L'ultimo decennio

Shevchenko, basterebbe sentir pronunciare il cognome per mettersi comodi sul divano, magari con un pacchetto di pop-corn e godersi lo spettacolo. Valanghe di gol, soprattutto in Italia con la maglia del Milan, partite memorabili, vittorie, trofei e molto altro. Il paese di nascita, Dvikišćyna, è impronunciabile ma è lì dove il 29 Settembre 1976 nasce uno dei giocatori più forti dell’ultimo decennio. Gli esordi nella sua terra natale, l’Ucraina con la maglia della Dinamo Kiev.

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Valerij Lobanovskyi

Sotto la sapiente guida dell’allenatore Valerij Lobanovskyi, Sheva miglioró partita dopo partita, dribbling, tiro da fuori, senso del gol, in poco tempo l’attaccante ucraino divenne un giocatore completo. Il 5 Novembre 1997 realizzó una tripletta al Camp Nou in una sfida di Champions League contro il Barcellona. Shevchenko divenne il primo giocatore ucraino a mettere a segno una tripletta in Champions League. Storia! Con la casacca della Dinamo Kiev andó a segno ben 106 volte, vincendo 5 campionati ucraini consecutivi e la classifica del cannonieri della Champions League nella stagione 1998/1999. Nel Maggio del 1999 il bomber ucraino fu acquistato dal Milan con cui esordì il 21 Agosto 1999. Il debutto in Serie A contro il Lecce vide Shevchenko andare subito in rete, predestinato.

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Il primo di una lunga serie

Fu il primo gol di una lunga serie che gli valsero il titolo di capocannoniere in Serie A, secondo straniero dopo Platini a vincere la classifica dei bomber al primo anno nel campionato italiano. Shevchenko e il Milan è stata delle storie d’amore più appassionanti della storia del calcio, l’immagine di Sheva che spiazza Buffon nella finale di Champions League contro la Juventus è forse l’immagine simbolo, olio su tela, di un legame particolare. Nel Dicembre del 2004 arrivó la consacrazione definitiva con il Pallone d’Oro, leggenda assoluta. Secondo miglior marcatore della storia rossonera, con la maglia della squadra milanese ha vinto tutto quello che c’era da vincere.

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London Calling

Anche i migliori matrimoni finiscono e quello tra Sheva e il Milan s’interruppe. London Calling, proprio così..arrivó una chiamata da Londra e il Re dell’Est accettó il corteggiamento del Chelsea. Il 31 Maggio 2006 i Blues annunciarono l’acquisto del bomber ucraino che scelse la maglia numero 7. Una rete all’esordio, nella Supercoppa inglese contro il Liverpool, un bacio alla nuova maglia che non andó giù ai suoi ex tifosi rossoneri. Sembrava il preludio per un proseguo svavillante, Stamford Bridge come San Siro, Londra come Milano. Invece la parabola di Sheva in maglia blu era destinata a scendere sempre più. Il bomber ucraino alternó pochi gol a prestazioni sottotono, gli infortuni noi aiutarono di certo e il numero 7 non stregó di certo Stamford Bridge.

Pallone d’Oro

Da un Pallone d’Oro ci si aspettava di più e forse anche Shevchenko stesso si aspettava qualcosa di diverso ma evidentemente alcuni matrimoni sono destinati a naufragare prima di quanto ci si aspetti. L’attaccante si accomodó più e più volte in panchina, come nella finale di Champions League tra Chelsea e Manchester United, a a volte toccó addirittura la tribuna. Il rapporto saturo portó al divorzio con i Blues e il 23 Agosto 2008 Sheva tornó al Milan. Come nelle favole, a volte ritornano. La maglia numero 7, già indossata dal brasiliano Pato, “costrinse”, Shevchenko a scegliere la numero 76.

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Dinamo Kiev e cartoline sbiadite

La seconda vita rossonera non fu nemmeno paragonabile alla prima, pochi gol e prestazioni al di sotto della media. A volte le minestre riscaldate sono pasti insipidi e il ritorno del Re dell’Est a Milano non aveva certo il sapore della vittoria. L’impatto londinese sulla carriera del giocatore si fece sentire eccome, a tratti irriconoscibile e lontano parente di quell’attaccante ucraino che ha fatto tremare le difese di mezza Europa. Di Shevchenko rimane un ricordo indelebile con la maglia del Milan. Alla prima esperienza, rimangono foto sbiadite con la casacca bianca della Dinamo Kiev, dove terminó la carriera Rimane ancora oggi un alone di mistero il suo passaggio al Chelsea. Londra e Stamford Bridge non furono certo la scelta migliore nella carriera di Andriy Shevchenko, il Re dell’Est che volò da San Siro a Stamford Bridge per poi tornare alla Dinamo Kiev, casa.

di Antonio Marchese