Nel calcio come nella vita ci sono certi amori, quelli che sembra che possa succedere chissà che, poi invece non succede nulla. LaChampions Leagueè la competizione dei sogni sbocciati ma anche di quelli infranti.
Nella stagione 2008/09 nel cuore dei tifosi dellaRomac’è un solo pensiero, la finale in casa alloStadio Olimpico, come venticinque anni prima, l’unica ad oggi e chissà per ancora quanto tempo, giocata dai giallorossi davanti il proprio pubblico.
A vincere fu ilLiverpoolin una partita che ancora rappresenta una ferita aperta per molti e crederci per una seconda volta non costa nulla.
Giocare in casa una finale di Champions League è un avvenimento unico più che raro con la Roma e i romanisti vogliono sfruttare questa chance.
 

Il girone


Il sorteggio dei gironi è benevolo per la Roma ma impegnativo:Bordeaux,Clujie soprattuttoChelsea. L’inizio è in salita, la sconfitta inTransilvania, nella terra diDracula, contro il Cluji, complica subito i piani, maSpallettie soci superano la fase come primi dopo le belle vittorie sul campo del Bordeaux e in casa contro iBlues.

Gli ottavi


Nella fase a eliminazione diretta, l’urna diNjonmette contro la Roma l’ArsenaldiArsène Wenger. I Gunners sono uno squadrone di tutto rispetto in cui spiccano giocatori del calibro diVan Persie,Nasri,Sagna,Gallassolo per citarne alcuni.
Dopo l’1-0 dell’andata all’Emiratesa favore dell’Arsenal grazie al gol di Van Persie, l’11 marzo è il momento della gara di ritorno. IGunnerssono favoriti per diversi fattori: il risultato dell’andata regala ai Wenger’s boys due risultati su tre e oltre a questo, a piovere ulteriormente sul bagnato la Roma deve fare a meno di diverse defezioni. Il reparto arretrato è decimato, mancaMexesbloccato dalla febbre e per infortunio non ci sonoPanuccieCassetti. Spalletti è costretto a inventarsi una difesa formata da un giovaneMarco Mottaa destra,Riisea sinistra e al centroJuanrecuperato in extremis in coppia conDiamoutene.
 

La partita


L’Olimpico è sold out, il popolo giallorosso ci crede, in passato è stato protagonista di rimonte e battere in casa l’Arsenal non è un ostacolo insormontabile. Passa poco dal fischio iniziale che Juan, accusa un dolore muscolare e sembra chiedere il campo ma stringe i denti e una manciata di minuti più tardi piazza il colpo. Su un cross diTottibatteAlmuniaper l’1-0 al 9’ minuto, è il gol che ristabilisce la parità nella doppia sfida.
Juan, dopo il gol però è costretto a dare forfait, al suo posto al centro della difesa di posizionata Riise per un’inedita coppia con Diamoutene.
La Roma non si scoraggia e attacca come l’Arsenal che si rende pericolosa soprattutto con gli inserimenti diDiaby. La partita è aperta, entrambe le squadre giocano e creano molto. Un contatto molto dubbio in area Gunners tra Clichy eBrighinon è sufficiente per l’arbitroMejuto Gonzalezper fischiare il calcio di rigore a favore dei giallorossi, nella ripresaBaptistaha l’occasione del raddoppio la spreca una clamorosa chance del due a zero per la Roma.

Fatal rigori


I tempi supplementari vanno via senza particolari emozioni, l’Arsenal ha più birra nelle gambe ma la Roma tiene bene il campo. A decidere il passaggio del turno saranno quindi i calci di rigore. Gli errori diEduardoeVucinictengono la sfida in parità fino all’ultimo tiro diTonetto, non uno specialista, che calcia fuori decretando il passaggio del turno dei Gunners e la fine dei sogni dei tifosi giallorossi eliminati agli ottavi di finale per una competizione poi vinta dalBarcellonaall’Olimpico contro ilManchester United.
 
Per la Roma è l’eliminazione dei rimpianti, di quel che poteva essere e di ciò che non è stato, un po' come quegli amori mai sbocciati.
 
 
di Lorenzo Petrucci