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Tottenham - City. Due nomi che da soli esplicano il prestigio della gara che Londra ospita nel pomeriggio, eppure, in una football che ormai è abituato ad iniziare con il mercato ancora aperto, mai come in questi giorni si è parlato poco della gara. Formazioni, indisponibili, tattiche. Tutto passato in secondo piano per un match che, oggi, considera un solo volto in copertina, quello di Harry Kane: otto stagioni, 336 presenze, più di 200 reti, da anni capitano e uomo simbolo degli spurs. Quando un giocatore così importante esprime pubblicamente, sin da prima degli Europei, la evidente voglia di cambiare aria, gli effetti non possono che essere rovinosi: la traformazione da bandiera a traditore, per quei tifosi che per otto lunghi anni hanno cantato a squarciagola il suo nome.
Non contento, l'attaccante inglese ha peggiorato le cose, non presentandosi il giorno prefissato per il ritiro; da quel momento, gli alibi sono terminati e si affronta un destino che, beffardo, oggi pone davanti la squadra che potrebbe essere la prossima destinazione della sua carriera: una trattativa che tiene banco da mesi quelli tra spurs e cityzens, che tiene in scacco la posizione del ragazzo, con un Guardiola che lo aspetta a braccia aperte, in un mercato che lo ha già visto abbracciare, dietro un oneroso assegno, il nuovo golden boy del calcio inglese, Grealish. Ma ad oggi, Harry Kane è ancora a Londra, ma solo teoricamente visto che, il numero 9, non compare nella distinta odierna, dando continuità alle varie speculazioni sulla faccenda.
Il tecnico portoghese, ben conscio della situazione, prova a gettare acqua sul fuoco ("Harry sta continuando la sua preparazione, ha bisogno di lavorare e lo continuerà a fare finché non sarà pronto")e per la sua prima da manager dei londinesi vara un 4231 in cui, a centrocampo, debutta il prodotto delle giovanili Skipp, mentre sulla trequarti c'è il rilancio di Dele Alli. Guardiola si affida alla coppia difensiva Dias-Ake e lancia dal primo minuto Jack Grealish.

Buon ritmo, nessuna rete


Dopo una partenza sprint che vede gli ospiti sfiorare due volte il vantaggio nei primissimi minuti, prima con Fernandinho di testa( uscita a vuoto di Lloris)e poi con Cancelo, il cui destro termina di poco a lato, i padroni di casa riescono a risistemarsi in campo riuscendo a contenere la manovra del City, sempre in comando delle operazioni, ma meno efficace nei suoi affondi. A metà frazione il Tottenham crea il primo vero pericolo della gara, con la conclusione di Lucas respinta dal petto di Gundogan quasi sulla linea di porta, dopo l'uscita alquanto rivedibile di Ederson.
L'occasione regala ancora più coraggio ai londinesi che, sospinti dal pubblico di un Tottenham Hotspur Stadium gremito in ogni ordine di posto, iniziano a farsi vedere con regolarità nella metà campo avversaria; questo apre qualche spazio per il contropiede avversario, che il City sfrutta subito con Sterling, che dona il pallone giusto a Mahrez che però, da ottima posizione, spreca. Ma il Tottenham risponde colpo su colpo e, pochi istanti dopo, va vicinissimo alla rete con il destro di Son dal limite dell'aria che sfiora il palo alla sinistra di Ederson. I primi quarantacinque minuti si chiudono così senza reti, al termine di una frazione che ha lasciato molti spunti interessanti.

Sempre e comunque, Son.


La ripresa inizia con lo stesso ritmo piacevole dei primi quarantacinque minuti, con le due squadre che si rispondono colpo su colpo; la gara si sblocca dopo dieci minuti quando, il solito Son, festeggia il rinnovo contrattuale con un sinistro dal limite che batte (il non irreprensibile) Ederson. Lo stadio ribolle, il City prova a reagire ma lascia spazio ad una ripartenza locale che Bergwijn non tramuta nel raddoppio per questione di centimetri. I campioni d'Inghilterra soffrono e cercano una reazione più nelle individualità che nel gioco di squadra, rinnegando di fatto la base del "Guardiola pensiero", ma vanno comunque vicini al pari su uno schema da calcio piazzato, che vede Torres concludere poco oltre la traversa il pallone ricevuto da Mahrez.
Il tecnico catalano prova a cambiare la squadra inserendo prima l'unica effettiva punta in organico, Gabriel Jesus, in luogo di un evanescente Sterling, e successivamente Kevin De Bruyne (non al meglio della condizione); la prima occasione arriverà però sui piedi di Grealish, la cui conclusione sarà bloccata senza problemi da Lloris, poi sarà la volta di KDB, il cui destro sarà deviato in corner dal portiere francese. I londinesi riusciranno a gestire senza particolare patemi il finale di gara, portando a casa un successo di primaria importanza per iniziare al meglio "la stagione della ripartenza"; per il Manchester seconda sconfitta in due gare ufficiali (entrambe per 1-0), per un inizio della "season" ben diverso da quello atteso dalle parti dell'Ethiad. Aspettando, forse, Kane che, in un modo o nell'altro, rimane "protagonista assente" del match, quando il suo pubblico, nei minuti di recupero, gli dedica un ironico "Are you watching Harry Kane??", che diviene il modo migliore per chiudere il sipario su un gran bella gara di football. Quello vero.
Pierluigi Cuttica