilio per il suo nuovo numero nove, si fermò a Monaco per fare marcia indietro e tornare a Londra per firmare col Fulham dell’allenatore Martin Jol già avuto al Tottenham.

Fulham
Dimitar Berbatov con la maglia del Fulham - Photo by Sportsmole.co.uk

 

London derby

L’esordio con la nuova maglia arrivò in tempo di record, il giorno dopo della firma sul contratto, il 1° settembre in occasione della terza giornata di Premier League nel derby perso contro il West Ham e due settimane più tardi ai danni del West Bromwich Albion mise a segno una doppietta.

L'esultanza

Con i Cottagers sembrava aver trovato la giusta serenità ma, a pochi mesi dal suo arrivo, il 26 dicembre 2012, esultando al gol segnato contro il Southampton, Berbatov mostrò una maglia su cui c’era scritto: “keep calm and pass me the ball“ (stai calmo e passami la palla). La frase fu considerata offensiva sia dall'arbitro, sanzionandolo con un’ammonizione, sia dal suo allenatore Martin Jol che gradualmente gli diede sempre meno fiducia. Poco deciso a ricucire i rapporti col suo allenatore, decise nel gennaio successivo di accettare la proposta del Monaco. 

Principato e cinema

Dopo un biennio nel Principato, passò al Paok in Grecia e infine in India prima del ritiro dal calcio giocato dedicandosi alla carriera da attore di cinema e tv in Bulgaria.


 di Lorenzo Petrucci