L’appuntamento più atteso del fine settimana di Premier League è quello che va in scena all’Etihad Stadium, con i padroni di casa del Manchester City che ospitano l'altalenante Tottenham ancora alla ricerca di se stesso. Una sfida ricca di spunti di interesse, non tanto per motivi di classifica perchè tra le due squadre ci sono quattordici punti di distanza, bensì per una questione di prestigio e blasone, che riguarda soprattutto i due tecnici. Guardiola e Mourinho. Due storici rivali. E per l'occasione i due manager sfoggiano l'abito migliore. I Citizens spiegano sul rettangolo verde l'artiglieria pesante: Silva, Foden, Gundogan, Gabriel Jesus e Sterling. I londinesi rispondono con il malefico tandem Son-Kane, e Lamela e Moura ad aumentare il carico offensivo degli Spurs. Le novità, per entrambi gli schieramenti riguardano la difesa: Laporte per Dias la scelta di Pep, Tanganga per Doherty quella di Mou.

Il primo tempo è di color azzurro. Perchè il Manchester City è in totale controllo del gioco. Tanto possesso palla, che sfiora il 70%, e tante trame di gioco avvolgenti. E il Tottenham raramente riesce a venir fuori. Solo in una circostanza si rende pericoloso nella prima frazione, con Kane che da situazione di calcio franco colpisce l'incrocio dei pali. Poi, il monologo del City. Che vede andare alla conclusione Zinchenko, Gundogan e Gabriel Jesus (il brasiliano scheggia la traversa), ma tutti non inquadrano lo specchio della porta. L'episodio che rompe l'equilibrio si ha al 21' con Hojbjerg che commette fallo in area su Gundogan. Nessun dubbio per il direttore di gara, calcio di rigore che Rodri trasforma sotto il nevischio di Manchester. 1-0 all’intervallo. Ma il vantaggio sarebbe potuto essere più rotondo per i guardiolani. Se solo avessero avuto più sangue freddo sotto la porta avversaria.

Mourinho prova a dare maggiore equilibrio alla sua squadra e più stabilità al centrocampo. E nel secondo tempo si ripresenta con Sissoko, che prende il posto di un impalpabile Moura. Ma dopo pochi giri di lancette becca il secondo gol, ad opera di Gundogan che appone la ceralacca ad una sontuosa azione in palleggio dei Citizens. E fa dieci in campionato. Ma l'undicesimo non tarda ad arrivare: questa volta lanciato addirittura dal portiere Ederson, sbeffeggia il difensore Sanchez ed incrocia alle spalle di Lloris. Poi esce per un leggero fastidio all’inguine, che non gli può togliere affatto l'intitolazione di man of the match.

Gundogan
L'esultanza di Gundogan - Photo by official Twitter Premier League

Sul 3-0 la gara assume un ritmo rilassto, flemmatico. E più che una partita i ventidue in campo sembrano dar vita ad una 'merenda' tra vecchi amici. Con i due allenatori che svuotano le panchine. Fa capolino in campo anche Bale che si fa notare perchè autore di una serpentina elegante con annesso sinistro respinto in bello stile da Ederson. Tutto qui il Tottenham. Piccolo piccolo al cospetto della macchina perfetta messa sù da Guardiola. Al triplice fischio finale torna mestamente negli spogliatoi col morale sotto i tacchi. Una partita di sofferenza per gli uomini di Mourinho e poco più. Il City vola, sempre più in vetta alla Premier. Chi avrà la forza di contrastarlo?

di Andrea Indovino