Preview


A quasi quattro mesi dalla magica notte di Porto, il Chelsea torna in campo questa sera in Champions League dove, da campione in carica, affronta lo Zenit nel primo incontro valido per il raggruppamento H: girone che, oltre alla squadra londinese e quella russa, prevede la presenza di Malmo e Juventus, sfidanti questa sera nel match dell'Eleda Stadium. Match inedito per le manifestazioni continentali e che per gli ospiti si presenta come la classica gara in cui non c'è nulla da perdere: pronostico, blasone e forza, difatti, sono tutti dalla parte degli uomini di Tuchel, che dovranno però fare attenzione ad una formazione già rodata e con nelle gambe molti più incontri (il campionato russo inizia agli albori di luglio).
Il tecnico tedesco, che per il match odierno deve ancora fare a meno di Kante e Pulisic, ripropone Christensen al centro della difesa, James sulla fascia destra e Mount sulla trequarti; sulla sinistra Alonso ancora una volta preferito a Chilwell, in attacco Lukaku centravanti con Werner in panchina. Per lo Zenit Semak opta uno schieramento a specchio con l'iraniano Azmoun punta centrale, ispirata dalla fantasia di Claudinho e Malcom. Arbitra il polacco Frankowski.

Blues sottotono e nessuna emozione


I campioni di Russia partono con personalità, mostrando un discreto palleggio che gli permette di gestire la manovra e di affacciarsi spesso nella metà campo avversaria: Mendy non sarà mai impensierito, ma per i primi venti minuti è la squadra ospite, sorprendentemente, a dettare i ritmi del gioco. Il Chelsea sembra un "copia ed incolla" di quello sbiadito visto nei primi quarantacinque minuti con l'Aston Villa: poche idee, poco movimento e una serie notevole di errori.
Non appena il ritmo degli avversari scende, i blues conquistano campo piazzandosi in maniera stabile nella metà campo russa: Kritsyuk di fatto non effettuerà una parata, ma con il passare dei minuti la sfera si avvicinerà sempre più minacciosa nella area del portiere russo. Il Chelsea riesce ad aprire spesso la manovra sulla destra, dove James risulta più dinamico di un Alonso meno incisivo del solito; Lukaku si sbatte in avanti contro la difesa avversaria, ma il vero problema è la mancanza di precisione della trequarti dove, sia Ziyech che Mount, non vivono una serata di gloria, sbagliando (soprattutto l'inglese) una insolita moltitudine di passaggi. Il pareggio senza reti con cui le due squadre vanno a riposo, è il giusto epilogo di una prima frazione scialba e senza guizzi; servirà un altro Chelsea per portare l'intera posta a casa.

Segna ancora Lukaku


La ripresa parte con un Chelsea più convincente ( non che ci volesse molto) che si propone in maniera più decisa e riesce a creare potenziali pericoli, prima con un sinistro strozzato di Ziyech e poi con un destro a lato di James. E' Rudiger però l'uomo che scuote i padroni di casa con un azione personale ad inizio frazione che infiamma Stamford Bridge: il difensore tedesco parte dalla sua area, "Kuzyayev sulle spalle", per una azione "box to box", che termina con un potente destro che termina la sua corsa non di molto al lato del palo sinistro di Krustyuk. Il difensore tedesco risulta poco dopo fondamentale anche nel suo ruolo, quando al quarto d'ora blocca la conclusione di Azmoun, liberatosi in maniera pericolosa al limite dell'area.
Tuchel prova a cambiare, inserendo Havertz per Ziyech, ma i londinesi continuano a commettere errori in fase di impostazione che non ne agevolano la manovra; quando la gara sembra indirizzarsi su loschi sentieri, una palla gettata a caso in area da Azpilicueta, dieviene letale quando incontra la testa di Lukaku che, al minuto settanta, porta in vantaggio i suoi. Il vantaggio rende più leggere testa e gambe degli uomini di Tuchel, che sembrano ora gestire il match senza troppi patemi; Semak capisce che è ora di cambiare copione e cerca un atteggiamento più offensivo con l'ingresso del suo bomber Dzyuba. Passano pochi secondi ed il 33enne attaccante russo ha una gigantesca chance, ma la sua deviazione in scivolata sull'ottimo assist di Azmoun non trova la porta per questione di centimetri.
Sarà l'ultimo sussulto prima del fischio finale, che regala tre punti pesanti e sofferti ai blues; ora un giorno di riposo, per poi pensare al sempre sentito derby di domenica pomeriggio con il Tottenham.


 
Pierluigi Cuttica