Difficile trovare chi non ha amatoFernandoTorres, uno degli attaccanti più forti degli ultimi quindici anni. Un Niño sbocciato aMadride diventato grande aLiverpool, vincitore colChelseadi unaChampions League.
Con quella sua chioma bionda in Inghilterra, in Spagna e in Europa ha stregato le difese e come un toro mai domo ha lottato nell'arena fino alla fine.

Gli inizi


Fernando Torres nasce aFuenlabrada, piccolo Paese fuori Madrid nel 1984, prestissimo inizia a giocare nella scuola calcio delParque 84e poi nelRayo 14. A quei tempi tifare per l'AtletìaMadridera una rarità, nove bambini su dieci indossavano la camicetta delReal. Nove su dieci ma non Fernando Torres che, a undici anni, dopo aver sostenuto un provino, entra nel settore giovanile della squadra per cui fa il tifo. Compie tutta la trafila nelle giovanili ed esordisce in prima squadra a 17 anni nel 2001 diventando il più giovane giocatore ad indossare la maglia deiColchoneros.

Le luci della ribalta


Nel 2007, dopo essere diventato per cinque stagioni il miglior marcatore dei Colchoneros sente che è arrivato il momento di crescere, di diventare adulto e di scrollarsi di dosso l'etichetta di "bambino". L’Atletico cede il suo figliol prodigo alLiverpoolper 26,5 milioni di sterline più il cartellino diLuis Garcia. AdAnfielddiventa presto un attaccante di livello internazionale. Alla prima stagione segna 33 gol, battendo il precedente record in un campionato che apparteneva aMichael Owen.
Se con con il Liverpool arrivano le vittorie, i successi maggiori li raggiunge con laSpagnacon cui vince l’Europeonel 2008 e ilMondialedue anni più tardi.

From Red Devils to Blues


Ad Anfield è quasi al pari di una divinità,RafaBenitezlo ha modellato come punta di diamante del suo Liverpool. Ma dopo quattro anni e mezzo arriva una chiamata daLondra, è un'offerta che non si può rifiutare,Roman Abrahamovicvuole creare una squadra da sogno per vincere la Coppa dalle grandi orecchie. Passa aStamford Bridgeper la bellezza di 50 milioni di sterline, un trasferimento che lo rende all’epoca l’acquisto più costoso nella storia dei blues e dellaPremier League.
L’esordio con la nuova maglia arriva appena il tempo di tesserarlo, alla giornata successiva il 6 febbraio proprio contro la sua ex squadra: il Liverpool. Con il Chelsea non ingrana e solo il 23 aprile segna il primo gol in blues nella gara contro ilWest Ham.
L'incantesimo sembra essersi rotto, il torero colpisce ma non con la stessa continuità. Anche la stagione successiva non parte benissimo, segna poco ma grazie a un suo gol in semifinale di Champions League contro ilBarcellona, il Chelsea si qualifica alla finale vinta poi ai rigori contro ilBayer Monaco.
Le prestazioni sono altalenanti e i gol pochi, nel 2013 però alza al cielo un altro trofeo, è l’Europa League e segna anche uno dei due gol con cui il Chelsea batte ilBenfica2-1 in finale.

Un Niño tra i diavoli


Rilegato sempre di più ai margini al Chelsea, nell’agosto del 2014 prova a rilanciarsi e accetta la proposta delMilan. Il Nino non più giovanissimo sente però che ha ancora delle importanti cartucce da sparare. In rossonero però l'avventura è breve e molto poco positiva, nei quattro mesi in Italia non brilla per nulla segnando una sola rete (contro l’Empoli) su dieci presenze.

Il ritorno ai Cochoneros


Come dice un detto popolare che per quanto un albero possa diventare alto, le sue foglie ritorneranno sempre alle radici, così Fernando Torres, dopo l’esperienza al Milan, non resta che tornare a casa, all’Atletico Madrid con cui resta per tre anni e vince nel 2018 un’Europa League, la seconda della sua carriera. In tre campionati gioca con una discreta continuità e fa da chioccia ai diversi giovani che il tecnicoSimeonelancia dalla cantera biancorossa.

Il ritiro nella terra del sol Leone


Nel 2018 saluta i Colchoneros per la seconda volta a 34 anni chiudendo la carriera inGiapponecon ilSagan Tosuannunciando il 23 agosto del 2019 l’addio dal calcio giocato.

Torres - Atletico Madrid pt. 3


Appesi gli scarpini al chiodo intraprende la carriera da allenatore e nemmeno nelle favole più belle, Torres e l’Atletico Madrid si ritrovano con l’ex attaccante spagnolo, non più Niño, ingaggiato come tecnico dell’Under 17, sognando magari un giorno di prendere la panchina della prima squadra, proprio come nella più belle delle storie.
 
di Lorenzo Petrucci