Secondo diversi addetti ai lavori, il campionato calcistico più bello e appassionante del mondo è la Championship, il secondo livello del calcio inglese. Ci giocano 24 squadre, quindi il calendario è sempre fitto e può riservare molte sorprese di giornata in giornata, ed è una bella palestra sia per i giocatori che per i manager, con diverse cessioni a cifre esaltanti durante ogni sessione estiva e allenatori pronti e preparati che non sfigurano per niente se chiamati al piano di sopra. La stagione scorsa, per esempio, definisce bene l’idea di intensità e di spettacolo che questo campionato può riservare. Il Leeds di Bielsa ha di fatto dominato la scena fin da subito, chiudendo al primo posto. Dietro, il WBA si è assicurato il secondo posto nonostante un pareggio all’ultima giornata, in quanto in contemporanea il Brentford ha perso in casa contro il Barnsley, penultimo, per un gol arrivato oltre il 90esimo. Brentford quindi ai playoff con Fulham, Swansea e Cardiff, con il Nottingham Forest che, quarto per gran parte dell’annata, ha perso in casa 1-4 con un già salvo Stoke City, chiudendo settimo per la differenza reti con lo Swansea, vincente sul Reading per 1-4.

Griffin Park
Griffin Park Brentford - Photo by Il Calcio a Londra

Di certo, nonostante la delusione, in casa Brentford si possono comunque ritenere molto soddisfatti. Le Bees, questo il soprannome della squadra dell’ovest di Londra, all’ottavo anno di fila in Championship con piazzamenti sempre a metà classifica, si sono infatti finalmente “messi sulla mappa”, attirando l’attenzione dei media e degli appassionati di calcio.

La stagione non era iniziata benissimo, con quattro sconfitte nelle prime sette. Poi il cambio di modulo, con un 4-2-1-3, e i risultati hanno iniziato ad arrivare, ma la vera scintilla si è vista nella seconda parte di anno, con il definitivo passaggio al 4-3-3 e le otto vittorie consecutive che sembravano proiettarli verso la promozione diretta in Premier League. Due però le sconfitte nelle ultime due, che come già detto l’hanno fermata al terzo posto e mandata ai playoff, battendo lo Swansea ma perdendo poi la finale con il Fulham. Sono comunque risultati essere il miglior attacco con 80 reti segnate e la seconda miglior difesa con 38 subiti.

La formazione tipo della scorsa stagione ha visto Raya tra i pali (che in estate ha resistito alla tentazione di unirsi all’Arsenal come riserva di Leno), e Pinnock e Jansson al centro della difesa affiancati dai due terzini di spinta, Henry sulla sinistra e Dalsgaard sulla destra. Il trio di centrocampo era formato da Jensen, Norgaard e Dasilva, rispettivamente di 23, 25 e 20 anni, che si sono distinti per gol (10 reti per Dasilva), assist (Jensen ne ha serviti 7) e tanto lavoro sporco (Norgaard ha portato a termine 183 tackles e intercettato 78 palloni, aggiungendo 11 cartellini gialli), senza dimenticare il trequartista Marcondes (4 gol e 7 assist). Il punto di forza è stato però ovviamente il tridente d’attacco, composto da Benrahma, Mbeumo e Watkins, e ribattezzato BMW dall’unione delle iniziali del loro cognome. Benrahma, esterno sinistro (schierato però anche a destra) pescato dal Nizza per neanche 2 milioni di euro, ha chiuso il suo biennio in biancorosso con 28 gol e 27 assist. Watkins, punta centrale, ha segnato 49 reti in tre anni (26 soltanto l’anno scorso). Mbeumo, esterno destro o seconda punta, pescato dal Troyes nella Serie B francese per poco più di 6 milioni, ha chiuso il primo anno con 11 gol e 4 assist e il secondo con 16 gol e 8 assist.

La squadra di Thomas Frank, 47enne danese al terzo anno sulla panchina dopo essere comunque cresciuto all’interno del club, gioca un calcio che si può definire moderno, improntato sul possesso palla (con una media del 55%), sulla costruzione dal basso e animato da uno spirito molto offensivo (quasi 14 tiri di media a partita). Il loro stile è fatto però anche di giocate veloci e verticali, e sono infatti la formazione più precisa per quanto riguarda i lanci lunghi. L’anno scorso hanno creato 549 key passes (secondi solo al Leeds) e assistito ben 56 reti (primi), valori in linea anche durante questa stagione dove i gol assistiti sono però già 42. Sono anche la formazione più “corretta” del torneo, all’ultimo posto per cartellini gialli e rossi ricevuti e per media falli commessi a partita (attorno agli 11).

Brentford
Thomas Frank, allenatore del Brentford - Photo by Brentfordfc.com

Il “modello Brentford” è stato promosso dal presidente del club, Matthew Benham, un fisico laureatosi a Oxford che prima di tutto è un grande tifoso delle Bees. Benham si è arricchito grazie a quello che da sempre era il suo obiettivo: fare soldi grazie alle scommesse. Ha sviluppato dei sistemi in grado di supportare gli scommettitori, tramite degli studi statistici, e in poco tempo è diventato milionario, comprandosi poi le quote societarie. L’applicazione del modello si basa su una fortissima attività di scouting – e in molti hanno trovato delle affinità con il famosissimo e bellissimo film con Brad Pitt, “Moneyball” – che permette di acquistare giovani talenti e poi di rivenderli a grandi cifre alle altre squadre, facendoli crescere nella propria squadra o nella loro Formazione B (e giocare in una formazione B, in mezzo ad “adulti”, è ben diverso che sfidare solo dei pari età).

Non c’è da stupirsi quindi se ogni anno troviamo almeno una cessione in doppia cifra – tra cui Andre Gray (al Burnley per 12 milioni), Scott Hogan (all’Aston Villa per 10,5), Chris Mepham (al Bournemouth per 13,5), Neal Maupay (al Brighton per 22), Ezri Konsa (all’Aston Villa per 13) – con il picco raggiunto durante la scorsa estate, con Benrahma passato al West Ham (prelevato in prestito con diritto di riscatto per oltre 20 milioni) e Watkins all’Aston Villa (pagandolo 30 milioni, cifra che l’inglese sta ripagando ai Villains con un bottino di 12 gol segnati).

Nonostante le due cessioni illustri in attacco, quest’anno la squadra sembra più compatta, convinta delle proprie capacità e determinata a raggiungere per la prima volta nella propria storia la massima serie inglese. Quattro le sconfitte in campionato, inanellando 21 risultati utili consecutivi da fine ottobre (prima della sconfitta di domenica scorsa per mano del Barnsley, di nuovo loro), oltre a due gloriose uscite in semifinale di EFL Cup e al Quarto Turno di FA Cup rispettivamente contro Tottenham e Leicester. Sono ancora il miglior attacco con 55 reti ma sono meno efficaci dietro, con 30 reti subite che ne fanno l’ottava difesa.

Brentford
Brentford Community Stadium, stadio del Brentford - Photo by Brentford Football Club

La formazione ha avuto un paio di aggiustamenti, con Mads Bech Sorensen – un altro danese in rosa, l’ottavo – che ha preso il posto di Jansson in difesa e Janelt (22 anni, arrivato per 600 mila euro dal Bochum) come mediano in mezzo al campo. Il nuovo tridente è composto da due a scelta tra Mbeumo, Fosu e Canos sui lati e da Toney come punta centrale (prelevato per 5,5 milioni dal Peterborough United, formazione militante in League One), con quest’ultimo che è già a quota 23 reti segnate e 9 assist.

Ora come ora il Brentford è al secondo posto in classifica, ma con soltanto un punto di ritardo dal Norwich capolista, e per quanto si è visto finora sembrano aver raggiunto quella “maturità” di campo e prima ancora mentale per salire al piano di sopra. Dalle parti di Griffin Park qualcuno sta sicuramente già assaporando l’atmosfera di un “West London Derby”, contro il Chelsea o contro il Fulham, anche se prima c’è da arrivare in fondo alla stagione evitando un suicidio come l’anno scorso.

di Luca Donina