200 centri in 300 partite con la stessa maglia. Addirittura multipli e tabellina del 100 per celebrare un traguardo così. Duecentesimo gol nella trecentesima presenza in maglia Spurs, una media realizzativa da 0.67% a partita, 2 gol ogni 3 gare, da 6 anni a questa parte. Una media straordinaria, una media da Uragano. Tutti realizzati con la stessa maglia, la maglia della sua vita, la maglia del Tottenham Hotspur. Signore e signori, Harry Kane. Uragano di nome e di fatto.


Esempio palese di costanza e dedizione, emblema del campione moderno, Harry sfida da solo la storia del Tottenham. Ormai terzo marcatore lillywhites di sempre, lasciati definitivamente alle spalle capisaldi della storia recente degli Spurs come Keane e Defoe, il prossimo obiettivo è la seconda piazza che dista sole otto lunghezze, otto reti, le 208 di Bobby Smith. Il grande sogno è quello di centrare e superare i 267 di Jimmy Greaves, questo sì, monumento del calcio britannico e bomber straordinario di uno sfavillante Tottenham anni '60, probabilmente uno dei decenni più radiosi della storia del club. Harry ha iniziato il nuovo anno in maniera straordinaria, trascinando la squadra a suon di gol e assist, vero leader tecnico del Tottenham di Mourinho. Special one che chiaramente lo difende e se lo gode, se lo gode raggiante, sorridendo col suo ghigno: "Miglior marcatore della storia del club? Solo questione di tempo... solo questione di tempo... mese in più, mese in meno..." 

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Harry Kane esulta dopo un gol nel derby - Photo by Twitter

E adesso arriviamo al nocciolo filosofico, meraviglioso, della questione. Ciò che amo definire il paradosso di Harry Kane. O meglio, il paradosso della grandezza, di Harry Kane. Sventagliate con classe di mezzo esterno da una fascia all'altra, agisce e aiuta qualsiasi reparto e qualsiasi compagno in qualsiasi zona di campo in fase di non possesso, agisce centralmente accorciando e proteggendo i centrocampisti, sente capta e annusa movimenti di ali e incursori da premiare anche spalle alla porta: calciatore completo, 10 vero, regista offensivo, 39 assist in carriera e 12 dei quali pensate arrivati già quest'anno. Se vogliamo, è proprio lui il sostituto di Eriksen! Uno dei falsi nuevi, o 9.5 come chi scrive ama definirli, migliori della storia del calcio moderno. Una macchina perfetta. Ringraziamo le divinità calcistiche per averci donato Harry Kane, una macchina davvero straordinariamente perfetta. E qui arriviamo al paradosso. Un paradosso chiamato 200 centri in 300 partite.

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Harry Kane - Photo by Evening Standard

Un attaccante straordinario. Uno dei migliori 9 di sempre. Sicuramente della storia del calcio britannico. Definirlo semplicemente straordinario 9 quindi non basterebbe, sarebbe sacrilegio. Definirlo semplicemente un Roberto Firmino, quindi grande 9.5 o falso nueve, nemmeno. Già, nemmeno. E quindi eccolo il paradosso: troppo grande per esser definito semplicemente grandissimo attaccante, troppo grande per essere meravigliosamente definito soltanto grande falso nueve. D'altronde, con quei numeri che farebbero impallidire chiunque, non puoi far altro che esaltarne la sua maestosa completezza. Troppo forte per esser definito semplicemente, anzi, "semplicemente", un grandissimo finalizzatore; troppo forte al tempo stesso per esser definitivo straordinario assistman e team-player, come ama definirlo qualcuno che astuto se lo coccola eccome, naturalmente Jose. Il paradosso di un calciatore mostruoso, perfetto, destinare ad essere ricordato come uno degli attaccanti britannici più forti di sempre. 

Harry kane
Harry Kake - Photo by Daily Mirror


Harry Kane è uno dei centravanti più forti, completi e maestosi del Pianeta. Harry Kane è una certezza. Una certezza romantica, tremendamente romantica. Perchè avrebbe potuto già vincere di più, molto di più. Invece sarà e resterà figlio di Tottenham, capitano e bandiera. Potrebbe giocare nei più grandi club al mondo, ma lui resterà sempre fedele al club che l'ha lanciato nel grande calcio. A 27 anni questa è ormai la netta impressione, specialmente se eccome la proprietà dovesse soddisfare e corrispondere la sua fame di trofei. In tal senso può dormire sonni tranquilli: Mourinho e Bale sono chiaramente sponsor di un progetto tecnico più che ambizioso, come altresì tra training ground e Tottenham Hotspur Stadium le strutture ne costituiscono testimonianza piuttosto rilevante. 

di Simone Dell'Uomo