Ci si innamora del calcio come accade con le donne, improvvisamente, inesplicabilmente.Può essere uno sguardo, un sorriso o una cena di metà estate, un gol o una giocata in mezzo al campo. Spesso prendiamo come beniamini calciatori che fino al giorno prima nemmeno sapevamo l’esistenza e all’improvviso iniziamo a vedere i loro video su You Tube fino a comprarci la loro maglia. 

Devo dire che nella mia adolescenza caratterizzata da lunghe partite alla Playstation con gli amici c’è stato un giocatore conosciuto a pochi ma che cercavo sempre di prendere, il suo nome era Joe Cole

L'occasione mancata

Negli anni di militanza al Chelsea, ben sette tra il 2003 e il 2010, era il fulcro del gioco offensivo dei blues, tra il centrocampo e l’attacco deliziava con tocchi di palla da numero dieci, dotato di una classe e tecnica immensa ma che purtroppo per i numerosi infortuni non è mai riuscito veramente ad esprimersi con continuità.

L'inizio nel West Ham

Nato e cresciuto calcisticamente nell’East London, a Somers Town, dove hanno vissuto due non banali come Charles Dickens e Mary Shelley, autrice di Frankenstein.
In quella zona di Londra, fatta di sacrificio e sudore, il tifo per il West Ham è il solo e l’unico. Ammira da lontano il Boley Ground e all’età di otto anni entra nell’Academy degli Hammers dove fa tutta la trafila nel settore giovanile fino al debutto in Premier League, nemmeno maggiorenne, nel ‘98 in un Manchester United-West Ham
Viene ben presto etichettato come giovane promessa, spicca come uno dei migliori talenti inglesi di quella generazione, ammira e studia Zidane e diventa subito un simbolo del West Ham indossando a soli 21 anni la fascia da capitano.

Sembra l’inizio di una bellissima storia, i tifosi già sognano di vederlo tutta la vita con quella maglia, ma così non è.

West Ham
Joe Cole con la maglia del West Ham - Photo by Wuhfc.com

Il tradimento

Nel 2003 il West Ham, reduce da una stagione disastrosa retrocede in Championship, il calciatore rifiuta il rinnovo del contratto consolidandosi un tradimento che i tifosi non perdonano e il passaggio ai rivali cittadini del Chelsea.
Rimane a Stamford Bridge, tra alti e bassi, per sette anni vincendo comunque tanto: tre campionati inglesi, due coppe di Lega, tre FA Cup e due Community Shield
Nel 2010 lascia Londra per passare al Liverpool non prima di decidere con un suo gol il match contro il Manchester United decretando la vittoria della Premier League.

Il Liverpool e il ritorno "a casa"

Sulle sponde del Merseyside dura poco anche per colpo degli infortuni che continuano a tormentarlo. Con il Liverpool, nonostante un contratto di quattro stagioni, rimane per due anni con in mezzo il prestito al Lille. In Francia trova anche continuità ma a fine anno il club non lo riscatta e fa ritorno ai Reds.
Un famoso detto popolare dice che la volpe un attimo prima di morire fa un ultimo sguardo alla collina dov’è nata e così Joe Cole nel gennaio del 2013, dopo dieci anni, fa ritorno al West Ham. 

Chelsea
Joe Cole con la maglia del Chelsea - Photo by Twitter.com

Aston Villa, Coventry e USA

Il ritorno a casa, nonostante il gol all’esordio contro il QPR, non è felice e non come lo immagina. I tifosi non lo hanno ancora perdonato e il tecnico Allardyce lo vede poco, così, a fine stagione, dopo soli sei mesi, saluta il West Ham per passare all’Aston Villa senza però trovare anche qui molto spazio.
Passa poi al Coventry City, all’epoca in League One, per riscoprire a trentaquattro anni la voglia di giocare a calcio. 
Nel maggio del 2016 viene ufficializzato il suo passaggio al Tampa Bay Rowdies, club americano di seconda serie con sede in Florida, ricoprendone anche il ruolo di assistente allenatore.
Nel novembre del 2018 ha annunciato il ritiro dal calcio giocato chiudendosi la carriera di un prodigio che l’Inghilterra avrebbe meritato di godersi a pieno. Quel giorno si è conclusa la carriera di Joe Cole facendomi capire che a volte nel calcio, come con le donne, non c’è risposta migliore che un sorriso alla domanda: “perché ti piace così tanto?”.

di Lorenzo Petrucci