E dunque, stasera, la fine. La fine di un'era. Immensa, eterna, che riecheggerà. Certamente non per la generazione di gente schiava del risultato, ma per gli amanti di un vento di passione che spira a Londra Nord dal 1882. 139 anni. Si chiudono stasera 7 anni straordinari, in cui il Tottenham ha sfiorato e narrato robe pazzesche, immensità senza senso. Due Premier sfiorate, una finale di Coppa dei Campioni a Madrid, con rigore contro dopo appena 37 secondi. Si chiude stasera perche lascia l'ultima grande colonna, Toby Alderweireld, leader e centrale tra i più completi degli ultimi decenni di calcio internazionale. Si chiude un'era sontuosa, straordinaria, comunque meravigliosamente significativa, perchè dopo tanti decenni, forse troppi, il Tottenham non era più considerato un Selling Club (si veda ere, seppur più brevi e piccole per grandezza e significato, Martin Jol ed Harry Redknapp): chi ne indossava quella maglia era per lì per restare, lottare e scalare, tutti verso una stessa direzione. Si chiude un'era straordinaria, come destino voleva, come qualcuno che suggerì ancor prima di raggiungere un apice chiamato finale di Champions, quel figlio di contadini delle campagne argentine che non ha mai smesso di coltivare i suoi sogni, che di questi 7 anni ne rappresenta stella più luminosa, oggi allenatore del PSG. Tottenham Christian Eriksen e Delle Alli con la maglia del Tottenham - Photo by Spursweb.com FINE DI UN'ERA STRAORDINARIA Si chiudono oggi perchè lascia pure Toby, 32 anni, Toby Alderweireld, uno delle colonne d'Ercole del Tottenham versione 2014-2021, chi venne per completare una coppia storica targata giovanili Ajax, quella con Jan Vertonghen. Perchè una coppia come quella davanti ad un capitano campione del mondo come Hugo Lloris sarà difficile da riammirare, se vogliamo quasi impossibile. Con due fluidificanti su e giù, come Walker e Rose, per una squadra straordinaria. Dembelè, il play basso più sottovalutato dell'era contemporanea, unico esemplare al mondo in grado di saltare più linee di passiaggio, dribblando con le sue lunghe leve chi s'alzava in pressing, per consegnare a Christian Eriksen prato verde per alzare la testa ed ispirare. Chi? Il più prolifico incursore offensivo degli ultimi decenni, Dele, che sfruttava il movimento di uno dei 9/10 più completi al mondo, il buon Harry, uragano che si porta appresso 3/4 difensori a volta da troppi, troppi anni. Il tutto suggellato ed esaltato dal calciatore asiatico più forte della storia di questo sport, Heung-Min Son. Quadretto perfetto, sontuoso, che oggi si chiude a tutti gli effetti, pure ufficialmente. Tottenham Gli Spurs battono il Brentford 2-0 e conquistano la finale di Wembley (Carabao Cup 5 Gennaio 2021) - Photo by Tottenham Hotspur via Twitter NO SILVERWARE Quel che più rammarica di un Tottenham così esperto, completo, forte, compatto, tecnico, tenace ma soprattutto coraggioso è il palmares, perchè parliamo delle squadre più forti, belle ed emozionanti mai vantate nella plurisecolare storia degli Spurs. Palmares rimasto al 2008, senza trofei. Perchè forse si poteva fare di più nelle coppe nazionali (anzi, senza forse..) soprattutto nell'era Poch, ma restiamo sempre a parlare del secondo miglior manager della storia del club, dopo Bill Nicholson. Un Bill Nich che tramanda valori a generazioni, valori come "Abbiamo fissato i nostri obiettivi talmente alti che ogni fallimento sarebbe comunque ricoperto da un'eco di gloria". Altra pasta, signor Jose Mourinho. E ne è valsa la pena vivere anni del genere, perchè cavalcate in Premier come quelle negli ultimi Lane (pazzesca quella 2016-17, dove nel destino del club non bastarono miglior attacco e miglior difesa a strappare a Conte una Premier che avrebbe restituito annate e annate d'amarezza). Tottenham Son e Kane festeggiano la quarta rete degli Spurs vs Crystal Palace, 07-03-2021, Photo by Tottenham Hotspur Official Twitter Account CHAMPIONS LEAGUE EROICS Poi la partenza di Walker e quella di Dembele a gennaio 2019, due anni di Wembley, un anno e mezzo lontano dalle mura amiche. Nemmeno un acquisto in 2 anni di sessioni estive e invernali. Ma quando un gruppo è forte e collaudato si sa, difficile migliorarlo. Tutti verso la stessa diramazione, altri anni da Top 4 (straordinari, ancor più, se guardiamo passatissimo e presentissimo del club), fino a distruggere il Borussia agli ottavi 18/19. Poi le notti di Manchester e soprattutto quella della storia, della storia del Tottenham, a ribaltare Pianeta Terra ed Amsterdam Arena, si scrisse storia immensa, si toccò il cielo con un dito, si rasentò l'immensità. La notte per eccellenza, quella in cui per una volta nel meraviglioso destino targato THFC gli Spurs realizzavano e con successo la parte dei cattivi e con esperienza e strategia ribaltavano la gioventù sposata dal Pianeta. Mourinho Josè Mourinho - Photo by Talksport.com DISASTRO JOSE Dopo Madrid, come pensava qualcuno che c'aveva visto lungo pure in quel caso (MP), quel castello sarebbe crollato. Crollò lui, ingiustamente, per primo. Colui a cui la proprietà doveva tutto, avrebbe dovuto tutto. Colui che riportò coi fatti il Tottenham al centro dei riflettori del Pianeta. Ma nonostante Jose avesse un senso, quello di protrarre più possibile quell'era e cercare di capire se quel ciclo avesse altro da offrire, quel castello era di sabbia, era destinato a crollare. E nonostante mesi di transizione, nonostante un buon inizio 20/21, da dicembre in poi la squadra è crollata in maniera disastrosa. Indifendibile Mourinho, tacciato d'aver distrutto la cultura del club, qualcuno che ha scelto di difendere e basta (che non sarebbe sbagliato) ma difendere male, malissimo. Un catenaccio sterile, miserabile. Mai capace di cambiare carte in tavola, mai capace di prendersi alcuna responsabililà, scaricando puntualmente colpa ai suoi calciatori e chi, soprattutto, da vero criminale per alcuno spogliatoio (si pensi ai suoi tempi Man Utd) fece fuori, lista che al Tottenham comprese gente come Alderwwireld e Alli stessi (non proprio gente qualunque), ma soprattutto Gareth Bale. Garteh Bale Esultanza di Gareth Bale, 21/04/2021 - Photo by Tottenham Hotspur official Twitter GARETH Ed a concludere quel ciclo tornò pure Gareth, signori. Uno dei calciatori più forti e completi della storia di questo sport. Il sogno di Daniel Levy divenne realtà a settembre scorso, quello di riconsegnarlo alla platea che più d'ogni altra apprezzò prima e adorò poi ogni suo gesto. Ma per il Football di Jose evidentemente era troppo, bisognava rincorrere il terzino avversario, a Gareth (avendo un'arma più di quel calibro) non potevi chiedere tanto. Senza tifosi e porte chiuse fecero il resto, sarebbe stata un'altra storia. Quando Jose venne esonerato, 7 gol in 6 partite, probabilmente le ultime con la maglia degli Spurs. Una volta stellare, oggi ancora top player. Non per Jose, però, scarto Premier e costretto a ripartire dal calcio italiano. THE END Ed ecco qui che con l'esonero di chi costò Poch, Jose Mourinho, quell'era finì ufficialmente. Ed in maniera desolante. Un'era durata 7 anni. Un'era che resterà, scandita. Con un Tottenham fortissimo. Vincono squadre anche meno forti, sfruttando cicli di squadre al minimo. Questa avrebbe meritato maggior sorte. Ma ha convinto, e tanto. Ha scritto emozioni, indelebili, per sempre. Per questo, stavolta, perdonateci. Perdonateci se non ce la sentiamo di coniugare il condizionale passato, quel che sarebbe potuto essere, forma verbale che da decenni contraddistingue la storia del Tottenham Hotspur. Stavolta no, stavolta non esiste. di Simone Dell'Uomo