La partita più pazza di sempre: Reading-Arsenal 5-7
Quel che conta nel gioco del calcio è il gol. E' l'essenza di questo sport. Di questo meraviglioso sport. Quando arriva, ciò che ne consegue sono momenti di pura gioia. Per chi lo realizza. Il calciatore. E i tifosi della squadra andata in gol. Quando non arriva, specialmente quando la fortuna sembra accanirsi contro, è facile farsi prendere dallo sconforto. Il calcio è un cocktail di emozioni. Passaggi. Contrasti. Rimesse. Non solo gol. Che possono arrivare o non arrivare.
Spesso ci si imbatte in 0-0 noiosi. Delle volte in pareggi senza reti, ma molto godibili. Ma quando assistiamo a partite ricche di emozioni con grappoli di gol realizzati, siamo tutti più felici. Due, tre, quattro gol a partita. In media se ne realizzano non di più. Nel calcio moderno. E' raro assistere a punteggi tennistici, di epoca pioneristica. 8-4, 9-2, 7-1. Altri tempi quelli. E altro calcio. Senza strategia. Senza tattica.
Pazzo pomeriggio al Madejski Stadium
Eppure ci sono gare recenti che hanno riservato raffiche di gol. Decine. In 90' o più minuti. Indimenticabile quella disputata al Madejski Stadium tra Reading e Arsenal. E non bisogna tornare indietro nel tempo neppure di molto. Anno 2012. Il 30 ottobre per l'esattezza. Non è Premier League. Bensì League Cup. Contro, una contro l'altra, una matricola zoppicante in campionato senza vittorie nelle ultime otto uscite stagionali, e una squadra di prima fascia. L'Arsenal, che quel pomeriggio avrebbe dovuto divorare una facile preda. Senza doversi neppure sporcare tanto di sangue. E invece il pomeriggio si rivela pazzo. Stupefacente. Totalmente senza senso.
La clamorosa sequenza di emozioni
L'Arsenal scende in campo con un tempo di ritardo, ritrovandosi sotto, incredibilmente, di quattro gol. Roberts, Leigertwood e un'autogol di Koscienly. Nei primi 20'. Poi Hunt per il 4-0 al 37'. Con i tifosi dei Gunners che iniziano ad abbandonare le tribune dello stadio dei Royals. Non facendo in tempo ad ammirare lo spettacolo del match nella sua interezza. Walcott riduce le distanze solleticando i padroni di casa. 4-1 all'intervallo. Ma il meglio deve ancora venire. Per i londinesi, chiaramente. Perchè nel secondo tempo scendono in campo con tutt'altro piglio. E rimontano. Gol dopo gol. Col Madejski Stadium che diventa un parco divertimenti. Il neo entrato Giroud fa subito 4-2. Poi ancora Koscienly protagonista. Questa volta a far gol nella porta giusta. 4-3. E a recupero inoltrato, il guizzo di Walcott fa si che la gara prosegua ai supplementari dopo 90' incredibili. Impressionanti. Per certi versi scioccanti.
L'overtime con le bollicine
Ma la coda dell'overtime è degna di un thriller. Incertezze e ansietà. E chili e chili di suspanse tagliabili a fette. Con le due squadre per nulla annebbiate da stanchezza estrema. E assuefatte da così tanti colpi di scena. Continuano a suonarsele di santa ragione. Chamakh porta in vantaggio l'Arsenal. Poi è Pogrebnyak a pareggiare nuovamente i conti. Per il cinque pari. Punteggio hockeystico. Il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio. Ed invece il colpo di reni dei Gunners arriva sulla campanella. Tra il 120' e il 123'. Ed è confezionato ancora da Walcott e ancora da Chamakh. Per il 5-7 finale. Cinque a sette!
Battaglia e spettacolo. Gol ed emozioni. Rumba e caos. Dodici gol, 123' minuti di gioco. Per una partita finita di diritto negli annali. E nel libro dei record.
di Andrea Indovino