E dunque 12 punti nelle ultime 12 di Premier. Rendimento annichilito, Tottenham demolito, mesta metà classifica, infranti sogni di gloria di straordinarie premesse autunnali, fatte di solidità e risultati. I due punti persi a Palace e la zuccata di Firmino uccisero ambizioni di una squadra che poi, colpita da qualche infortunio come ormai le croniche problematiche fisiche di Lo Celso e quelle legate alle caviglie di Kane, una squadra e un manager a cui però era senz'altro richiesto qualcosina in più, soprattutto a livello caratteriale. E' nelle difficoltà che si vedono le squadre vere, come quel Tottenham tignoso e compatto autunnale. Che invece, almeno fin qui, s'è perso nella culla. Anche perchè tecnicamente i vari Sanchez, Rodon, Winks sono quelli che sono.. il buon Jose non poteva ambire a quei livelli tutto l'anno.

Mourinho
Josè Mourinho, allenatore del Tottenham - Photo by Tottenham Hotspurs via Getty Images

RISULTATI DESOLANTI Il lungo inverno del Tottenham Hotspur è rimasto specchio e riflessione dell'ultimo trascorso, ma stavolta a Jose sì, si può imputare più di qualcosa, gli si poteva richiedere qualcosina di più. Tre sconfitte consecutive, come non capitava dal 2012; una piccola piccola minuscola oasi di serenità trovata col successo sul West Brom, prima della mesta e desolante demolizione di Etihad laddove proprio no, non c'è stata storia. Nel mezzo di questo periodo a sole ombre e misere luci l'eliminazione dalla FA Cup, proprio come se non bastasse.

TOP 4 ORMAI UTOPIA E allora una Premier andata, Leicester a gonfie vele verso le prime 4, United che ancora prova a restare sulle tracce di un Man City straordinariamente primo della classe, un Liverpool che nonostante crisi e difficoltà raramente uscirà fuori dalle prime 4. Quell'egemonia che al momento, l'unica che veramente appare in grado di poter minare, si chiama nuovo Chelsea di un Tuchel pratico, finalmente convincente, proprio perchè conseguenti numeri, statistiche e risultati, più che mera filosofia. Di certo non il Tottenham di Mou, destinato ad un amaro sesto o settimo posto. Tutto può cambiare, chiaro, ma l'andazzo ormai è questo: il Tottenham uscirà dal lungo e doloroso inverno esattamente come dodici mesi fa, con almeno una finale di Carabao tutta da giocare. Contro una corazzata però, quel Man City di Guardiola, palesemente strafavorito.

Premier League
Kane festeggia la rete del vantaggio - Photo by Tottenham

NOTTI EUROPEE E allora l'obiettivo dell'anno per ribaltare una stagione e renderla persino trionfale rispetto a tante altre e pure meravigliose dell'era Pochettino diventa il sogno europeo. Non più Champions, chiaramente. Sono lontani le notti di Manchester e Amsterdam, così come appare lontanissimo quel maledetto primo giugno 2019, che vide le lacrime di Poch, Kane, Son, Lucas onorare gli avversari campioni d'Europa, il Liverpool FC di Jurgen Klopp. L'obiettivo adesso è comunque l'Europa, l'Europa League, lunga e tortuosa, ma una competizione in cui gli Spurs, per rose e materiale tecnico/organico è sicuramente tra le più attrezzate.

EUROPA LEAGUE Ma c'è la possibilità di sognare il giovedì, e concreta. Anche perchè in Premier il Tottenham dovrà semplicemente continuare a sviluppare le idee per il futuro, dato che sognare un quarto posto (incredibile, se pensiamo a due mesi fa) è diventato praticamente utopia. Il giovedì, tra sedicesimi e ottavi, fino a quarti e semifinali, una dose incredibile di gare sparse per ogni dove d'Europa, è da sempre percorso tortuoso, pericoloso, difficile, ma forse impossibile per chi vuole sognare la domenica. Non per chi la domenica sperimenterà e darà tutto il meglio del proprio repertorio il giovedì. E allora domani Wolfsberg, austriaci in Ungheria, a Budapest. Avversario abbordabile, basta un Tottenham al 70% per conseguire gli ottavi. Poi le urne di Nyon faranno come sempre il loro decorso, un'urna benevola aiuterebbe i sogni di gloria di un tecnico che ha partecipato soltanto due volte a questa competizione e, da eterna vecchia volpe, chissà come sarà mai andata a finire. E sarebbe la terza per lui (dopo Porto e United) e la terza per gli Spurs, in un meraviglioso e magico incastro del destino. Trionfare a Danzica, tronfare in Europa League, consegnerebbe sicuramente mentalità vincente agli Spurs e soprattutto, consegnerebbe quella Champions League senza bisogno d'arrivar quarti: un modo molto più eroico, storico, trionfante e nobile di conseguire il vero e proprio obiettivo delle casse di Levy, recuperare fondi spesi per il nuovo Tottenham Hotspur Stadium, dopo un anno tostissimo complice pandemia mondiale.

di Simone Dell'Uomo