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Il Barnsley tredici anni dopo per (ri)eliminare i blues e giungere ai quarti, il Chelsea per proseguire l'effetto della "Cura Tuchel": l'ottavo di finale di Fa Cup al Oakwell Stadium rievoca grandi sorprese( nel 2008 i Tykes eliminarono i blues in un cammino che li portò in semifinale) e, come da regola non scritta della competizione più longeva nella storia del football, promette di riservare delle nuove. I padroni di casa, posizionati a metà classifica nella seconda serie inglese, hanno poco da perdere ma molto da vendicare, come esplicano chiaramente le sei reti subite dai blues il 23 settembre scorso nei sedicesimi di finale di Carabao Cup: la missione è di quelle (quasi) impossibili, ma se c'è una manifestazione calcistica in cui tutto può accadere, questa è proprio la Fa Cup. Tuchel per l'occasione opta per un ragionato turnover, rispolverando Emerson( nell'inusuale ruolo di difensore centrale in uno schieramento a tre), Kante e Gilmour a centrocampo e Pulisic-Ziyech a supporto di Abraham. Centesima in maglia blues per Christensen.

Barnsley convincente, Chelsea assente

Il primo tempo è tutto dei Tykes che interpretano al meglio la gara dal punto di vista tattico, tecnico e soprattutto motivazionale: gli uomini di Ismael, consci della minore qualità, buttano sul campo tutto quel che hanno offrendo una ottima prova che meriterebbe un risultato diverso del pari con cui si chiudono i primi quarantacinque minuti. L'uomo più pericoloso dei padroni di casa è il 23enne Callum Brittain che, per ben due volte, va ad un passo dalla segnatura: prima quando, dopo dieci minuti, trova sul suo tap-in a due metri dalla porta un grande riflesso di Kepa, poi, sul finale di frazione, quando la sua conclusione esce di pochissimo a l lato del palo destro del portiere spagnolo.

Il Chelsea nei primi quarantacinque minuti di gioco è praticamente assente, in perenne difficoltà dinanzi un pressing che i locali mantengono costante per tutta la frazione: la manovra fatica a decollare sottolineando i limiti in palleggio di un Kante ancora lontano dalla miglior forma. Il pessimo manto erboso non aiuta ma solo Gilmour, Ziyech e Hudson-Odoi, anche se a a sprazzi, provano a creare qualcosa nel nuoi generale della squadra; di fatto di pericoli dalle parti di Collins non ne arriveranno, se escludiamo una triangolazione tra Pulisic e Hudson-Odoi che l'americano sprecherà con una conclusione maldestra. Per quel visto finora, il pari per la squadra londinese risulta essere un grande affare.

La sblocca Abraham

Tuchel, per la prima volta dal suo approdo a Londra, cambia abito, inserendo Rudiger e James(per Christensen ed Alonso) e passando ad un 4231 in cui Emerson torna all'abituale ruolo di terzino sinistro e Ziyech diventa trequartista puro dietro Abraham. Dopo i primi minuti di assestamento, il nuovo vestito londinese risulta più adatto per la serata riuscendo, in parte, a calmare la foga del Barnsley che, con il passare dei minuti, sembra perdere intensità. Il Chelsea inizia così a guadagnare campo e a trovare spazi, come fa Hudson-Odoi quando conclude di poco a lato una azione personale nata sull'out sinistro; dopo pochi minuti sarà invece un colpo di testa di Rudiger, su punizione di Ziyech, a fare la barba al palo di Collins.

Il minuto della svolta sarà però il sessantaquattresimo, quando Gilmour aprirà il compasso per servire un James che farà sua la fascia per poi servire un Abraham, solo davanti la porta, per la più facile delle segnature. Il Barnsley, subito lo svantaggio, non demorde, continuando a mostrare cuore ed abnegazione: i padroni di casa vanno vicinissimi al pari al minuto settantasette, quando su azione di calcio piazzato, dopo una uscita rivedibile di Kepa, il tocco dell'appena entrato Sollbauer sembra quello vincente, fino a quando non incontra sulla sua strada la testa di Abraham che salva la sua porta. I Tykes continueranno ad attaccare sino al termine della gara, non riuscendo però nel trovare una rete che sarebbe stata ampiamente meritata; per il Chelsea di Tuchel la qualicazione ai quarti( dove incontrerà lo Sheffield United n.d.r) dopo la quarta vittoria consecutiva, figlia questa volta di una gara tutt'altro che convincente.

Pierluigi Cuttica