Siamo all'inizio di una calda estate del 1989 nella cornice stupenda dello Stretto di Messina, e Francesco e' uno studente che sta affrontando un concorso per il migliore tema di tutti i licei della citta peloritana. Il suo argomento riguarda il devastante terremoto di Messina del 1908, che si rivelera' il tema vincente. Come premio di questo concorso Francesco dovra' scegliere tra una settimana di studi in Francia e una in Inghilterra. Nonostante non parlasse una parola di inglese, Francesco opta per l'Inghilterra. Davanti a lui lo aspetta una settimana nella suggestiva cornice universitaria di Oxford. Fu cosi che con una piccola valigetta con l'essenziale e la musica di Vasco che suona nel suo Walkman, si avvia verso questo viaggio alla scoperta di un mondo nuovo. L'obbiettivo di Francesco non e' di natura didattica, ma di natura calcistica: vedere lo stadio di Wembley dal vivo. Francesco e' un grandissimo appasionato di calcio, tifosissimo dell' ACR Messina (che in quegli anni vive i fasti gloriosi dei "Bastardi" di Franco Scoglio), e della Roma (una passione nata dopo aver incontrato casualmente Bruno Conti a Nettuno, fresco vincitore dei Mondiale spagnolo del 1982). Ma e' anche affascinato dal mondo del calcio inglese, che a quei tempi stava vivendo una svolta epocale; siamo in piena eta' Thatcheriana e sta entrando in vigore il Rapporto Taylor, che dara' una svolta definitiva al calcio inglese, dopo i fasti violenti dell'Hooliganismo.

Le giornate di Francesco a Oxford passano tra noiose lezioni di inglese, e le partite di calcio al pomeriggio con i compagni di corso Coreani, nell'intento di vendicare l'eliminazione dell'Italia ai Mondiali Inglesi del 1966. Ma non si scorda del suo obbiettivo, cosi' un giorno si reca alla stazione dei Pulman e con il poco inglese che sapeva riesce a farsi capire, e sale sul Pulman per Londra direzione Wembley. Durante il viaggio in pulman, resto' molto impressionato che ogni paesino che vedeva per strada, avesse un campo di calcio pubblico, ben curato e usufruibile per tutti quelli che avessero voglia di tirare quattro calci a un pallone. Cio' gli fece capire come sia diversa la mentalita' sul calcio da parte degli inglesi. E la stessa cosa noto' quando arrivo' a Wembley (arrivatoci senza perdersi in metropolitana), dove fu fortunato di trovare un biglietto per le Terraces al costo di 10 Sterline di allora, per assistere al "Makita Tournament".

Foto by Francesco Ferro

Si tratta di un torneo estivo internazionale che prevedeva la partecipazione di squadre inglesi e internazionali, e quell'anno annoverava tra i suoi partecipanti l'Arsenal, il Liverpool, la Dinamo Kiev e il Porto. Rimase subito impressionato dall'atmosfera suggestiva, dalla mastodicita' dell'impianto, e dai tifosi di tutte le squadre che camminavano e andavano allo stadio insieme senza nemmeno il cenno di una rissa. Fu cosi felice di essere in prossimita' di questo tempio calcistico, che per l'emozione decide di comprare 15 sciarpe delle squadre inglesi in un baracchino nel piazzale antistante lo stadio. Sciapre che mise dentro lo zainetto, tenendosi solo quella dell'ACR Messina per rappresentare la sua citta' all'interno di questo tempio calcistico. Dopo i controlli di rito all'entrata numero 7, eccolo ritrovarsi nelle Terraces insieme ai tifosi dell'Arsenal, con cui fece amicizia nonostante l'inglese scolastico.

Foto by Francesco Ferro

Fu impresionato dal fatto che a Wembley non esitevano pareti divisorie, e nonostante delle reti a bordocampo, la partita si vedeva nitida e i giocatori nonostante l'immensita' dell'impianto, li potevi toccare con una mano. Infatti fu emozionato di vedere Ian Rush, che allora veniva considerato un Top-player a livello internazionale.

Foto by Francesco Ferro

Al fischio finale rimase meravigliato del fatto che non si facessero invasioni di campo, perche' il terreno di gioco li viene considerato come un luogo sacro, come se si entrasse dentro una chiesa. Al fischio finale si intrattenne con due tifosi dei Gunners, che lo aiutarano anche a trovare la metro per ritornare alla stazione dei pulman, in modo che potesse prendere in tempo il pulman per rientrare a Oxford. Per Francesco l'esperienza di Wembley ha avuto lo stesso valore della vittoria di una medaglia, aver visto uno stadio cosi unico e suggestivo e' stata per lui un' esperienza indimenticabile, che lo ha fatto innamorare del calcio inglese e sopratutto dell'Arsenal, di cui segue sempre le gesta da allora, e ogni settimana si informa sui risultati dei Gunners.

Foto by Francesco Ferro

Di Alberto Zingales