Alcuni giocatori ispirano la gente

Alcuni giocatori vincono trofei, altri ispirano la gente. Non è un iperbole dire che Didier Drogba ha fatto entrambe le cose”. In un articolo per la BBC del 2019, Carl Anka ha rivelato che Drogba ha avuto un ruolo fondamentale nella conclusione pacifica della prima guerra civile ivoriana nel 2005. La Costa d’Avorio si era appena qualificata per i Mondiali, trascinata dal giocatore che all’epoca era stato l’acquisto più pagato della storia del Chelsea, dove aveva segnato 16 gol alla sua prima stagione.

Ambasciatore ONU

Poco tempo dopo Drogba è stato nominato ambasciatore del Programma di sviluppo dell’ONU. Nel 2010, invece, il Time lo ha inserito nella lista delle 100 persone più influenti del mondo, dopo un suo ulteriore intervento pacificatore in Costa d’Avorio. Curiosamente, la stagione migliore di Drogba – quella che lo ha portato sul tetto d’Europa – è coincisa con la fine della guerra nel suo Paese. Come se si fosse liberato di un peso e avesse potuto iniziare a fare sul serio.

In realtà, Drogba non sembra avere grossi problemi con la pressione. “Prima delle grandi partite era un animale” – ha raccontato Lampard, suo capitano negli anni al Chelsea. “La sua preparazione, l’intensità nei suoi occhi… poi produceva sempre qualcosa”. I problemi, invece, Drogba sembra averli con le ingiustizie. In effetti, il suo impegno fuori dal campo ha quasi sempre riguardato la tutela dei più deboli, dai civili nelle guerre fino ai bambini negli ospedali del terzo mondo. “Per me è un onore poter provare a salvare delle vite”, parole sue.

Drogba
Didier Drogba fuori dal campo - Photo by Wild East Football

In fondo, Drogba si trova bene dalla parte del più debole. Di nuovo, lo era anche in quel Chelsea, che contro la corazzata Bayern Monaco non solo partiva sfavorito, ma sembrava essere arrivato a giocarsi la finale all’Allianz Arena un po’ per caso. Sempre per caso ha cambiato il suo ruolo in campo, da piccolo, compiendo uno strano passaggio da terzino ad attaccante, spinto da uno zio un po’ eccentrico: “Ma che fai lì dietro? Attacca! Nel calcio le persone guardano solo le punte”.

Battaglie fuori dallo sport

Lo zio aveva ragione: Drogba si è spesso fatto guardare. Grazie alle sue qualità, certo, ma soprattutto per un carisma da uomo politico più che da calciatore. Così ha potuto combattere tante battaglie fuori dallo sport, impersonando l’idea che gli sportivi possono essere qualcosa in più che semplici atleti. Oggi, il ricordo di Drogba è vivo nella mente degli appassionati di calcio perché ha rappresentato la forza – anche un po’ ingenua, ma determinata – di chi vuole fare del bene ad ogni costo, dentro e fuori dal campo. Così l’ivoriano è diventato un’icona, di sport ma non solo.

Il cambiamento

Nelle settimane in cui tutto il mondo è concentrato sulla possibilità di fondazione di una Superlega, ripensare a Didier Drogba ci ricorda che in ogni caso lo sport non può essere limitato ai confini di un prodotto televisivo. Lo spazio privilegiato che il calcio ha nella cultura dei Paesi europei rappresenta una grande opportunità di cambiamento e miglioramento delle nostre società, grazie anche a uomini come Drogba. Sta a noi appassionati dare credito alle persone giuste.

di Gianluigi Sottile