Passata la pausa Nazionali, torna la Premier con l’appetitosa partita del mezzogiorno domenicale tra Fulham ed Everton che potremmo tranquillamente chiamare Operazione Bounce Back.

Sì perché entrambe le compagini vengono da una sconfitta nell’ultimo turno e, se il tonfo casalingo dei Toffees per mano di un redivivo Manchester United, è significato terza sconfitta consecutiva e piccola crisi, la débâcle dei bianchi Londinesi di Parker, ha lasciato più di uno strascico polemico.

Ma andiamo con ordine.

L’Everton, dopo un inizio folgorante e la testa della classifica, gioia incredibile dei tifosi, soprattutto visto il titolo targato Liverpool della scorsa stagione, nelle ultime 4 giornate ha invece uno score da retrocessione con l’unico punto, venuto proprio dal pareggio nel derby casalingo.

Sul banco degli imputati, come peraltro forte dubbio da inizio campionato, la difesa, secondo i più non all’altezza degli altri reparti. Il laterale sinistro Digne ed il centrale Mina particolarmente negativi, assieme al balbettante Pickford, portiere di sicuro talento ma troppo avvezzo all’errore.

Calvert-Lewin continua a segnare con regolarità importante, tanto che si è conquistato un posto stabile anche nelle liste di Southgate, ma sembra sia bastato un leggero calo nell’ispirazione fin qui da MVP di James Rodríguez, che torna dal Sudamerica con un 1-6 sul groppone targato né Argentina né Brasile ma Equador, a far spegnere le luci generali.

Fulham
Craven Cottage Fulham - Photo by Il Calcio a Londra

Sulle sponde del Tamigi la situazione è invece più unica che rara. Il neo-promosso Fulham prima ha dovuto aggiustare una difesa horror proprio sul filo di lana del mercato, e poi ha battuto abbastanza agevolmente un’altra forte candidata alla Championship come il WBA di un Bilic sempre più in bilico, senza concedere gol per la prima volta in 7 giornate. E sembra aver trovato un piccolo gioiellino nel giovane Adarabioyo dal City che con il danese Andersen pare completarsi già dopo sole due partite assieme. La squadra viene però da un derby est-ovest contro il West Ham più simile ad un capodanno napoletano che ad una partita di secondo piano. Areola ha confermato di essere un lusso, la VAR è finita ancora sotto la lente d’ingrandimento e, mi permetto di dire a ragione, poiché non si può non considerare la posizione di Haller come ininfluente, o pensare che il centrale di difesa non segua un attaccante, cui è indirizzato il pallone, sul dischetto del rigore della propria area. Per finire, un rigore assegnato proprio all’ultimo secondo stavolta sì grazie alla tecnologia, calciato però da Lookman, talento puro e scintilla dell’attacco dei Cottagers, con una specie di scavetto per cui Panenka ancora si rivolta nella tomba, parato addirittura di petto da Fabianski.

Naturalmente il ventitreenne in prestito dal Lipsia è stato preso di mira da critiche a volte anche troppo pesanti, principalmente perché un punto avrebbe dato morale e continuità di risultati.

Qui entra in scena anche il poco caro signor Murphy e la sua legge, perché bomber Mitrovic, normalmente il rigorista della squadra, in settimana ha fallito il penalty decisivo per la qualificazione agli Europei della sua amata Serbia, aggiungendo insicurezza e tensione dove davvero non ce n’era bisogno.

In caso di nuova massima punizione a favore, chi avrà il sangue freddo di calciarlo? Lookman che ha già dichiarato di volerlo fare, Mitro, nonostante il periodo di scarsa forma dovuto anche ai continui impieghi con la Nazionale, o Capitan Cairney che molti tifosi hanno invocato dopo il fattaccio?

Staremo a vedere, per le due compagini non si preannunciano altre defezioni tranne i lungodegenti, per i padroni di casa si va verso la conferma di un centrocampo Anguissa, a segno con il Camerun, e Reed dietro a Cairney più libero e finalmente di nuovo frizzante, coincidenza? Probabile conferma nel tridente di DeCordova-Reid. Mentre per l’Everton, dovrebbe tornare titolare davanti Richarlison che ha scontato la squalifica e c’è curiosità per vedere chi farà coppia dietro con il fin qui positivo Keane.

di Simone Abitante