Ciao Diego
E' morto Diego. Scrivere queste parole provoca un dolore immenso, che per molti può sembrare quasi ingiustificato data la giovane età di tanti appassionati di calcio che non l'hanno mai ammirato sul rettangolo verde. Attraverso i video delle sue giocate, delle cavalcate palla al piede verso l'area avversaria, con i difensori che cadono come birilli, s'intravede la luce, la luce tenue che diventa sempre più forte, per poi diventare abbagliante. Il talento puro di chi con quegli scarpini neri vecchio stile faceva cose straordinarie. E' difficile riassumere in poche righe Diego Armando Maradona, forse sarebbe ingeneroso farlo, troppo difficile. Si può quindi riassumere così: uno dei giocatori più forti di tutti i tempi. Lui era il numero 10 per eccellenza, con quel tocco di palla soave e raffinato, danzava sul campo con eleganza inconfondibile e quello che per lui era tremendamente facile per altri era impossibile.
Cresciuto in un quartiere popolare di Lanùs, nella sua Argentina, diventato leggenda e icona nel mondo. Diego dava del tu al pallone come nessuno mai, Diego illuminava la scena, esaltava la platea in maniera straordinaria, Diego era e sarà per sempre il calcio. Il 25 Novembre 2005 morì George Best, esattamente quindici anni dopo, nello stesso giorno il destino beffardo strappa alla vita Diego. Questo maledetto 25 Novembre, che un giorno ricorderanno come quel maledetto 25 Novembre, sarà ricordato per sempre da tutti, perché al di là del tifo e dei colori Diego era e sarà sempre il calcio.
Riposa in pace immenso diez.
di Redazione Il Calcio a Londra