Dalle parti di Selhurst Park tira una brutta aria. La sconfitta contro il Burnley ha riaperto vecchie ferite e riportato a i problemi di sempre. Cercare di nascondere la polvere sotto il tappeto non è certo la soluzione e Roy Hodgson non è mai stato così vicino al capolinea.

Per carità, perdere ci puó anche stare ma bisogna farlo con dignità, sudando e correndo. La squadra scesa in campo Sabato alle ore 15.00 ha passeggiato per tutto il match, senza pressare, senza provare a imbastire una trama di gioco e soprattutto senza provare a tirare mai in porta. La seconda sconfitta consecutiva è figlia della confusione che regna sovrana nello spogliatoio, dove il Mister non ha ancora costruito un equilibrio. Dopo 24 partite non esiste una formazione tipo, non si è ancora capito chi è l’attaccante titolare e non ci si capacita del perchè Ayew giochi in quel modo. Il numero 9 ha un atteggiamento stucchevole, quasi irritante e i tifosi vorrebbero che si accomodasse in panchina (una volta tanto).

Hodgson
Roy Hodgson - Photo by Crystal Palace

La filosofia di Hodgson continua a premiare l’attaccante, che in campo bivacca e non fa mai la cosa giusta. Come se non bastasse c’è da risolvere la grana Luka Milivojevic, capitano che fa tutto tranne che il leader. Il numero 4 perde una quantità di palloni impressionante, quando imposta lo fa solo in orizzontale e il suo nervosismo è palpabile. Van Aanholt è un altro punto dolente: l’olandese non difende in maniera ordinata e spesso regala palla agli avversari, quando attacca non punta mai l’uomo e perde il passo nell’80% dei casi. Il mercato di Gennaio ha regalato all’allenatore l’ennesimo attaccante, ma quel Mateta che arriva dalla Bundesliga, gioca con il contagocce, classico di Roy. Il grande rimpianto è quello di arrivare sempre a metà della stagione e non avere più obiettivi sensibili, il Palace ha già messo in cascina fieno per l’inverno e quindi si gioca sempre per lo 0-0. Ma poi capita che da tre partite di fila i south-londoners prendono gol dopo 3 minuti, e allora bisogna giocare, costruire, cercare di tessere trame di gioco e trovare un pertugio nella difesa avversaria. Ecco che puntuali escono tutte le lacune tattiche e caratteriali di una squadra senza mordente.
A Roy va detto grazie per quello che ha fatto, prendere in eredità la squadra di Frank De Boer non era semplice, ma il tempo di Hodgson nel South London sembra essere terminato.

di Antonio Marchese