Amo il calcio, amo andare allo stadio. Con la famiglia, gli amici. Amo vivere il pre-partita. I 90' minuti della gara. E con la pandemia che non permette tutto ciò, non posso che vivere di ricordi, ed emozionarmi così.

Napoli, Inter, Juventus, Milan e Real Madrid. Chelsea, Arsenal e Athletic Bilbao. Roma, Lazio ed Atalanta. Sono state tante le squadre che ho avuto la fortuna di vedere dal vivo. Le guardo, le ammiro, le studio. Ne simpatizzo qualcuna. Ma ho da sempre abbracciato la corrente di pensiero 'support your local team' in voga soprattutto in UK dove, a differenza di quanto succede da altre parti, molti appassionati di calcio tifano la squadra della propria città indipendentemente dalla categoria in cui essa giochi e dalla sua tradizione vincente o non vincente. Forse anche per questo amo alla follia il calcio inglese. Perchè adoro questo senso di appartenenza, sentire la squadra della propria città come un qualcosa che identifica, appunto, la città, un qualcosa di cui sentirsi parte integrante, essere orgogliosi delle proprie radici anche attraverso il calcio.

Non importa se la squadra non vince o vince, non importa se gioca in Serie A, o in Lega Pro. La cosa essenziale è che rappresenti sè stessi e la propria città. La mia, Sorrento, cittadina incastonata nella famosa Penisola Sorrentina, che 'ho scelto' di tifare sin da bambino. Sin da quando, non ancora dodicenne, divenni un tifoso 'rossonero' grazie al mio papà, che mi portò allo stadio a tifare la squadra con la maglietta rossonera. I miei colori.

Sono innumerevoli, enormi i ricordi di partite e squadre che ho avuto la fortuna di osservare dalle tribune del piccolo impianto situato nel cuore della città, a due passi dal mare. Ho quasi toccato con mano decine, centinaia, migliaia di giocatori, impegati a darsi battaglia su quel rettangolo verde. Al quale mi sono ancorato da fanciullo. Campionati minori, ma magnifici. Tanta serie D, serie C, e tornei regionali.

Sorrento calcio
Sorrento calcio - Photo by Andrea Indovino

Ma un pomeriggio caldo di fine luglio, del 2006, lo ricordo con particolare enfasi. Da grande appassionato di calcio britannico, non potrò mai dimenticare quando il Queens Park Rangers venne a giocare a Sorrento, a poche centinaia di metri da casa mia. Era in tourneè in Italia, per preparare l'esordio in Champioship contro il Burnely. In calendario nella prima decade di agosto. Conosciuto da tutti come QPR. Una squadra storica, un club londinese fondato più di cento anni fa, impegnato a Sorrento, in un friendly match. Pazzesco! Una roba da far strabuzzare gli occhi. Proprio il QPR, che da ragazzino seguivo con coinvolgimento, con partecipazione. Perchè ero attratto da quel nome che mi sembrava tanto 'buffo' quanto intrigante. E la maglia da gara, con strisce incredibilmente orizzontali. Una delle mie preferite. Quel tempo, e ancora oggi.

match programme Sorrento-QPR
match programme Sorrento-QPR - Photo by Sorrento calcio

Era il pomeriggio del 24 luglio 2006. Il sole era cocente. Picchiava forte quando faceva capolino tra le nuvole. Potevo starmene tranquillamente adagiato su una spiaggia di sabbia coccolato dall'incessante rumore del mare. E invece no, il mio posto quel giorno era la Curva Sud, ad incitare la mia squadra, i miei colori, ma allo stesso tempo a guardare, scrutare, ogni singolo movimento in campo di ciascun giocatore che avesse addosso la maglia a strisce orizzontali bianche e blu. Non potevo crederci, gli Hoops stavano giocando a pochi metri da me. Ma non ero in vacanza a Londra, al Loftus Road, con la famiglia, bensì a casa, nella minuscola tana del mio Sorrento. Accerchiato da amici, conoscenti e dal mio immancabile papà.

QPR
Squadra del QPR - Photo by Sorrento calcio

Ricordo eccome lo svolgimento di quella partita. Ricordo tutto, anche i dettagli. Proprio come la trama di un film visto centinaia di volte. Il caldo asfissiante delle 17:00, gli antenati del cooling break, la palla in curva nel secondo tempo che quasi sfiorò il mio babbo seduto accanto a me. E le urla dei due allenatori, Cioffi e Waddock. Per tenere sulla corda le rispettive squadre. Con il Sorrento che quel pomeriggio fece la parte del leone. Squadra ben più rodata, rispetto ad un QPR che scese in campo infarcito di seconde linee. Fu subito spettacolo in campo: un inizio pirotecnico, come il Capodanno cinese.

distinta partita Sorrento-QPR
distinta partita Sorrento-QPR - Photo by Sorrento calcio

Il Sorrento passò in vantaggio dopo 2' con Ripa, ma i londinesi pareggiarono immediatamente con Czekkas. Scambio di colpi. Come su un ring. Ma a metà primo tempo, tra il 22' ed il 24' i padroni di casa andarono a segno altre due volte. Sempre col solito giocatore, Francesco Ripa, autore di una tripletta. Poi nel secondo tempo il Sorrento dilagò: con Rastelli e Solimene. Ed il risultatò finale premiò la squadra del mio paese, per 5-1.

Sorrento-QPR
Sorrento-QPR - Photo by Sorrento calcio

Questa fu la distinta ufficiale della gara. Che purtroppo non ho. E me ne rammarico profondamente. Perchè a 17 anni si è presi da altro. E quel giorno non mi sfiorò neppure l'idea di farla mia, per custodirla gelosamente in uno scatolone dei ricordi, che sarebbe divenuto realtà solo dopo qualche anno. E che ora contiene un patromonio dal valore inestimabile. Include storie, memorie, libri e tanti, tantissimi ticket di partite e distinte di gara.

Il I trofeo Sun, Sea and Football. Fu utilizzata una sigla fascinosa, per l'evento. Peccato che non si sia mai tenuta la seconda, la terza e la quarta edizione. Avrei magari potuto avere un'altra chance di 'affacciarmi dal balcone di casa' e poter ammirare altre squadre londinesi, britanniche. Il Chelsea, o il Tottenham. Il Liverpool impegnato a giocare a Sorrento. Unbelievable. Mentre la mente rievoca visioni, immagini di FA Cup, competizione capace di regalare ogni anno sorprese e favole da raccontare.

Ma guardate attentamente la distinta, sopra. E scorrete la formazione del QPR. C'è Ray Jones, (il primo in alto da sinistra nella foto della squadra) che sarebbe venuto a mancare precocemente l'anno dopo a causa di un incidente stradale. E la 'sua' 31 ritirata per sempre dalle parti di Loftus Road, oggi Kiyan Prince Foundation Stadium. Poi soffermatevi sulla panchina. Con il numero 15, in distinta chi c'è? Esatto, proprio lui. Gareth Ainsworth, oggi manager del Wycombe Wanderers, personaggio bizzarro. Una rockstar mancata. Di cui vi ho parlato proprio qualche giorno fa. E quel pomeriggio di fine luglio, Ainsworth era un giocatore del Queens Park Rangers. Ed era a Sorrento, a pochi passi dallo scrivente. Non entrò in campo. Seguì tutta la partita dall'angusta panchina dello Stadio 'Italia'. Una storia incredibile. The world is so small.

Ainsworth
Ainsworth con la maglia del QPR - Photo by official Twitter QPR

Quel pomeriggio non lo scorderò. Credo che questi momenti siano rari nella vita. Ricordi che mai si cancellano. E che tra qualche anno, potrò raccontare al mio caro figlioletto. Di quel giorno che ebbi il Queens Park Rangers a pochi metri da casa.

di Andrea Indovino